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NORVEGIA | ISOLE SVALBARD

Intervista a ROBERTO GHEZZI di Nicoletta Provenzano

Spingendosi nei territori estremi della terra artica, nelle Isole Svalbard dove orizzonte e orientamento, ere e confini si annullano e dilatano per trovare l’infinità di un limen spaziale e temporale, la ricerca artistica di Roberto Ghezzi – in residenza a Longyearbyen presso lo Spitsbergen Artists Center dal 12 luglio al 5 agosto 2023 per il progetto The Polar Stream, a cura di Mara Predicatori, patrocinato dall’Istituto Italiano di Cultura a Oslo, realizzato in collaborazione con la dott.ssa Fabiana Corami del CNR ISP (Istituto di Scienze Polari) Phoresta ETS e il videomaker Leonardo Mizar Vianello – si permea sempre di più della relazione con la natura, lasciata libera di agire direttamente sul supporto, in questo caso digitale, approdando a Naturagrafie realizzate con il medium del video.
Immergendosi nelle profondità dei ghiacci nel segreto intimo della materia e della sua fusione, la forza inarrestabile del mutamento, l’indefinibile e lo sconfinato si amalgamano nella ricerca dell’artista in nuovi sguardi e prospettive, attraverso un misterico e originario equilibrio tra arte e natura, un atto creativo libero e un rapporto intenso con il paesaggio, descritto nell’intervista che segue.

Roberto Ghezzi, The Polar Stream, 2023. Courtesy l’artista

Dalla pluralità e diversità epifanica del paesaggio, dalla libertà e potenza semantica della natura la tua ricerca poetica si immerge nella forma e nello spirito del luogo, nella contemplazione e nell’appartenenza ad una vastità illimitata, si interroga su legami e tangenze, segno e significazione del tempo nello spazio naturale. Che volto ha per te la realtà? Che rapporto hai con lo spazio oltre la dimensione del sé e quanta libertà lasci, nel flusso creativo delle tue opere, all’elemento naturale?
Ogni mia ricerca a prescindere dal luogo è mossa da una forte esigenza di confronto e dialogo con il dato reale. È certamente questo uno dei presupposti che hanno portato alla nascita delle Naturografie, un volontario abbandono della rappresentazione in favore di un’azione diretta del paesaggio sui supporti. Fare un passo indietro per lasciare campo libero all’agire naturale sulla tela ha cambiato la mia posizione nell’ambito dell’atto creativo, facendola aderire completamente a certe convinzioni anche extra artistiche. La ricerca di una comunione profonda con l’ambiente che mi circonda, fatta di ascolto e di accoglienza, mi ha sempre dato l’illusione di poter far percepire la mia presenza al paesaggio che attraversavo.

Roberto Ghezzi, The Polar Stream, 2023. Courtesy l’artista

Cosa ti ha più colpito di questa residenza alle Isole Svalbard? Cosa senti ti stia lasciando e come sta agendo in te? Che suggestioni o rivelazioni senti affiorare nella tua ricerca?
Le Isole Svalbard sono il luogo abitato più a nord del mondo, dove si dice ci siano più orsi che uomini. Non so se sia realmente vero. Certo è un luogo estremo di una bellezza disarmante che tuttavia non può essere vissuto completamente secondo le istanze classiche delle mie precedenti esperienze, e quindi solitudine assoluta, cammino, ascolto. A causa del pericolo orsi polari, non si può uscire dalla città soli senza guide armate. Io ho avuto la fortuna di farmi accompagnare da alcuni locali, e quasi ogni giorno per un mese sono salito sul ghiacciaio Longyearbreen. Per questa residenza avevo in mente di scendere nelle profondità del visibile, attraverso l’utilizzo di strumenti ausiliari come video macro, microscopio digitale e videocamera, per trasferire poi alcuni dei dati raccolti in supporti analogici mediante la cianotipia. Mi affascinava l’idea del microcosmo che si cela all’interno del ghiaccio, un universo dove masse d’acqua gelata imprigionano bolle d’aria vecchie di secoli. Tutti aspetti che, come le forme dei cristalli di ghiaccio e la qualità dell’aria intrappolata negli icebergs, sono di profondo interesse anche per la scienza. Ma sicuramente l’elemento più interessante di questa esperienza è stato utilizzare il concept della naturografia attraverso il video: ho infatti lasciato scendere lungo le acque di fusione del ghiacciaio micro videocamere completamente libere da vincoli. Un video quindi letteralmente girato dal ghiacciaio in fusione che ripropone lo stesso connubio che si ha durante la creazione delle naturografie su tela, ma stavolta su supporto digitale.

Roberto Ghezzi, The Polar Stream, 2023. Courtesy l’artista

Come cambia rispetto al luogo la tua scelta del mezzo artistico?
Durante una residenza artistica la ricerca si deve plasmare con il luogo, altrimenti non avrebbe senso il concetto stesso di residenza. Ho scelto le Svalbard d’estate per poter interagire con un determinato fenomeno, ma poi ogni progetto di fronte al paesaggio che trova, agli imprevisti e via dicendo, può cambiare molto dall’idea iniziale.

Roberto Ghezzi, The Polar Stream, 2023. Courtesy l’artista

Nel viaggio in territori estremi in cui il limite si fa presenza fisica e senso-percettiva, senti un avvicinamento e una comprensione rispetto a questo concetto? L’arte si fa scoperta del valore magico e alchemico dell’elemento naturale?
Posso dire che la mia pratica artistica è un lento cammino di conoscenza e innamoramento nei confronti di un luogo, dai disegni alla naturografia, passando attraverso l’arrampicata, la lettura, il consulto con i locali, lo scrivere, ecc. Tutto mi porta ad una unione sempre più profonda che una foto o un dipinto mai potrebbero, da soli, compiere.

Roberto Ghezzi, The Polar Stream, 2023. Courtesy l’artista

La pura percezione visiva di uno spazio dinamico in continuo mutamento sembra avvicinarsi alla concezione goethiana della Natura come “vita e successione da un centro ignoto verso un confine non conoscibile”, la tua ricerca attraverso luoghi ed ecosistemi mette in evidenza l’estetica del paesaggio nel suo orizzonte costante e mutevole in una autorappresentazione che esula dalla narrazione in favore del simbolo immaginale attivando una relazione immediata, intuitiva ed empatica; che ruolo ha per te la metamorfosi, intesa come chiave dei segni di natura?
Credo che le mie opere siano metamorfosi quotidiana e perenne, in quanto create con e attraverso il paesaggio, nel tempo. La realtà, lo sappiamo, è inafferrabile, e nel momento in cui provi a fissarla è già altrove. Questo aspetto dinamico e irraggiungibile della natura mi ha sempre limitato quando utilizzavo i mezzi classici, ma mi affascina adesso che non temo il cambiamento anzi, lo accolgo.

Roberto Ghezzi, The Polar Stream, 2023. Courtesy l’artista

Nell’inevitabile traccia anche datica di un cambiamento climatico, con cui ci stiamo confrontando nel corso degli anni in modo sempre più drammatico, come senti che l’arte possa dialogare con la scienza, quanto dell’una entra nell’altra e quanto l’osservazione fenomenica diviene espressione originaria di una esperienza artistica e forma basale del dato scientifico? Scienza e Arte sono entrambe figlie della poesia come sosteneva Goethe?
Arte e scienza possono aderire ugualmente alla stessa opera, come una naturografia che può avere valenze estetico-concettuali interessanti per il contemporaneo o costituire una matrice di raccolta dati d’interesse biologico. O un video girato “da” un ghiacciaio durante la fusione, o una cianotipia che rende immagine (poesia, per citare Goethe) un aspetto che un glaciologo aveva raccontato attraverso dei dati, come è successo per la Groenlandia e l’alga rossa, e come mi auspico possa succedere anche per questa ultima esperienza. Ma anche l’aspetto divulgativo, l’incredibile potere di comunicazione che possiede l’arte, riuscendo a percorrere vie inusuali e sconosciute alla scienza, e spesso a precorrerle, indicando traiettorie sconosciute, punti di vista nuovi e meravigliosi.

Roberto Ghezzi, The Polar Stream, 2023. Courtesy l’artista

 

THE POLAR STREAM
un progetto di Roberto Ghezzi
a cura di Mara Predicatori
con il patrocinio di Istituto di Cultura a Oslo
in collaborazione con dott.ssa Fabiana Corami CNR ISP – Istituto Scienze Polari
Elizabeth Bourne – Spitsbergen Artists Center
Phoresta ETS (Ente Terzo Settore)
il videomaker Leonardo Mizar Vianello
Residenza alle Isole Svalbard, Norvegia
Spitsbergen Artists Center – Vei 100.2 Longyearbyen Norway 9130

12 luglio – 5 agosto 2023

 

Info: Communication & media relations
Amalia Di Lanno – info@amaliadilanno.com
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