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di CHIARA CANALI

Il vino è sempre stato protagonista di molte opere d’arte dal passato ai nostri giorni.
Nel genere del ritratto e della natura morta, il vino fa la sua comparsa sotto forma di bottiglia o di bicchiere, come emblema del legame dell’uomo con la terra e la Natura e come simbolo di piacere e divertimento, accanto al gioco e alla musica.
Tra i capolavori del Seicento ricordiamo Il Ritratto di uomo che beve di Annibale Carracci e, tra le opere che hanno meglio saputo interpretare il rapporto fra il vino e l’arte, c’è il celeberrimo dipinto intitolato Bacco (1596-1597) di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. In questo quadro Caravaggio ha raffigurato il dio romano Bacco, sintesi emblematica del contrasto tra sacro e profano, raffigurato con il capo cinto da una corona di foglie di vite e grappoli maturi a bacca bianca e nera. Le gote e le dita delle mani rubiconde contrastano con il pallore del resto del corpo e incarnano l’ebbrezza festosa di cui il dio era nume protettore. Il vino nel bicchiere, attraversato dalla luce, è estremamente realistico; se ne può vedere il colore, la trasparenza e addirittura le increspature.

Il Bacco di Caravaggio, assieme alle opere dei prossimi artisti che vedremo, è protagonista di una Capsule collection di vini d’alta qualità, provenienti da cantine piemontesi, in un progetto promosso dall’enoteca La Vite Turchese e studiato da La Sommelier dell’arte.
Tre grandi interpreti della Storia dell’Arte sono stati selezionati da Ilenia Carbonara (su Instagram La Sommelier dell’arte) e associati, per le loro intrinseche qualità formali e stilistiche, alle peculiarità organolettiche e sensoriali di alcuni vini.
La Selezione Caravaggio è composta da tre differenti tipi di Barolo: Barolo Grimaldi 2016, Barolo Viberti 2016, Barolo Schiavenza 2016. Questa esclusiva selezione traduce i tre momenti dell’arte caravaggesca: un primo momento caratterizzato da un colore più tenue, espressioni gentili e forme morbide (Barolo Grimaldi, delicato nei profumi e nel colore e dalla tannicità appena accennata); l’età di mezzo, quando i colori iniziano a farsi più intensi e i soggetti con una caratterizzazione psicologica più complessa (Barolo Viberti, che presenta un colore più intenso, una complessità olfattiva maggiore e una tannicità più decisa). Infine, l’ultimo periodo, caratterizzato da uno sfondo nero e profondo e una complessità scenica di altissimo livello, che fanno da contraltare al Barolo Schiavenza (un vino dal colore rubino molto consistente, dai fitti tannini e dall’estrema varietà di sentori).
Così viene descritto l’inedito abbinamento: “La Selezione Caravaggio offre un viaggio di progressiva intensità di colore, struttura ed astringenza, che traduce in vino il dolce-amaro caravaggesco, ricordando con il suo alternarsi di gusto e vivacità, il caratteristico gioco di luce ed ombra dell’artista, racchiuso in un’unica tela magistralmente domata”.

Continuando il nostro viaggio tra arte e vino, da Caravaggio arriviamo alla fine dell’Ottocento, in piena Belle Époque, quando il vino era ampiamente consumato e la tradizione dello Champagne era divenuta parte integrante della cultura enologica francese. In questo periodo possiamo ricordare molte opere impressioniste che immortalano il vino in scene di vita quotidiana, quale elemento di realismo e convivialità.
Da Il bevitore di Paul Cezanne al famoso Bar delle Folies-Bergère dipinto dal pittore francese Édouard Manet nel 1881-1882. Al centro del quadro vi è una cameriera trasognante che attende l’arrivo di qualche avventore, in un tripudio di luci e colori che fanno risaltare i bicchieri e le bottiglie in primo piano, dallo Champagne al vino rosso al liquore.
La stessa emozione di stampo impressionista pervade l’opera La Colazione dei canottieri di un contemporaneo di Manet, August Renoir. In un’atmosfera di incredibile naturalezza, Renoir rappresenta leggeri cristalli e bottiglie piene di vino, pronte per essere bevute dai canottieri.
Se agli inizi del Novecento, Joan Mirò e Pablo Picasso forniscono una libera interpretazione del connubio arte e vino rappresentando La bottiglia di vino, il primo in chiave surrealista e il secondo in chiave cubista, nel Futurismo il vino diventa metafora di aeroplani e motori: “Se il vino è bevanda di antichissime tradizioni” sosteneva Filippo Tommaso Marinetti, “è tuttavia bevanda che si rinnova annualmente, bevanda dinamica, che contiene il carburante-uomo e il carburante- motore”.

In America Jakson Pollock, uno dei massimi esponenti dell’espressionismo astratto, si dice abbia avuto una passione sfrenata per l’alcool, a cominciare dai quindici anni. La sua ebrezza contribuì a crearne la fama di “artista maledetto”.
Ci sono molte interpretazioni favoleggianti sulle potenzialità creative dovute all’alcool, in particolare vino e birra. Certamente non ha mai rappresentato il vino ma è diventato famoso per l’invenzione del dripping, letteralmente “sgocciolamento”, ispirato al metodo di pittura degli indiani. Egli amava usare pennelli, rulli, bastoncini per lanciare gocce o schizzi di colore liquido preso direttamente dai barattoli, a volte misto a sabbia e vetri rotti. Il suo desiderio era sentirsi dentro l’opera, motivo per cui cercava di dare una vita propria ai quadri, al di fuori di qualsiasi schema.

Al protagonista dell’Action painting è dedicata la Selezione Jackson Pollock composta da una Barbera d’Alba, un Roero Arneis ed un Nebbiolo: tre elementi assolutamente differenti tra loro per colore, complessità, gusto e processo di vinificazione, ma accomunati da due importanti qualità: l’intensità del gusto e la vivacità visiva.
Selezione Jackson Pollock: istinto e semplicità elevati ad arte. Tre vini che raccontano il Piemonte più genuino, attraverso un processo di vinificazione base che rende istintivamente naturale la beva. Disarmanti per la loro eleganza, esplodono al gusto come i colori di una tela dell’artista statunitense”.

Arrivando in epoca contemporanea, non possiamo non citare Andy Warhol, il padre della Pop Art americana, che ha ritratto le icone del consumismo, dallo star system cinematografico agli oggetti della vita quotidiana, dalle scatole della Brillo Box alle lattine di Coca Cola.
Nel 1979 Andy Wahrol ha tributato al vino un omaggio artistico, realizzando sei serigrafie intitolate Grapes D.D., firmate e numerate dall’artista, che raffigurano sei diverse varietà di uve. Oltre a queste serigrafie, Warhol realizzò anche delle vere e proprie etichette di vini. Nel 1981 accettò di disegnarne una per la Cuvaison Winery che venne poi utilizzata per vestire 84 magnum del Merlot ’84 vendute in beneficienza.


La Selezione Andy Warhol è dedicata agli amanti delle bolle in tutte le sfumature ed è composta da una bottiglia di Champagne Voirin Jumel Blanc de Blancs Grand Cru intercambiabile con una bolla piemontese Franco Conterno Nebbiolo Metodo Classico Brut, dalla bolla Berutti Alta Langa Rosè, e da La Caudrina Moscato d’Asti Galeisa.
Tutti e tre questi vini sono caratterizzati da colori accesi, intensi e vivaci, peculiarità che accompagnano lo stile pop per eccellenza. La selezione unisce vini adatti a tutti i gusti, riproponendo così il principio dell’arte pop(olare) di Warhol che si pone l’obiettivo di essere compresa ed apprezzata da tutti, indistintamente dalla classe sociale di appartenenza.
Selezione Andy Warhol: una selezione di vini “sparkling” per portare lucentezza, brio e colore alle tue cene. Un omaggio alla pop-art che questi capolavori in bottiglia rappresentano attraverso i loro freschi profumi e le loro sfumature intense”.

Per info e prenotazioni:
https://laviteturchese.it/shop/prodotto/arte-vino/
lasommelierdellarte@gmail.com

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