BESANO (VA) | Museo Civico dei Fossili di Besano | Fino al 31 ottobre 2023
di MATTEO GALBIATI
Emma Wedgwood (1808-1896) è un nome che, benché nata in una illustre famiglia di solidi principi, ma anche di aperta ed emancipata visione, poco ci dice se non viene associato al suo cognome da nubile quello da sposata: Darwin. Emma Wedgwood Darwin è stata, infatti, l’amata moglie del ben più noto marito Charles Robert Darwin (1809-1882), naturalista e scienziato, padre della teoria evoluzionista delle specie animali e vegetali. La signora Emma, pur avendo una solida fede religiosa, con una straordinaria intuizione e una lucida onestà intellettuale, non si oppose alle idee rivoluzionarie del marito, non contrastò il rigore agnostico con cui affrontava i suoi studi che, in fondo, sono andati contro una struttura di pensiero consolidata e dominante.
La sfida alla mentalità scientifica di allora non venne ostacolata da lei e sempre fu da sostegno per il lavoro e le ricerche di Charles. A questa silenziosa figura di donna, nella cui grandezza di pensiero troviamo la volontà di osservare la ricerca del principio di verità cui tendeva il marito, e all’armoniosa bellezza dei loro perfetti contrasti, si è ispirata Carla Iacono per la sua personale al Museo Civico dei Fossili di Besano nell’omonimo paese in provincia di Varese, celebre per conservare – ricorre proprio quest’anno il trentennale del suo ritrovamento – il fossile di Besanosaurus leptorhynchus, una specie di ittiosauro del Triassico unico al mondo, caratteristica di quel mare che originariamente contraddistingueva questa zona oggi di montagna.
Può sembrare una combinazione inammissibile, improbabile, unire la ricerca di una artista contemporanea, una collezione di fossili e la riflessione – mai comunque banale o fin troppo esaurita – sull’identità delle donne attraverso una figura femminile osservata in chiave militante. Eppure questi “ingredienti” trovano una misura di equilibrio nella composta eleganza con cui Iacono ha imbastito la narrazione della sua personale Le spose di Darwin e accade così che a Besano l’artista genovese porta una testimonianza coerentemente connessa al luogo sviluppando una serie di opere che si dispongono direttamente negli spazi disponibili delle teche come se i suoi collages e le sue installazioni appartenessero da sempre al percorso museale.
Questo modo di operare definisce, del resto, la logica del suo fare: Iacono è puntuale nel voler essere, attraverso le immagini, strumento connettivo con la realtà che ci circonda, con la storia a cui apparteniamo e lo fa parlando attraverso un linguaggio elaborato, mutevole, duttile, variegato. La possibilità di mutare e adattare le tematiche dei suoi lavori in base alle specifiche progettualità è segno di una capacità incredibile di adattamento della poetica estetica che, visionaria e immaginifica, sa essere efficace nel far perdurare le proprie intuizioni costituendo legami, di volta in volta, di occasione in occasione, strutturati, progressivi, specifici.
Una collezione di fossili ci racconta, quindi, dell’evoluzione, di quegli animali che, in qualche modo, non ce l’hanno fatta soccombendo a chi ha saputo meglio adattarsi agli eventi della storia naturale e, così, la capacità di affermare le differenze, di sottolineare le specificità può essere – come Emma Wedgwood ha testimoniato con la sua vita – una via di salvezza anche culturale, non solo biologica. Le spose di Darwin sono figure che emergono da un mondo immaginario, quasi ninfe o divinità di altri tempi, sono ciascuna evocazione della Madre Terra, della Gea, del mito della donna come genitrice. Sono motore di bellezza e armonia, di equilibrio e di volontà – composte da collages di immagini ricavate da vecchi enciclopedie ottocentesche depositarie di antichi studi e saperi – si legano alla Natura e la promuovono. Eppure Iacono non manca anche di sottolineare la loro fragilità e la loro vulnerabilità disponendo sul fondo un bersaglio da tiro a segno usato. In questo modo ci parla del loro essere vittime, del loro essere, nonostante la donna viva di emancipazione e abbia un ruolo sempre più definito, ancora esposta e debole alla violenza. La cronaca, tragicamente, alimenta quotidianamente questo brutale stillicidio di tragedie. Eppure su tutto Iacono preserva la grazia con cui queste aggraziate figure femminili danno segno della propria forza e del proprio carattere, così superano ostinatamente e tenacemente vincono quei bersagli, schivando eroicamente i colpi del cinismo di una società che non sempre ne comprende il valore e la centralità del ruolo.
Le sue “spose” vogliono essere testimonianza dentro al fluire della storia e, con le bellissime installazioni che paiono prelevate da una sua personale Wunderkammer di mirabilia, assimilare tutto il potenziale di quella ricchezza che le differenze – anche radicate e inconciliabili come le idee di Emma e Charles – possono trovare un punto di armonia che, alla fine, arricchisce il mondo. In questo elogio delle differenze Iacono ci propone, quasi scientificamente – l’inserimento nelle teche, come si accennava, rende reperti le sue stesse opere e i sui stessi interventi installativi – la via per una nuova possibile evoluzione. Solo con la ricchezza delle diversità si riesce ad evolvere per davvero, a sopravvivere alle avversità e a esistere di là dal tempo.
Carla Iacono è entrata in punta di piedi in un museo connotato dalla storia dei suoi reperti e, con grande lungimiranza e senso di “cura”, ci offre un nuovo capitolo della sua ricerca artistica che mai smette di osservare (soprattutto) la realtà del nostro tempo, le sue ingiustizie, le battaglie sui principi e, rispettando la storia del luogo e dei suoi tesori, è riuscita ancora una volta a parlarci con quella misura che definisce la peculiare sensibilità che le è propria. Sensibilità che – come i fossili esposti – diventa sempre testimonianza, monito, ma più di tutto nuovo insegnamento.
Le spose di Darwin di Carla Iacono
a cura di Carla Tocchetti
organizzata da Comune di Besano
in collaborazione con Museo Civico dei Fossili, Associazione Segreta Isola, Vision Quest 4rosso
2 settembre – 31 ottobre 2023
Museo Civico dei Fossili di Besano
via Prestini 5, Besano (VA)
Orari: martedì, venerdì e sabato 14.00-17.30; domenica 10.30-17.30
Info: +39 0332 180 3002
+39 333 784 9836
museo@comune.besano.va.it
www.museodibesano.it