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MILANO | Galleria Giovanni Bonelli | #report

di CAROLINA CAMMI

Il 23 febbraio si è conclusa la personale dell’artista Maurizio Cannavacciuolo, allestita nello White cube della Galleria Giovanni Bonelli di Milano. Una mostra curata in collaborazione con Galleria PACK che ospita, fino al prossimo 26 marzo, un’altra personale, dal titolo Three Large Black And White Paintings., di cui a breve vi parleremo in un approfondimento dedicato. Due mostre, quella di Galleria PACK e quella della Galleria Giovanni Bonelli, parte di un unico progetto espositivo, che verrà celebrato con la pubblicazione di un catalogo a cura di Michele Bonuomo.

Veduta della mostra di Maurizio Cannavacciuolo, Galleria Giovanni Bonelli, Milano

Di forte impatto scenico le opere di Maurizio Cannavacciuolo si stagliano in netto contrasto con lo spazio minimale dell’ambiente circostante, lo spettatore si ritrova bombardato dall’assordante richiamo delle tele chiassosamente colorate. L’impressione immediata è quella di un forte citazionismo alla Pop Art o al Dada, osservando poi attentamente ogni tela si percepisce quanta narrazione allegorica o esplicita si celi al suo interno.

La mostra ha proposto una selezione di opere realizzate negli ultimi anni unitamente ad un corpus di lavori appositamente concepito per gli spazi di Milano. Una decina di opere di grandi dimensioni (fino a due metri per due) realizzate nell’arco degli ultimi quattro anni.

Veduta della mostra di Maurizio Cannavacciuolo, Galleria Giovanni Bonelli, Milano

Cannavacciuolo è noto per il suo stile profondamente criptico, quasi ermetico, spinge i suoi soggetti ai limiti dell’eccesso sino a creare un horror vacui di forme ma soprattutto di significato. I suoi lavori si dividono a metà, alcuni sono densi di colore altri invece ne sono totalmente privi, al puzzle cromatico si aggiunge poi quello dei molteplici strati di significato, che disseminati come indizi in una mappa del tesoro, ne costellano la superficie. Egli rielabora e modifica la percezione del reale fotografandone l’immagine, ma anziché lasciarla tale decide di sezionarne l’epidermide come un attento studioso e ricercatore della materia umana e sociale. Levando il primo strato protettivo vengono via anche tutte quelle costruzioni ipocrite che fanno naturalmente parte del nostro quotidiano così da svelarne gli infiniti retroscena che vi si nascondono.

Veduta della mostra di Maurizio Cannavacciuolo, Galleria Giovanni Bonelli, Milano

La fitta rete di riferimenti iconografici si ancora alla cultura, alle radici dell’artista e alla storia del luogo o della civiltà stessa. L’artista spazia attingendo da un variegato panel di fonti, infatti nelle opere di Cannavacciuolo confluiscono temi apparentemente contrastanti e agli antipodi. Il gusto più prettamente archeologico si unisce alla cultura pop odierna, la fauna con la flora sono poi una costante che ricorre come un filo rosso che lega insieme progetti in apparenza slegati.

Veduta della mostra di Maurizio Cannavacciuolo, Galleria Giovanni Bonelli, Milano

Il linguaggio adottato dall’artista si carica di toni spesso molto accesi, cui si aggiungono all’intera tavolozza cromatica, motivi geometrici o floreali. L’inquietudine è tangibile nella mancanza di uno spazio vuoto, l‘assenza totale di minimalismo si percepisce sin dallo sfondo, che spesso ricorda i motivi maiolicati tipici dell’artigianalità del Mezzogiorno. Ogni opera ha sullo spettatore un forte impatto visivo, catturandone immediatamente l’attenzione per lasciarlo poi contemplare le forme che piano piano emergono dall’armonico caos creato dall’autore.

Maurizio Cannavacciuolo (Napoli, 1954 – vive e lavora a Roma), dalla fine degli anni ’70, ha tenuto personali in moltissime gallerie e istituzioni pubbliche italiane ed internazionali. Tra le principali si segnalano: Sprovieri Progetti, Londra (2006-09); Baltic Centre for Contemporary Art, Gateshead (2005); Suzy Shammah, Milano (2004); Isabella Stewart Gardner Museum, Boston (2004-2016); Museo de Arte Contemporaneo, Santiago de Chile (2003); Museu da Repubblica-Galeria Catete, Rio de Janeiro (2002); Franco Noero, Torino (2001); Galleria Cardi, Milano (2000), Gian Enzo Sperone, Roma (1993-97), Sperone Westwater, New York (1996).

 

Maurizio Cannavacciuolo
testo in catalogo a cura di Michele Bonuomo
in collaborazione con Galleria Pack (mostra in corso fino al 26 marzo 2019)

Galleria Giovanni Bonelli
Via Luigi Porro Lambertenghi 6, Milano

Fino al 23 febbraio 2019

Orari: martedì – sabato ore 11.00 – 19.00

Info: +39 02 87246945
info@galleriagiovannibonelli.it
www.galleriagiovannibonelli.it

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