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PONTEDERA (PI) | Fondazione Piaggio | 29 giugno – 23 agosto 2013

di MATTEO GALBIATI

Si dice da più parti che la pittura sia cosa morta, un linguaggio ormai vetusto e sorpassato, sentito quasi come inadeguato. Eppure, nonostante tanto snobismo dettato essenzialmente dalla volatilità di un gusto schiavo delle mode più che da un vero senso critico, la pittura ha continuato a sopravvivere per tutto il Novecento e, ancor oggi, prosegue la sua storia con molti artisti che, colta l’eredità preziosa delle avanguardie e delle correnti che hanno attraversato tutto il cosiddetto secolo breve, le sono rimasti fedeli nel suo rinnovamento. Tanto nella tradizione astratto-aniconica quanto in quella figurativa.



La mostra – sapientemente curata da Alberto Rigoni autore di un appassionato saggio critico – in corso alla Fondazione Piaggio rappresenta uno spaccato importante della storia della pittura italiana, in questo caso concentrato sulle espressioni aniconiche, che nasce da un amore profondo e autentico di un collezionista che, in circa tre decenni, ha saputo riunire una collezione – tuttora in crescita – dai numeri considerevoli per opere e autori scelti. Sergio Garau, ammiraglio della Marina Militare italiana, non aveva previsto di diventare collezionista d’arte e nemmeno che la sua collezione si sarebbe tradotta in una mostra con un catalogo ponderoso, strumento utile a un qualsiasi studioso, eppure quella che era una curiosità iniziale ha saputo trasformarsi in qualcosa di più forte e radicato, preziosa testimonianza dell’evoluzione del gusto e della conoscenza artistica nella storia artistica recente.



Garau, conoscendo galleristi e artisti, operando scelte, assecondando il suo istinto, la sua curiosità, ha studiato, ha cercato la consapevolezza della sua istintiva passione. Trent’anni per compiere il miracolo di questa collezione, per la quale ai molti frequentatori di fiere e fierette, ai cosiddetti investitori dell’arte, non basterebbero due vite per ottenere risultati simili. Da uomo di mare, ha saputo seguire una rotta precisa dentro il dispersivo mare dell’arte.
Questa mostra ha due grande meriti: il primo è quello di essere una pregevole testimonianza della storia di un collezionismo – meglio dire forse mecenatismo – che, illuminato e oculato, esiste ancora e non appartiene al passato. L’altro di farsi vero e proprio strumento, diremmo nuovamente rotta, che interpella lo sguardo su contenuti profondi e diversi, su poetiche che hanno tracciato gli orientamenti (le rotte, ancora!) dell’arte italiana dal secondo Dopoguerra, documento esplicito della nostra storia artistica.
Da non perdere l’incontro con queste opere in cui la Pittura, quella che, in questi casi, ci piace scrivere sempre con la P maiuscola, non esaurisce la sua forza propositiva e la sua capacità di generare interrogazioni. Ieri e oggi, come domani.

Le rotte della pittura. Sessant’anni di astrazione italiana dalla Collezione Garau
a cura di Alberto Rigoni
con il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Pontedera, Marina Militare della Repubblica Italiana e dalla Fondazione Zappettini

29 giugno – 23 agosto 2013

Fondazione Piaggio
Viale Rinaldo Piaggio 7, Pontedera (PI)

Orari: martedì-venerdì 10.00-18.00; il sabato e nel mese di agosto 10.00-13.00 e 14.00-18.00; ogni seconda domenica del mese 10.00-18.00
Ingresso libero

Info: +39 0587 27171
museo@museopiaggio.it
www.museopiaggio.it

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