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MENDRISIO (SVIZZERA) | Teatro dell’architettura Mendrisio | 4 ottobre 2019 – 2 febbraio 2020

di MATTEO GALBIATI

Avevamo incontrato Koen Vanmechelen (1965) nel luglio del 2018 quando, durante il Festival Art Stays a Ptuj in Slovenia, ci ha rilasciato un’ampia intervista che ci ha permesso di approfondire la sua stratificata riflessione estetica che, all’insegna di una poetica articolata e capace di abbracciare ambiti e sfere di competenze, linguaggi e tecniche, soggetti e contenuti assai diversi, ricorre all’arte per portare all’attenzione di un pubblico, ampio e diversificato, gli importanti e complessi temi che attraversano la società contemporanea.

Koen Vanmechelen. The worth of life 1982-2019, veduta della mostra © Enrico Cano, Teatro dell’architettura Mendrisio, interno, Università della Svizzera italiana, Architetto: Mario Botta

Lo ritroviamo oggi nel progetto espositivo intitolato The worth of life 1982-2019, importante mostra personale in cui, sui tre piani del Teatro dell’architettura dell’USI a Mendrisio (Svizzera), sono state allestite, con una selezione attentamente  individuata e pensata per questo luogo, 65 opere a coprire un arco temporale che va dal 1982 ad oggi.
Questa esposizione diventa, quindi, una preziosa occasione per misurarsi con la complessità delle suggestioni che l’artista belga è capace di attivare con una modalità artistica che, vero e proprio imprinting poetico-espressivo peculiare della sua visione, non si chiude mai entro lo spettro ristretto di certi confini tipologici né si vincola a serrate barriere dogmatiche, ma sa adattare sempre il “contenitore”, rappresentato dall’opera, all’importanza sollecita del contenuto della riflessione di cui quest’ultimo, facendosene depositario, vuol far conseguire e trasmettere ad un vasto ambito di animi.

Koen Vanmechelen, The worth of life © Studio Koen Vanmechelen

Sculture, dipinti, neon, fotografie e installazioni allestite nello spazio ticinese, riportano la testimonianza di un artista che ha voluto e vuole improntare la propria riflessione sulla schietta capacità di “agire” della deduzione estetica: grazie ad una sperimentazione e una contaminazione attive, infatti, sa far diventare forte il messaggio intrinseco ogni diversa esternazione e, fondendo con maestria gli aspetti legati alla natura con gli spunti culturali, le dinamiche scientifiche con quelle sociali, carica sempre di forza espressiva ogni soluzione specifica, ogni distinta progettualità che, motivando una volontà solida e determinata, decisamente contemporanea, resta indipendente e libera, benché riconoscibile nella sua coerenza di fondo.

Koen Vanmechelen © Enrico Cano, LABIOMISTA Genk Architetto: Mario Botta

Vanmechelen, nella veste di eclettico e disinvolto scultore, pittore, performer, videoartista, studioso e attivista dei diritti umani, sa restituire proprio una logica coerente e potente alle suggestioni che vivono in tale prolifica e variegata, dispersa e frammentata, concettualità: in questo fare apparentemente episodico – dimostrato dagli originali sviluppi del suo pensiero nel corso degli anni – ci concede un nuovo modo di leggere e intendere l’opera d’arte e la sua stessa fruizione, i suoi referenti simbolici e i suoi rimandi innestati nel presente.
L’eccesso di esperienze e la moltiplicazione metaforica dei simboli accentuano, quindi, il valore iconico dei modi e della modalità narrativa dell’artista che costringe, in tal modo, lo sguardo ad un costante esercizio di lettura profonda delle opere e dell’inevitabile assimilazione delle risonanze etiche radicate nel loro animo profondo.

Koen Vanmechelen, Mechelse Padovana, 2018, stampa fotografica Lambda, 100×100 © Studio Koen Vanmechelen

Vanmechelen è capace di fondere l’immaginazione con la realtà, la testimonianza con l’ipotesi, la narrazione con la cronaca: in lui la coesistenza di principi diversi resta il miglior strumento per la riscoperta di un complesso di  conoscenze che fa appello non solamente alla nostra intuizione, ma anche alla nostra umanità e alla sua coscienza profonda. Dal progetto del parco della biodiversità chiamato LABIOMISTA alle pitture informali, la sua risposta si evidenzia nel concepire un sistema che, giustificando il fantasticare con un metodo scientifico, non lascia mai indifferente, distaccato, isolato o escluso nessuno.

Koen Vanmechelen. The worth of life 1982-2019
a cura di Didi Bozzini
promossa da Fondazione Teatro dell’architettura Mendrisio

4 ottobre 2019 – 2 febbraio 2020

Teatro dell’architettura Mendrisio
via Turconi 25, Mendrisio (Svizzera)

Orari: da martedì a domenica ore 12.00-18.00; giovedì ore 14.00-20.00
Ingresso intero CHF/€10.00; ridotto CHF/€7.00; gratuito studenti e docenti USI-SUPSI, Amici dell’Accademia di architettura, tutti sotto i 18 anni e tutti gli studenti delle scuole del Cantone Ticino; visite guidate nel programma aggiornato e su richiesta.
Il 12 gennaio e 2 febbraio sarà possibile visitare gratuitamente l’esposizione grazie a speciali percorsi guidati previsti alle ore 13.00, 14.30 e 16.00. L’iscrizione all’evento si può effettuare il giorno stesso direttamente alla reception del Teatro dell’architettura, dalle 12.00 in poi, ogni singola visita prevede un massimo di 25 persone

Info: +41 58 666 5867
info.tam@usi.ch
www.arc.usi.ch/tam

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