BRESCIA | COLOSSI ARTE CONTEMPORANEA | 7 febbraio – 9 aprile 2015
La stagione espositiva 2015 di Colossi Arte Contemporanea inaugura con una duplice personale: Caos di Massimo Caccia, a cura di Anna Lisa Ghirardi e Allegria di Naufragi, a cura di Chiara Canali.
Vi abbiamo dato già ieri qualche anticipazione sulla mostra di Massimo Caccia. Ora ci concentriamo sul nuovo progetto delll’artista bolognese Luca Moscariello, classe 1980, che è stato recentemente finalista del “Premio Lissone 2014” e del concorso “Mantegna cercasi”.
Il titolo della personale Allegria di Naufragi, citazione dal nome della prima raccolta poetica di Giuseppe Ungaretti, si ricollega metaforicamente alla modalità operativa di Luca Moscariello che costruisce le sue opere pittoriche attraverso una progressione di ossimori, paradossi e dicotomie visuali tra l’apparenza squillante dei colori e la profondità di silenzio in essi celata.
La mostra si compone di una trentina di olii e tecniche miste su tavola e da tre sculture inedite in terracotta monocromatica. Se visivamente queste composizioni di Moscariello sembrano inaspettatamente rievocare le zattere del progetto performativo Swimming Cities con cui l’americana Swoon ha navigato prima il Mississippi e poi il Mar Adriatico, in realtà per l’autore il riferimento concettuale e iconografico alla zattera, al relitto, è un pretesto per una riflessione sullo stato della pittura e sulle possibilità di consunzione e resistenza dell’immagini.
Nelle sue opere il naufragio del vascello, la sparizione del bastimento e la sostituzione della zattera nei vessilli bicolore, nei festoni variopinti e nei suoi elementi portanti si trasforma in un fluttuante accumulo di immagini apparentemente solari e cariche in superficie, ma che in sostanza presagiscono a una nuova iconoclastia. Questo nuovo ciclo di lavori, intitolato “Damnatio Memoriae” si fa portavoce di un processo di cancellazione delle vestigie oggettuali rivelando un dispositivo di progressiva apparizione e scomparsa. Come afferma l’artista: “palesandosi, l’oggetto manifesta l’impossibilità della propria peculiarità; nell’essenza della sua manifestazione si esplica l’assenza”.
Nella ricerca di Moscariello sembra definirsi quella che lo studioso Paul Virilio chiamava “estetica della sparizione”: mentre in passato l’arte occidentale è stata dominata dall’estetica dell’apparizione perché, tradizionalmente, l’immagine nasce e prende forma a partire da un supporto materiale, oggi l’arte partecipa a un processo di eliminazione del reale che testimonia l’inatteso e l’assenza e si confronta con la catastrofe e con il dramma.
L’artista sembra dirci che quando si vede troppo non si può più immaginare nulla, in una confusione babelica dove “tutto sprofonda nell’indistinto e ben presto nell’indifferenza” (Virilio). Assistiamo a una sorta di naufragio della figurazione, a un paradosso della forma, a un inganno del tempo che anziché riportare le immagini nella loro interezza le sottopone a un processo di immersione per renderle più stabili e comprensibili rispetto al caos calmo della superficie.
Accelerando la percezione della realtà, fino alla sua velocità di sparizione, l’arte di Moscariello ci restituisce il ricatto sensoriale di un’opera oggettiva, tangibile, che riaffiora dagli abissi come fenomeno di ostinata resistenza delle immagini al consumo della memoria e che testimonia la finitezza del mondo e i suoi limiti.
Luca Moscariello. Allegria di naufragi
a cura di Chiara Canali
7 febbraio – 9 aprile 2015
Galleria Colossi Arte Contemporanea
Corsia del Gambero 13, Brescia
Info: +39 030 3758583
www.colossiarte.it