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MILANO | AA29Project Room | Fino al 16 marzo 2022

di REBECCA DELMENICO

Il titolo della mostra In Common presso gli spazi della galleria milanese aA29 Project Room si riferisce alla condivisione, in questo caso alla comune indagine di Isabella Pers e Nada Prlja sull’attuale crisi sociale, politica e ambientale in cui versa il pianeta. Le due artiste muovono all’unisono una critica senza sconti all’uomo che, preda del vecchio antropocentrismo, non si è ancora reso contro di far parte di un unico grande ecosistema. Altro nodo decisivo della mostra risiede nella decostruzione delle pratiche tipiche dei mezzi di informazione di massa, nell’intento di aprire una discussione sull’uso e abuso di tali mezzi.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo che presenterà, attraverso diverse immagini e testi critici, tra cui quello della curatrice Laura Cherubini, le opere in mostra ed altri lavori che permetteranno di approfondire il percorso di ciascuna artista. Ma ascoltiamo le dirette parole di Isabella Pers e Nada Prlja, che entrano nel vivo dei rispettivi lavori…

Isabella Pers, La radice è nell’aria (2021), installazione composta da sezioni di tronchi di abeti rossi abbattuti dalla tempesta Vaia nell’ottobre 2018, olio e tecnica mista su legno, misure variabili, ph. credits Daniele Marzorati. Courtesy the artist and aA29 Project Room

In quale modo avete deciso di mettere in relazione le vostre opere all’interno di questo progetto?
Isabella Pers: I lavori in mostra fanno parte di un percorso che mira a indagare i processi cognitivi che aspirano alla simbiosi tra i viventi e gli elementi naturali, e ad analizzare le dinamiche sociali che caratterizzano le scelte della nostra specie. Ho inteso aprire un dialogo tra linguaggi diversi per unire situazioni apparentemente lontane in una visione volta a guardare a ciò che esiste come un unico insieme organico in perenne mutamento. L’installazione La radice è nell’aria congiunge situazioni geograficamente distanti ma unite nelle interdipendenze legate al cambiamento climatico. È composta da sezioni di alberi abbattuti dalla tempesta Vaia nelle Alpi italiane che ha distrutto ettari e ettari di foresta. All’interno dell’installazione, alcuni disegni Te Aba raccontano di arcipelaghi lontani che stanno subendo l’innalzamento del livello del mare, connettendosi con l’organismo Terra. Gli anelli che scandiscono il trascorrere degli anni in vita dell’albero si uniscono ai contorni di alcune isole andando a formare un’unica narrazione. Parte di questo progetto è un’altra installazione, sempre dal titolo La radice è nell’aria, composta da due grandi dipinti sovrapposti che ripete, in una stratificazione della memoria, l’immagine di un albero che, dopo essere stato sradicato dalla tempesta, è rimasto sospeso in aria, impigliato ai fili dell’elettricità.

Isabella Pers, La radice è nell’aria (2021), installazione di due olii e acrilici su tela sovrapposti, 291×160 cm, ph credits Daniele Marzorati, courtesy the artist and Aa29 Project Room.

Nada Prlja: Nel mio ultimo lavoro, Disaster Diary II, utilizzo la pittura acrilica per scrivere, sulle pagine di quotidiani presi nella metro di Londra, le date dei disastri naturali, con l’obiettivo di evidenziarne la frequenza negli ultimi anni. Le zone mostrate come campi monocromi sono gli annunci pubblicitari che ho cancellato. Il tempo trascorso a dipingere le date e i paesi in cui sono accaduti tali disastri mi hanno fatto riflettere su quegli eventi e sul nostro futuro. L’obiettivo di questa serie è dipingere le date di tutte le calamità naturali nel mondo dal 2004 ad oggi, al fine di cambiare la prospettiva delle persone su questo argomento. Complementare a Disaster Diary II, la grahic novel AdaN, in cui il protagonista è un mio alter ego il cui nome è un palindromo derivato dal mio. AdaN abita il prossimo futuro o tempi apocalittici, in cui il pianeta ha ormai subito l’inevitabile collasso.

Nada Prlja, Disaster Diary II (2004, 2021), installazione, copie di giornali stampate in offset, 9 stampe sovradipinte in magenta, 51×41 cm ciascun giornale, dimensioni variabili | Nada Prlja, AdaN, (2019 – in corso), installazione, serie di 40 dipinti incorniciati, inchiostro su carta, 20×30 cm ciascuno, ph. credits Daniele Marzorati. Courtesy the artist and aA29 Project Room

La decostruzione delle sovrastrutture mediatiche è un focus importante della mostra In Common. Qual è il vostro modo per arrivare a questo fine e cercare di risvegliare dal torpore la coscienza assopita dell’essere umano?
I.P.: Penso sia molto difficile (se non impossibile) mantenere uno sguardo lucido e libero da ogni condizionamento mediatico quando l’informazione mainstream può contare su un alto grado di penetrazione nel tessuto sociale (e le vicende attuali ce lo ricordano più che mai). Ci si può riuscire concentrandosi su determinati aspetti, ma altri possono al contempo sfuggire al di là della nostra consapevolezza. Per questo motivo cerco sempre di allenare il mio pensiero ad una visione più ampia, per quanto mi sia possibile farlo.
Da anni sono in dialogo con alcuni nativi (di cui molti sono attivisti) di luoghi minacciati dall’innalzamento del livello del mare, in particolare di Kiribati.
Kiribati è un arcipelago dell’Oceano Pacifico formato da 33 isole e atolli, dispersi su una zona marittima vastissima ed il cui parlamento è chiamato Maenaba ni Maungatabu, Casa comune della montagna sacra. È uno dei luoghi del pianeta a maggior rischio a causa del riscaldamento globale, ed i suoi abitanti stanno per perdere per sempre i legami ancestrali con la loro terra.
La serie di disegni Te Aba ritrae la dissonanza tra i “paradisi terrestri” proposti dalle guide turistiche internazionali che promuovono i luoghi “da visitare prima che scompaiano” e la drammatica realtà quotidiana dei nativi e degli ecosistemi.
Il significato della parola Aba mi è stato spiegato da uno di loro che mi disse queste splendide parole: “Noi siamo della terra. Una parola, aba, definisce questo concetto perfettamente. Aba significa terra. Aba significa persone. Aba significa paese. Così noi siamo aba”.

Isabella Pers, Te Aba (2019/2021), serie di disegni, grafite e acquerello su carta (particolare), 24×32 cm, ph. credits Daniele Marzorati. Courtesy the artist and aA29 Project Room

N. P.: Lavoro spesso sulla comunicazione dei media, sono sempre stata ispirata da notizie reali e dal modo in cui il pubblico riceve quel tipo di informazioni. Trovo interessanti molti aspetti della comunicazione visiva, ad esempio l’impaginazione dei giornali: i margini ampi, l’ordine delle immagini o da come le notizie si intersecano con gli inserti pubblicitari e meteorologici. Il mio interesse generale per la distribuzione dei media risiede nel problema che il pubblico diventa sempre più insensibile al contenuto delle notizie. Pertanto, attraverso mezzi artistici, sto cercando di “disturbare” il torpore della società. Miro a sensibilizzare l’opinione pubblica trasformando l’esperienza di ricezione da parte degli spettatori di argomenti relativi a eventi politici, naturali, sociali. Il rimodellamento delle informazioni sulle notizie è molto importante per me, poiché la maggior parte delle notizie che riguardano guerre, disastri naturali, carestie, calamità meritano attenzione e, soprattutto, un intervento da parte dell’uomo.

Al centro delle vostre ultime riflessioni andiamo dalla recente indagine sul tema della memoria dell’acqua per Isabella Pers alla presentazione di Disaster Diary II e della graphic novel AdaN ad opera di Nadia Prlja. Ci illustrate da vicino gli ultimi sviluppi dei vostri lavori?
I.P.: Il filo conduttore dei lavori più recenti è costituito dall’elemento dell’acqua che fluisce e correla. La memoria dell’acqua è oggetto di una discussa teoria scientifica per la sua possibilità di creare un nuovo paradigma. Ma ce ne parlano millenarie credenze popolari, e per molte tradizioni sciamaniche e fedi religiose l’acqua è l’elemento sacro in grado di ascoltare, memorizzare le vibrazioni ricevute e rispondere modificando la forma delle molecole. Attorno all’acqua si determinano le forme del cambiamento climatico che potrebbero trasformare radicalmente le geografie e i modi di vita che conosciamo. Ma l’acqua è anche l’elemento che copre gran parte del nostro pianeta, connettendo ogni terra. Il video Da l’acqua o da lo specchio racconta di un gesto di cura collettivo rivolto all’acqua e al mare che ho sviluppato con mio nipote Ivan. Una serie di azioni performative tendevano a un dialogo tra la memoria dell’acqua e le intenzioni umane attraverso segni e parole condivise.

Isabella Pers, Da l’acqua o da lo specchio (2021), video, colore, suono, 8’45”, ph. credits Daniele Marzorati. Courtesy the artist and aA29 Project Room

N. P.: Le opere di riferimento della mostra, Disaster diary II e la graphic novel AdaN, sono state fisicamente intrecciate insieme, creando un’installazione complessa, il visitatore dovrebbe comprenderla come un’unica installazione spaziale. Il protagonista di AdaN abita un futuro in cui le risorse sono esaurite, in cui è vietato creare nuovi prodotti, e un tempo in cui il clima è all’orlo del collasso. In questi tempi critici l’artista AdaN si rivolge al riciclaggio della propria arte per continuare a crearne senza abusare dei materiali, mostrando così agli altri artisti che questo è l’unico modo per continuare a creare arte durante la fine dei tempi. Mentre l’artista/supereroe immaginario AdaN dipinge in magenta i giorni dei disastri naturali sul giornale, allo stesso tempo registra le sue azioni in una graphic novel. Nello spazio della galleria è presentato l’episodio 1 della graphic novel AdaN, Call to Borrow, dove il protagonista salva un’opera d’arte da una collezione pubblica prima che finisca nelle mani dei collezionisti e scompaia per sempre dagli occhi del pubblico.

Nada Prlja, Disaster Diary II (2004, 2021), installazione, copie di giornali stampate in offset, 9 stampe sovradipinte in magenta, 51×41 cm ciascun giornale, dimensioni variabili | Nada Prlja, AdaN, (2019 – in corso), installazione, serie di 40 dipinti incorniciati, inchiostro su carta, 20×30 cm ciascuno, ph. credits Daniele Marzorati. Courtesy the artist and aA29 Project Room

Siamo all’interno di un ecosistema di cui siamo parte e di cui siamo i primi responsabili. Questa sensazione emerge tenacemente dalle vostre opere, sentite di poter dare un ulteriore monito, un avvertimento all’umanità?
I.P: L’arte può avere la capacità di offrire nuovi immaginari e questo per l’artista è al contempo una fonte di energia che si rinnova continuamente e una grande responsabilità. In Common è un momento in cui poter pensare a tutto ciò che abbiamo in comune con il resto dei viventi. Io e Nada Prlja lo abbiamo fatto attraverso metodiche e ricerche differenti, ma accomunate da uno sguardo in cui ci riconosciamo.
N. P.: In tutta questa mostra, vorrei sottolineare che c’è solo una verità in cui dobbiamo credere con certezza: la distruzione accadrà davvero se lo status quo persiste. Questa è la spina dorsale del mio progetto, dove utilizzo indicatori concreti e diretti per descrivere la situazione allarmante in cui ci troviamo e la necessità di reagire. Con Disaster Diary II e AdaN cerco di sottolineare che le catastrofi stanno accadendo tutti i giorni, intorno a noi: mi auguro che questo renderà i visitatori più consapevoli della possibile (per ora solo immaginaria) catastrofe finale.

 

IN COMMON
Una doppia personale di Isabella Pers e Nada Prlja
a cura di Laura Cherubini

Fino al 16 marzo 2022

aA29 Project Room
Piazza Caiazzo 3, Milano

Info: info@aa29.it
https://aa29.it

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