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COMO | San Pietro in Atrio | 7 – 30 agosto 2015

Intervista a MR. SAVETHEWALL di Francesca Di Giorgio

Dopo aver mischiato le carte con ironia, pescando tra immagini ”facili”, famose e stereotipate: ha mandato in fiamme la casa del Mulino Bianco (La famiglia del Mulino Bianco non esiste!, 2014) e immaginato Geppetto che compra Pinocchio all’Ikea (Pinocchio figlio mio!, 2013) ecc…
Pierpaolo Perretta, in arte Mr. Savethewall, da tempo, ha preso di mira la visione “mercato-centrica” del mondo dell’arte e la famigerata “bolla speculativa” con il progetto Balloon Art e la banconota da one Dollart dove ad esplodere è un simbolo come il Ballon Dog di Jeff Koons da cui fuoriescono 10.000 banconote one Dollart, nuova unità di misura del “valore” dell’arte. Per riflettere, più che criticare, lo status dell’arte, almeno dal punto di vista della sua mercificazione.

Mr. Savethewall, La famiglia del Mulino Bianco non esiste!, 2014 spray su tela e resina, cm 70x100

Si considera un’artista di strada ed usa un linguaggio molto riconducibile alla matrice street ma visto che non ama fossilizzarsi su modi e temi da qualche tempo sta esplorando anche la fotografia nella serie LifeShot.
Per rappresentare i momenti fondamentali della vita di un uomo, l’artista lavora sul tema del ritratto: 16 scatti sintetizzati da 16 oggetti personali (la sveglia, la clessidra, la scacchiera, lo specchio, il teschio…), 8 selezionati dall’artista e 8 da chi partecipa all’esperienza performativa tra gli altri (Bruno Barbieri, Denis Curti, Luca Beatrice…)

Mr. Savethewall, Pinocchio figlio mio!, 2013 spray su cartone, cm 90x56

La mostra, che apre questa sera in San Pietro in Atrio a Como, la sua città, fa un passo indietro, e racconta The Story, la storia di un ragazzo che aveva un posto sicuro da manager e, ad un certo punto, decide di assecondare una passione che aveva sin da bambino… Tra le “voci narranti” , in prima fila, Chiara Canali, la curatrice che ha sostenuto Mr. Savethewall sin dagli inizi…

La mostra in corso a Como fa il punto sul tuo lavoro e i testi della monografia, edita per l’occasione, raccontano “la storia” appunto, di Mr. Savethewall. Puoi dirci con quale “filosofia” è nato questo progetto?
La scelta di dedicarmi totalmente all’espressione artistica ha i suoi natali a Como e da quando sono “uscito allo scoperto” dicendo «eccomi, Mr. Savethewall sono io» si è stretto in torno a me interesse, affetto, sostegno da parte della mia città. È stato un riconoscimento corale e devo molto a questa generosa città cui voglio dedicare una sintesi dei miei lavori con gratitudine. Inoltre, proprio lo scorso agosto, grazie ad una menzione sul New York Times, sono stato meta di centinaia di appassionati da tutto il mondo e i miei lavori sono oggi in tutti i continenti. Ho scelto pertanto il periodo dell’anno in cui i miei concittadini sono più rilassati, meno presi dai vorticosi ritmi lavorativi e in cui gli appassionati d’oltralpe e d’oltre oceano possono venire in Italia e godersi la mia arte e la mia città. È la prima, ma anche l’ultima mostra che farò a Como… dopo di che vorrei guardare altrove.

Mr. Savethewall, LIFESHOT - Bruno Barbieri, 2015 stampa fine art, cm 140x100

Da tempo hai preso di mira la bolla speculativa dell’arte con il progetto “Balloon Art” e la banconota da “one Dollart”… Cosa significano per te queste azioni/prese di posizione nei confronti del sistema dell’arte?
Significano davvero molto. Ho una visione molto disincantata della vita, figuriamoci del mondo e del sistema dell’arte.
Sono la sintesi di una riflessione estrema, frutto di analisi struggenti, di conflitti interni, di un tormento costante che mi ha visto spendere notti intere sui libri, su internet, con altri artisti o persone comuni… In un corto circuito che ha generato l’intero progetto. Voglio sottolineare che non c’è ipocrisia in questo pensiero. Non critico il sistema, non mi permetto assolutamente di criticare. Piuttosto fotografo con disincanto uno dei tanti aspetti, uno dei tanti punti di vista di cui si parla. La mia espressione artistica è nata fuori dal mondo dell’arte e fuori dal suo sistema. In strada. Con regole diverse da quelle della strada tanto da inventare, senza accorgermi, una nuova forma di street art rispettosa della cosa pubblica e del bene comune, fatta su cartone o carta da pacchi per un’esigenza pratica. Il mio interesse era comunicare e far riflettere sulla vita e sulla società, non fare arte. Poi ho conosciuto il mondo dell’arte e ci ho perso il sonno. Dovevo porre un punto a queste riflessioni. Ho creato il progetto Balloon Art. Per me è fondamentale! Lo rifarei.

Mr. Savethewall, Balloon Art, 2014 veduta dell’installazione a The Others

Disegni a mano libera da sempre ma la tua cifra stilistica è diventata lo stencil… Perché questa scelta?
Sono assillato dall’idea di non fare sempre la stessa cosa. Non posso. Inoltre c’è un istinto che mi dice cosa fare. Un intuito. Ho cominciato a mischiare stencil e colori ad olio… poi mi sono stancato e ho scelto l’installazione. Poi ho creato Lifeshot e mi sono affacciato alla fotografia. Sono in preda a continue evoluzioni del mio lavoro.
Lo stencil mi affascina perché è pulito, immediato e risponde ad un’esigenza formale ma anche filosofica che mi accompagna da sempre: togliere, togliere e poi ancora togliere tutto il superfluo fino a che questa sottrazione è possibile.
Nello stencil si può arrivare all’essenza, alla semplicità di lettura, quasi all’asetticità del gesto grafico per far emergere il messaggio immediato. Il pugno nello stomaco o la carezza che ti commuove inaspettatamente.
Tuttavia, sapere che in qualunque momento posso prendere in mano un pennarello e disegnare, mi da sicurezza e mi fa stare bene.

Mr. Savethewall, LEX, 2015 spray su tela, cm 70x120

Dato che molti assimilano velocemente il tuo lavoro alla street art tout court. Come sei visto e che tipo di contatti hai con chi fa arte in strada?
La mia è una forma di street-art… come quella delle iscrizioni rupestri, dei geroglifici, e anche dei graffitari e penso che ne sia un’evoluzione onesta.
Ho dichiarato che la strada è il posto dove si possono far passare certi messaggi ma lo voglio fare secondo l’educazione che ho ricevuto, quindi sempre rispettando la proprietà degli altri. Questo rispetto ha portato all’apprezzamento globale del mio lavoro tranne che per gli street artists integralisti.

In riferimento al tuo lavoro si parla anche di Pop Art…
I miei modelli sono oggi fondamentalmente Duchamp e Manzoni per la forza della riflessione concettuale e la prolificità progettuale. Mi affascina tutta la storia dell’arte in generale e tutto ciò che è espressione della capacità umana. Vedo arte anche in ciò che non lo è ufficialmente considerato. Tra i viventi mi piacciono Cattelan, Hirst, Koons perché hanno saputo interpretare perfettamente la contemporaneità come adoro letteralmente i lavori di Pejac che, secondo me, oggi, è andato “oltre” unendo forma e contenuti meglio di chiunque operi sulla strada.

Mr Savethewall. The Story
a cura di Chiara Canali
Con il supporto di Comune di Como, Assessorato alla Cultura
Como 2015, Cultural Capital
Organizzazione Associazione Culturale Art Company

catalogo vanillaedizioni

7 – 3o agosto 2015
Inaugurazione venerdì 7 agosto ore 18.00

Orari: da martedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.00

Info: info@artcompanyitalia.com (+39 334 9953441)
www.savethewall.it
www.lifeshot.it


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