CREMONA (CR) | SAN CARLO CREMONA | DALLE ORE 18:00 DEL 17 LUGLIO ALLE ORE 09:00 DEL 18 LUGLIO | #REPORT
di GABRIELE CORDÌ
Più che una performance, un’apparizione. Una teofania essenziale, precaria, eppure carica di senso. Nella notte tra il 17 e il 18 luglio 2025, lo spazio della chiesa sconsacrata di San Carlo a Cremona – edificio seicentesco nato dalla trasformazione dell’antica chiesa di San Donnino – ha accolto METRONOTTE, un intervento site-specific di Marcello Maloberti. Al centro del transetto, distesa sul pavimento come se fosse appena precipitata, una sola parola: DIO. Realizzata in neon azzurro – un colore che evoca il cielo, la distanza, il sogno – ma qui restituito nella sua forma più fragile, tecnica, smontabile. La parola ricalca la scrittura leggera e tremolante di un bambino cremonese: un tratto incerto, disarmato, che non imita ma restituisce l’innocenza del primo gesto, come se la parola sacra fosse pronunciata per la prima volta.

Il tubo è trasparente e mostra tutto: cavi, saldature, connessioni. Nessuna sacralità imposta, nessun mistero da proteggere. Solo un dispositivo esposto nella sua vulnerabilità. Accanto, ben visibili, alcune batterie da camion. Ogni lettera è alimentata da questa fonte di energia concreta, pesante, terrena. Una forza meccanica che, per un tempo limitato, rende possibile l’apparizione della parola. Poi la luce si spegne. Il divino si consuma. Resta solo il buio. All’interno della chiesa, un testo del curatore Giulio Dalvit accompagna e chiarisce l’intervento: “sarebbe forse più preciso parlare di un corto circuito tra sacro e tecnologia, tra infantile e industriale, tra spiritualità e consumo. DIO a batteria è tutto lì, sospeso tra ironia e malinconia”. Un’apparizione a tempo. Una soglia più che un’icona. E forse, proprio per questo, ancora più intensa.

E poi, ai lati della scritta, i metronotte. In divisa, fermi, silenziosi, senza enfasi. Se provi a sorpassarli, ti fermano. Nessuna rigidità, solo una procedura: ti fermano, controllano, poi – solo se tutto è in ordine – ti fanno un cenno e ti lasciano passare. Non sono lì per farsi notare. Sono lì per fare in modo che tutto resti al suo posto. Anche la distanza. Anche il silenzio. Anche Dio. La loro presenza introduce una forma di attenzione vigile, concreta. Il loro è un controllo discreto, quasi rituale, che colloca l’opera in un tempo rallentato, in attesa del suo stesso spegnersi. Non un ruolo simbolico, né narrativo, ma una funzione che risponde alla fragilità dell’intervento: una presenza stabile, regolata, che ribadisce quanto sia necessario prendersi cura della luce, anche quando vacilla, anche quando sappiamo che si spegnerà. È una luce che esiste finché c’è qualcuno che la guarda. Come scrive Emily Dickinson: “La Verità deve abbagliare gradualmente / O tutti sarebbero ciechi”. Anche qui, nulla si rivela tutto insieme, ma si intravede appena nell’ombra.
MARCELLO MALOBERTI
METRONOTTE
a cura di Giulio Dalvit
Performance per una notte
Dalle ore 18:00 del 17/07 alle ore 09:00 del 18/07
Chiesa di San Carlo, Cremona
SAN CARLO è uno spazio espositivo d’arte contemporanea reso possibile dall’impegno di Lorenzo Spinelli e Form. The Creative Group. Lo spazio si afferma come luogo di ricerca, creazione e condivisione.
Con il contributo di Galleria Raffaella Cortese
In collaborazione con APALAZZOGALLERY



