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BAGNACAVALLO (RA) | Ex Convento di San Francesco | 19 settembre – 8 novembre 2015

di GIUSEPPE ALLETTO

Ogni viaggio iniziatico vede l’eroe impegnato ad affrontare l’oscurità, il caos e la dispersione per riemergere poi, vincitore, alla luce e all’ordine. Egli compie quella sorta di “risalita” che viene detta Anàbasi.
Così, agli occhi dello spettatore, la mostra di Agostino Arrivabene, in corso nell’ex convento di San Francesco a Bagnacavallo (RA), a cura di Diego Galizzi, appare come qualcosa di più di una semplice mostra. Mai come in questo caso l’esposizione è anche e soprattutto un “percorso”.
E qual è il Percorso per eccellenza se non quello che si suole definire “iniziatico”? Esso può essere spiegato solo per mezzo degli archetipi, le forme simboliche più alte e universali. La chiave per comprendere il senso profondo del “percorso”, il quale non è altro che una grande metafora del ciclo cosmico vita-morte-rinascita, è la Metamorfosi.

Agostino Arrivabene - Il sogno di Asclepio, 2015, tempera e olio su legno antico, cm 74x127

Da sempre, nelle tele di Arrivabene, meravigliose efflorescenze multicolori nascono improvvise da corpi nudi o, ancora, volti di eroi mitici o di dame rinascimentali mutano in sostanze cristalline e filamentose, quasi fasci di luce, celebrando una sorta di rito alchemico che impone la sublimazione della materia. Il tragitto che dalle tenebre conduce alla luce non riguarda solo i personaggi dei suoi quadri: un percorso di sublimazione del tutto simile investe la materia pittorica stessa. In questo senso la pittura di Arrivabene è sempre “alchemica” e iniziatica. Nel pittore cremonese non c’è distinzione tra tecnica e pensiero. I pigmenti puri che brillano preziosamente sulle sue tele e le divinità metamorfizzate di alcune sue scene, o ancora il nudo corpo di Ganimede che si stacca dal suolo per levitare e la raffinatezza estenuata delle stratificazioni di velature, sono tutti aspetti diversi di una ricerca che punta incessantemente ad un unico e medesimo risultato: la sublimazione, la catàrsi, l’anàbasi.

Agostino Arrivabene, Rapture (Ganimede), 2012, olio su lino, cm 180x230

Forse è proprio nell’assenza di contraddizione tra oggetto e idea, tra significante e significato, tra estetica e poetica che Arrivabene, fra i pochi nel nostro tempo, riesce a cogliere lo spirito degli antichi maestri. Ad arricchire il valore dell’esposizione l’estetica decadente degli spazi dell’ex convento, con le pareti divorate dal tempo. L’allestimento ha così il merito di “doppiare” la riflessione condotta da Arrivarne sulla caducità dell’esistenza e sul rapido trascolorare della vita in morte e della morte in vita.

Agostino Arrivabene, Il nuotatore d'abissi, 2012, olio su lino, cm 155x250

Agostino Arrivabene, autentico “nuotatore d’abissi” (per citare il titolo di un suo bellissimo dipinto), scandaglia le aree più oscure della psiche umana e, dopo aver spinto la sua indagine fino a profondità pericolose e insondabili, ne riemerge purificato alla luce della bellezza della scrittura pittorica.

AGOSTINO ARRIVABENE. Anàbasis
a cura di Diego Galizzi
Organizzazione: Museo delle Cappuccine – Comune di Bagnacavallo
In collaborazione con la Galleria Giovanni Bonelli

19 settembre – 8 novembre 2015

Ex Convento di San Francesco
via Luigi Cadorna 10, Bagnacavallo (RA)

Orari: da martedì a venerdì 15.00 – 18.00
sabato e domenica 10.00 – 12.00 / 15.00 – 18.00

Info: +39 0545 280911
centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it
www.museocivicobagnacavallo.it
www.galleriagiovannibonelli.it


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