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MODENA | Galleria Civica | 16 febbraio – 2 giugno 2013

di MATTIA ZAPPILE

Dopo un lungo periodo di latitanza dalle gallerie italiane, torna il variopinto immaginario artistico di Nam June Paik. Fino al 2 giugno la Galleria Civica di Modena propone al pubblico un viaggio tra le opere e le testimonianze dell’artista coreano all’interno della mostra Nam June Paik in Italia.

Alla mostra si è aggiunta giovedì 21 marzo scorso, al Palazzo Santa Margherita, la presentazione dell’omonimo libro a cura di Silvana Editoriale. Obiettivo dei due eventi è raccogliere materiali e ripercorrere il lungo e prolifico rapporto tra Paik e il nostro Paese. Strettamente legato alle scelte estetiche e alle ambizioni del percorso di sperimentazione che ha segnato la sua carriera, l’interesse per l’Opera, in cui l’artista ritrova quegli ideali di sincretismo e contaminazione tra linguaggi eterogenei che contraddistinguono tutte le sue produzioni, porta Nam June Paik in Italia negli anni ’70. Da allora e per vent’anni l’artista fa dello stivale la sua seconda casa andando a rinfoltire la copiosa presenza nel nostro Paese di personaggi legati al movimento Neo-Dada e a Fluxus che in quegli anni assumono un ruolo centrale sulla scena artistica italiana. Il coronamento di un legame che ha avuto profonde ripercussioni sia sull’arte di Paik che in generale sull’arte nazionale arriva nel 1993 con il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia.

Wuppertal, 11 marzo 1963, giorno zero. Tra pianoforti, pentole e manichini, oggetti che decontestualizzati e sottratti alla funzione cui la progettualità industriale li aveva condannati diventano architetture di un mondo reinventato, 13 televisori proiettano immagini a getto continuo.

Anch’esse, come ogni centimetro della Galleria Parnass, sono state sabotate, stuprate, con gesto tanto distruttivo, come rottura con la tradizione artistica e di fatto con la proposta esistenziale della contemporaneità, quanto costruttivo, come riappropiazione della cosa nei termini di una prassi artistica non più solo estetica, vedi il ready made di Duchamp, ma finanche politica perché vitale. La mano dietro e dentro questo strano pianeta è quella di Nam June Paik.
Quel luogo e quel giorno, oltre che punto zero della videoarte, ufficialmente nata, sono anche il trampolino della fortunata e imprevedibile carriera artistica di Paik. Musicista, scultore, attore, regista, ammaliato dal fascino del contrasto, della scoperta del nuovo e del diverso, nel nomadismo tra differenti linguaggi artistici, nell’eterogeneità dell’opera singola e ancora nel gesto anarchico liberatorio della ricontestualizzazione dell’oggetto, lo sperimentatore coreano attraversa il pianeta e le arti alla ricerca di impulsi che ne alimentino il potere creativo. Lungo il sentiero trova corroborante oasi nelle terre d’Italia.

Nam June Paik in Italia
Organizzazione e Produzione: Galleria civica di Modena e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
in collaborazione con Fondazione Solares di Parma

Galleria civica di Modena
Palazzo Santa Margherita, Palazzina dei Giardini
corso Canalgrande, Modena

16 febbraio – 2 giugno 2013

Orari: mercoledì-venerdì 10.30-13.00; 16.00-19.30
sabato, domenica e festivi 10.30-19.30
lunedì e martedì chiuso

Ingresso gratuito

Info: +39 059 2032911/2032940
www.galleriacivicadimodena.it

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