VERONA | PALAZZO MAFFEI CASA MUSEO
Intervista ad ANNA GALTAROSSA di Lisangela Perigozzo
Dal 9 ottobre, Palazzo Maffei accoglie permanentemente Cometa, la nuova installazione site-specific di Anna Galtarossa pensata per lo scenografico scalone elicoidale del museo. La scultura, lunga tredici metri e in lenta rotazione antioraria, si inserisce nella collezione come un intervento che dialoga con la storia dell’edificio e al contempo stimola la riflessione sulle possibilità dell’arte contemporanea, confermando l’impegno del museo nel sostenere la produzione artistica e nel promuovere esperienze immersive e innovative per il pubblico.

Le comete, anticamente percepite come segni del cielo, portano con sé l’ambiguità del presagio, prefigurandosi come annunci di catastrofi o di rinascite, di fine e di inizio. Nell’installazione di Anna Galtarossa questo archetipo celeste si traduce in una riflessione poetica e contemporanea, in cui esso non annuncia un destino già scritto, ma dischiude spazi di possibilità e immaginazione, manifestandosi come un presentimento sospeso tra rovina e rigenerazione ecologica.
Realizzata con oggetti naturali e sintetici di uso quotidiano e accompagnata dal paesaggio sonoro del sound designer premio Oscar Nicolas Becker, Cometa diventa un corpo vivo che vibra di suono e memoria, combinando mito, materia e quotidianità.

Abbiamo avuto il piacere di approfondire alcune tematiche legate all’installazione con l’artista, Anna Galtarossa.
La cometa è un simbolo potente, connesso al mistero e al rinnovamento, ma anche a un senso di precarietà. Perché hai scelto questa figura celeste come protagonista della tua installazione e che cosa rappresenta per te in relazione al tema del tempo e della rinascita?
La cometa è anche un messaggio da altre dimensioni e dobbiamo cercare di decifrare quello che ci sta dicendo. Non penso alla precarietà. Distruzione piuttosto! Che certo si collega al rinnovamento e questo ciclo di vita lo vedo dinamico e potente. Solido nella sua potenza. E questo movimento non è un cerchio ma una spirale. Ricominciamo sempre daccapo ma non siamo mai nello stesso posto.

Dal dialogo tra l’architettura autoportante dello scalone di Palazzo Maffei e la tua Cometa emerge una tensione strutturale condivisa. Come ha influito questa relazione sulla concezione e sullo sviluppo dell’opera?
Ho passato tantissimo tempo in quello spazio, sia nel mondo reale che nello schizzo che ho fatto di esso in realtà virtuale, dove ho elaborato i primi pensieri sulla scultura. La “magia ingegneristica”, apparentemente un mistero, che permette alle scale di restare sospese, si sposa al monocromo predominante e dona al luogo un senso ultraterreno, quasi mistico. E quel senso di sospensione, come spesso fa il nostro cervello umano semplificante, finisce per invadere altre aree dell’esperienza nel luogo, incluso il nostro senso del tempo. Questo, insieme alla forma a spirale e alla statua di Flora che già troneggiava al piano terra mi hanno dato degli spunti molto forti. Più che spunti, sono assiomi coi quali bisognava trovare il passo giusto di danza.

Cometa, con la sua incessante discesa verso Flora, simbolo della Natura, sospende l’attimo prima dell’impatto, trasformando la caduta in un rito collettivo, una pausa cosmica per riflettere sulla nostra relazione con il Pianeta. In che modo questa dimensione sospesa diventa per te una metafora della condizione umana e della sfida ecologica presente?
Mi chiedo se sia necessario cambiare prospettiva in modo più profondo di quanto non stiamo facendo e attraverso il mio lavoro sto cercando di riprogrammare il senso delle cose, piccole cose quotidiane, nella speranza che altri, con le giuste capacità, trovino delle soluzioni vere per il pianeta. L’arte e la scienza sono sempre state in un dialogo di nutrimento reciproco.
Questa “sospensione prima dell’impatto” è un illusione, una tentativo di congelamento artificiale per riuscire a studiare e analizzare meglio le cose. Di tempo per pensare in realtà qui non ne abbiamo ma, chissà? Siamo sempre capaci di sorprenderci. E la natura ci sorprenderà pure lei. Cambieremo insieme.
Molti artisti ci danno delle prospettive illuminanti sul rapporto uomo-natura. Alcuni, come Marguerite Humeau, hanno già dato per scontato l’estinzione del genere umano. Ma ci sono dei cambiamenti sistemici in corso che presagiscono una trasformazione radicale anche negli esseri viventi. Penso che siamo vicini a trovare altre forme di realtà, altre dinamiche di interdipendenza col mondo che ci circonda. E dobbiamo permetterci di sperare, per accorgercene.

COMETA
di Anna Galtarossa
Sound design Nicolas Becker
Dal 9 ottobre 2025
Installazione permanente
Palazzo Maffei Casa Museo
Piazza Erbe 38-38A, Verona
Orari: lunedì, giovedì, venerdì, sabato, domenica: 10.00 – 18.00. Martedì e mercoledì chiuso.
Info: +39 045 5118529
info@palazzomaffeiverona.com
www.palazzomaffeiverona.com



