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#SPECIALEGALLERIE #GALLERYATTHEFIRSTSIGHT

Mentre il 2022 si è aperto nell’atmosfera del “posticipo” (vedi Fiere ed opening rimandati in questa primavera in corso) per le gallerie italiane, e non solo per loro, si tratta di affrontare ancora un anno all’insegna dell’adattamento.
I temi su cui riflettere sono sempre tanti e abbracciano aspetti differenti che partono dalla programmazione di galleria, in presenza e online, agli strumenti e alle modalità di comunicazione, al ruolo del digitale e alle relazioni al di là di uno schermo. Non ultime le nuove sfide, prospettive e progetti da sviluppare cui una galleria non può mai prescindere pur nell’incertezza del momento.
Ultimi appuntamenti con la selezione di 26 gallerie con cui abbiamo deciso di iniziare il 2022 con uno slancio verso il futuro. Approfondimenti online di cui trovate una sintesi sul primo numero di Espoarte dell’anno: il #116.

(a cura di Francesca Di Giorgio)

 


TRENTO | CELLAR Contemporary 

Davide Raffaelli e Camilla Nacci


 

Il periodo storico che stiamo attraversando si sta rivelando un’occasione per riflettere sul ruolo delle gallerie come luoghi di vendita, di scambio, di progettazione ma anche spazi di sperimentazione artistica di scoperta o riscoperta di artisti.
Che cos’è oggi una galleria d’arte? Le gallerie d’arte possono essere ritenute ancora luoghi di sperimentazione? Potete raccontarci alcuni aneddoti, episodi ed esperienze personali (del passato o del presente) che facciano comprendere al pubblico cosa accade in galleria oltre ai classici momenti espositivi?
È difficile oggi dare una definizione univoca di galleria d’arte. Ciò che rende unica ogni galleria sono le scelte che intraprende, e i programmi espositivi e progettuali possono portare a risvolti imprevedibili: la riscoperta di un artista in qualche caso può essere considerata una scelta molto sperimentale. La nostra esperienza è quella di una galleria fondata da cinque anni con la solida base dello Studio d’Arte Raffaelli alle spalle, e la nostra mission è quella di portare avanti generazioni di giovani artisti nel solco dello know-how Raffaelli. Innovazione nella tradizione. Nel nostro caso abbiamo sviluppato bellissime collaborazioni tra noi, i nostri artisti, aziende e luoghi espositivi non convenzionali; produciamo oggetti d’artista in edizione limitata e ci siamo specializzati in quest’ambito sulla ceramica.

La prima limited edition di Laurina Paperina_il doppio posacenere in ceramica

L’esperienza della pandemia e il nuovo rapporto che si è venuto ad instaurare con la tecnologia e il digitale. Come avete continuato a portare avanti la vostra comunicazione, con quali strumenti e modalità? Questi strumenti, sviluppati a partire dalla necessità del momento, continuano ad essere parte integrante della vostra attività?
Possiamo dire che Cellar Contemporary è “nativa digitale”, nel senso che fin da quando abbiamo concepito il nostro sito internet, nel 2016, lo abbiamo integrato con una piattaforma e-commerce e con una sezione Journal che mette in comunicazione mondo fisico e mondo virtuale. Con la pandemia eravamo, quindi, in un certo senso già pronti a comunicare con il nostro pubblico attraverso i canali online. Da quando abbiamo ripreso le attività in presenza forse ci siamo concentrati maggiormente sulla qualità delle proposte fisiche, come la mostra di Brian Belott e il suo catalogo, in collaborazione con Lunetta11, e sui prossimi progetti in cantiere. Oggi, con il posticipo delle fiere bolognesi Arte Fiera e Booming, alle quali siamo iscritti, gli strumenti online ci sono tornati utili al massimo.

Installation view della mostra “Brian Belott, The Reassembler”, Cellar Contemporary Art, Trento

Il 2021 ha segnato la ripresa degli appuntamenti in presenza. Tra mostre in galleria e la vostra presenza nelle fiere di settore, che tipo di feedback avete avuto dal pubblico e dal collezionismo?
Abbiamo notato molta voglia di tornare alla normalità, al contatto fisico, alle strette di mano; se durante i periodi più duri le richieste da parte dei collezionisti avvenivano maggiormente online, nel 2021 siamo tornati a mostrare le opere dal vivo, sia in fiera sia in galleria e soprattutto qualche anteprima che custodiamo ancora nel nostro magazzino…

Qual è il vostro pubblico di riferimento e come lo avete visto cambiare nel tempo?
Il nostro pubblico è molto variegato, come lo è la nostra proposta: lavoriamo con artisti affermati, e le cui quotazioni sono più impegnative, che attraggono un pubblico più esperto e conoscitore dell’arte contemporanea, e con artisti molto giovani ed emergenti, che hanno quotazioni più accessibili e si rivolgono di conseguenza ai giovani collezionisti. Osserviamo che nei giovani collezionisti cresce la passione per l’arte e la voglia di conoscere e collezionare.

Qual è, invece, il vostro personale rapporto con gli altri attori privati (le altre gallerie del vostro territorio) e le istituzioni come Musei e Fondazioni?
Abbiamo ottimi rapporti con le altre gallerie, sia sul territorio (siamo associati Aspart) sia a livello nazionale: siamo membri anche di ANGAMC – Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e crediamo fortemente nell’unione tra colleghi, sia per progetti espositivi, che danno forza e autorevolezza al nostro ruolo culturale, sia per tutelarci a livello legislativo come categoria. Per quanto riguarda le istituzioni, soprattutto sul territorio, abbiamo sviluppato in passato proficue collaborazioni (per esempio al Forte di Civezzano e al Palazzo Conti Martini di Mezzocorona) e il dialogo è costantemente aperto, ma ci sono ampi margini di miglioramento.

Installation view della mostra “Ubergang” al Forte di Civezzano

Le Gallerie continuano ad essere tra i pilastri del Sistema e sono considerate come un punto di riferimento per artisti, collezionisti e non solo ma oggi più che mai dobbiamo chiederci: di che cosa avete bisogno in questo momento?
Abbiamo bisogno che questo ruolo venga ribadito e riconosciuto, anche dalla politica e dalle istituzioni.

Spesso si parla di mancanza di coraggio da parte del sistema dell’arte ma oggi nel mercato dell’arte contemporanea è ancora possibile assumersi margini di rischio? Da quando siete di Galleria a quali cambiamenti sostanziali ha assistito nel mercato dell’arte?
Al contrario, la pensiamo diversamente: intraprendere la professione di gallerista (o in generale una professionalità nel mondo dell’arte contemporanea) è già di per sé un atto coraggioso, mentre per quanto riguarda le scelte troviamo sia inevitabile osservare i mercati dell’arte, pur mantenendo la propria indipendenza nelle scelte curatoriali. Sicuramente lo spostamento online di una grande fetta di mercato, e di conseguenza la sua maggiore accessibilità a tutti, è il cambiamento maggiore a cui abbiamo assistito negli ultimi anni.

Zana Masombuka, NODUGWANA VI, Digital print, printed on Archival Ilford Textured Silk 270 gsm Paper 594 x 841 mm except for “Time VI” which measures 541 x 1000 mm Ed. 10

Nuove sfide e prospettive. Progetti da sviluppare o in cantiere?
Vorremmo proseguire i nostri contatti con l’estero, in particolare con gli Stati Uniti e il Sudafrica, che abbiamo purtroppo interrotto dal 2020… Ci stiamo lavorando!

MOSTRA IN CORSO:

ZANA MASOMBUKA | Time + Nodugwana: An Ode to My Grandmother

Fino al 15 maggio 2022

CELLAR CONTEMPORARY
Via San Martino 52, Trento (TN)

Info: +39 0461 1481271
info@cellarcontemporary.com
https://www.cellarcontemporary.com/

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