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VERMIGLIO (TN) | Forte Strino | 9 luglio – 18 settembre 2022

Intervista ad ANDREA CEREDA di Matteo Galbiati

L’estate di Vermiglio (TN) torna a parlare con i linguaggi dell’arte contemporanea, ospitando, nella sempre suggestiva cornice di Forte Strino, una nuova mostra che porta un autore di oggi a misurarsi con la sua storia, il suo ambiente, il suo paesaggio e le sue memorie, qui tanto presenti e così intensamente significative.
Firma nuovamente la curatela di questo progetto Serena Filippini che ha chiamato Andrea Cereda a dialogare con il forte, edificato dagli austriaci sul finire del XIX secolo, e il suo percorso espositivo e il suo racconto museale. La scultura dell’artista, che ha in sé il segno del tempo trascorso del materiale, le cuciture “urgenti” (come le definisce lo stesso Cereda) con cui la sua mano e il suo pensiero ri-assemblano le lamiere e i tondini, vive di forme dinamiche, predisposte all’adattamento e alla versatilità del dialogo.

Andrea Cereda. Dal lato oscuro, veduta della mostra (Custodi), Forte Strino, Vermiglio (TN) Courtesy l’artista

La sua opera insegue sempre una connessione attiva, disponibile, aperta nei contenuti che non si piegano mai all’esclusività della circostanza. Idea, istinto, esperienza, immaginazione, reciprocità sono così i caratteri che legano le riflessioni dell’artista a quelle dello spettatore in un avvincente scambio di suggestioni sempre valide.
Abbiamo intervistato Andrea Cereda e con lui scopriamo i contenuti di questa sua personale intitolata Dal lato oscuro:

Ti piace che la tua scultura abbia un dialogo reciproco con il luogo che l’accoglie e, a Forte Strino, hai trovato un ambiente davvero suggestivo e carico di storia ed emozioni: come hai scelto di intervenire in questo ambito? Quali opere hai voluto selezionare per questa occasione e come le hai connesse con quanto le circonda?
Occupare uno spazio con un’installazione è sempre una sfida, una sfida che vede due contendenti: l’opera e il luogo che la ospita. Quale dei due prevarrà? Chi soccomberà alla potenza dell’altro?
È un dubbio legittimo che ogni artista si pone nel valutare il posizionamento del proprio lavoro, soprattutto quando lo spazio ha una connotazione così forte e incombente come nel caso del Forte Strino. Pensando ai miei lavori all’interno della struttura militare di Vermiglio, non ho dovuto affrontare questa preoccupazione.

Andrea Cereda. Dal lato oscuro, veduta della mostra (Gestazione), Forte Strino, Vermiglio (TN) Courtesy l’artista

Nell’istante in cui ho visitato gli spazi, ho avuto chiara la visione di come, quello che solitamente è uno scontro fra “potenze”, potesse in realtà trasformarsi in un dialogo perfetto. Storia e contemporaneità, hanno molto da raccontarsi.
Insieme alla curatrice Serena Filippini abbiamo scelto di esporre una serie di lavori con una visione molto introspettiva, capaci in relazione allo spazio, di generare nello spettatore un “effetto Larsen”.
Un rimbalzo di onde emotive fra le due componenti: una roccaforte della Grande Guerra con all’interno opere decisamente incentrate sull’aspetto più intimo dell’uomo.

Alla luce di queste scelte, cosa ti ha maggiormente colpito di Forte Strino, luogo carico di una storia importante e depositario di memorie da non dimenticare?
Un luogo così denso di storie di uomini che hanno combattuto, prima contro altri uomini e poi contro la propria coscienza, ha fatto sorgere in me più domande che risposte. Domande che cercano continuamente riscontro nell’animo umano, che è sempre pronto a deludere le aspettative di grandezza che promette, e nella Storia, da cui non riusciamo ad imparare niente.

Assessore Valentina Mariotti, Andrea Cereda, Serena Filippini

Quale opera inedita hai voluto realizzare per questa mostra? Come interpreta e catalizza – in questo caso nello specifico – l’energia di questo ambiente?
L’opera fulcro del progetto espositivo di Forte Strino, che ha dato anche il titolo alla mostra, è Dal lato oscuro. Un lavoro inedito che evoca la spada nella roccia vista da una prospettiva diversa.
Un’opera che parla dell’importanza di conoscersi in profondità, della necessità di entrare in contatto con la zona più buia del proprio essere per affrontare gli irrisolti e diventare finalmente consapevoli e padroni di sé stessi. L’ambiente che ospita quest’opera, con le sue atmosfere così evocative e potenti, è il luogo ideale per un lavoro come questo. Sembra quasi che l’opera sia nata lì o che comunque ci sia sempre stata. Quasi un testimone delle storie vissute al suo interno. 

Dal lato oscuro, titolo della tua personale, cosa vuole testimoniare e lasciare a chi la visita?
Come amo ripetere, penso che un’opera d’arte (e di conseguenza una mostra) non debba mettere in relazione chi la guarda con chi l’ha fatta, ma deve porre l’osservatore in relazione con sé stesso. Solo se ciò avviene posso ritenere “l’esperimento” riuscito.

Andrea Cereda. Dal lato oscuro, veduta della mostra (Chrysalis), Forte Strino, Vermiglio (TN) Courtesy l’artista

Quali sono gli interrogativi o gli spunti che, da artista, vuoi che emergano come dimensione di senso dal tuo lavoro? Cosa guarda la tua ricerca?
Gli interrogativi sono la base per giungere a nuovi punti di partenza. La domanda che più di frequente mi pongo è: come posso comunicare un concetto senza ripercorrere strade già calcate? È più giusto comunicare in modo didascalico o è preferibile “suggerire” e lasciare che sia l’osservatore a trarre le proprie conclusioni?
Arrivo dal mondo della pubblicità milanese dove ho lavorato per trent’anni in qualità di Art Director e l’abitudine a non dare mai niente per scontato e non accontentarmi di soluzioni facili fa parte del mio bagaglio culturale.
Sono molto attratto da tutti gli aspetti che riguardano l’animo umano. È lì che punta la mia ricerca. 

Che ruolo ha, quindi, la scultura, con la sua solidità, la sua forza, ma anche la sua delicatezza e la sua intimità, nel contesto attuale delle arti e della società, ormai abituata a “guardare velocemente”?
Contrariamente alla pittura, che nelle due dimensioni contiene la presenza della terza e quindi più assimilabile al concetto di virtuale, la scultura con il suo “corpo” reale, consente di essere vista da tutte le angolazioni, non nasconde niente, è concreta. Forse meno magica, ma sicuramente più sincera.
Ritengo che operare in campo artistico oggi, non significhi più solo indagare la forma o il colore o generare un’effetto spettacolare fine a sé stesso; credo comporti una sorta di responsabilità (quasi un obbligo) di comunicare un messaggio, un valore sociale o comunque lanciare nell’etere storie che coinvolgano e aiutino a ragionare sul senso dell’esserci. 

Andrea Cereda. Dal lato oscuro, veduta della mostra (Chrysalis), Forte Strino, Vermiglio (TN) Courtesy l’artista

Ci sono altri progetti che ti attendono nell’immediato futuro?
Sempre. Mentre realizzo (intendo dire dal punto di vista esecutivo) un progetto, mi si aprono nuovi spunti, idee, nuovi messaggi da “inviare”. Li lascio in un angolo della mente a fermentare fino a quando, pronti per uscire allo scoperto, sentono la necessità di essere espressi fisicamente. Mi sono ripromesso, e spero di tener fede a questa promessa, di realizzare solo progetti in cui credo molto perché mi dispiacerebbe un giorno, voltandomi indietro, guardarli e non volerli riconoscere come miei.

Andrea Cereda. Dal lato oscuro
a cura di Serena Filippini

9 luglio – 18 settembre 2022

Forte Strino
Vermiglio (TN)

Orari: 3 luglio – 4 settembre tutti i giorni 10.00-12.30 e 14.00-18.30; 5-25 settembre tutti i giorni 14.00-18.00; apertura serale fino al 25 settembre ogni mercoledì a partire dalle ore 21.00 con visita guidata gratuita

Info: www.vermigliovacanze.it

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