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GENOVA | Sala Dogana – Palazzo Ducale | 21 dicembre 2012 – 6 gennaio 2013

Marte può attendere (forse). Un tributo per Philip K. Dick a Genova

di FRANCESCA DI GIORGIO

Nel 1982 Philip K. Dick muore, a soli 54 anni, chi vi scrive, all’epoca, ne aveva solo 2.
La mia conoscenza dell’autore è postuma e, come tale, filtrata, in modo più o meno dichiarato dai media, su tutti la Settima Arte.
La vita di Dick è costellata dal suffisso “post”: autore post-moderno con gloria in post mortem e quello a Sala Dogana di Palazzo Ducale a Genova è un omaggio postumo inaugurato in un giorno, il 21 dicembre, la cui “importanza” darebbe maggiore responsabilità al post più che all’ante. E, poi, c’è quel ventuno della data che all’Apocalisse aggancia un peso, quello dell’anima nel film di Iñárritu. C’era la morte in quel film, la morte che incalza Dick fin dalla nascita e che lo ha colto prematuramente.
Visionario al punto di tradurre quel “dopo”, ricorrente nella sua esistenza, in una prefigurazione di eventi tangenti l’umanità tutta, disorientata, vagabonda e alla deriva del verosimile. Mai stati toccati più di così nel profondo perché, come diceva Einstein, la realtà è una illusione molto persistente e a trent’anni dalla morte le parole di P. K. Dick si rivelano ostinate.


Dato il numero degli artisti invitati si potrebbe annoverare la mostra tra le collettive, di successo, nel periodo natalizio ma l’inclinazione del curatore non risiede nel giustapporre nomi con un certo gusto ma nel cercare una traccia corale. E, qui, l’unisono è raggiunto da voci molto differenti tra loro ma non è un caso che il messaggio sia raccolto dal mezzo fotografico, quanto di più vicino al vero e al suo contrario.

I personaggi ritratti, prelevati dai racconti e dai romanzi di Dick, si collocano tra il comune e lo straordinario. Negli scatti degli artisti internazionali invitati a Genova da Giovanni Cervi c’è un’umanità in transizione, forse in fuga ma apparentemente immobile e questa potrebbe essere l’occasione (forse l’ultima) per trattenerla o lasciarla andare.

Ci sono le visioni più “familiari” da cui il cinema statunitense attinge a piene mani: dagli esseri preveggenti di Minority report (Rapporto di minoranza), nel film di Spielberg immersi nella vasca di deprivazione sensoriale, e così diversi rispetto al romanzo di Dick, nasce la donna Precog di Squp; i perdenti di Un oscuro scrutare – interpretati da Christian Rainer – richiamano ad una componente intima ed autobiografica (Dick era tossicodipendente). Ma sono ben rappresentati anche aspetti meno noti della scrittura di Dick e dal risvolto horror (Serena Zanardi si è ispirata al racconto Mele Avvizzite).
Questa è una mostra che prevede un seguito ed è un tributo a Dick con tutti i crismi: autore illustre poco stimato in vita (natural) durante e acclamato (ancora una volta) post.

HERE TODAY, MARS TOMORROW
a Philip K Dick Art Tribute
Un progetto di e a cura di Giovanni Cervi

Artisti: Arianna Carossa, Ludiko, Teresa Romano, Squp, Giulia Caira, Alessia Cocca, Eleonora Chiesa, Sara Magni, Serena Zanardi, Anna Palmer, Fernanda Veron, Christian Rainer, Sandra Hauser, Nuvola Ravera, Zaelia Bishop.

21 dicembre 2012 – 6 gennaio 2013
Inaugurazione vernerdì 21 dicembre ore 18.00

Sala Dogana
Palazzo Ducale,
Piazza Matteotti 9, Genova

Orari:
dal martedì alla domenica ore 15.00 – 20.00
Chiuso 25 dicembre, aperto 26 dicembre, 1 e 6 gennaio 2013

Info: saladogana@comune.genova.it
www.genovacreativa.it

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