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MILANO | Galleria Tommaso Calabro | Fino al 23 marzo 2019

di CAROLINA CAMMI

È in corso fino al 23 marzo negli spazi della Galleria Tommaso Calabro, una personale dedicata a Jean Dubuffet (1901-1985), artista iconico del secolo scorso, che ha saputo precorrere i tempi grazie alla sua produzione anticonvenzionale. Noi siamo andati a visitare la mostra, e abbiamo avuto modo di conoscere meglio il concept che si cela dietro alle scelte artistiche operate dal gallerista Tommaso Amedeo Calabro (classe 1990) che ha aperto a Milano la sua galleria, lo scorso settembre, con la mostra Twombly e Tancredi: Omaggio a Cardazzo.

Nella mia musica, ho voluto mettermi nei panni di un uomo di cinquantamila anni fa, che ignori tutto della musica occidentale e che s’inventi una musica senza alcun riferimento, senza alcuna disciplina, nulla che possa impedirgli di esprimersi in modo assolutamente libero per i l proprio piacere. Ciò è esattamente quello che ho cercato di fare nella mia pittura…

Con queste parole citate dallo stesso Dubuffet ci addentriamo all’interno dell’esposizione monografica dal titolo Jean Dubuffet – tra musica e pittura, dedicata ad uno degli artisti che ha rivoluzionato l’arte del Novecento.
L’eclittica e sfuggente figura di Dubuffet ha destato innumerevoli volte la curiosità del pubblico e della critica, un artista che ha esplorato le infinite possibilità della sfera creativa potenziandone le capacità tecniche.

Jean Weber (1906-1955)
Jean Dubuffet mentre suona
Parigi, 1961.
© Archives Fondation Dubuffet, Paris (photo: Jean
Weber)

La mostra si concentra su alcuni pezzi ben selezionati dell’artista, recuperati da collezioni sparse in giro per il mondo. Oltre al rapporto di Dubuffet con l’arte, l’esposizione analizza anche lo stretto legame che l’artista aveva con la musica sin dall’infanzia, quando il piccolo Jean inizia a suonare il pianoforte. Nella fase più matura della sua carriera, nel periodo che coincide con gli anni Sessanta, egli ha avviato numerose sperimentazioni in ambito musicale collaborando con il pittore danese Asger Jorn.
Le prove musicali dei due artisti sono state registrate su nastri magnetici realizzate con strumenti di ogni tipo, dagli strumenti classici e etnici, flauti di legno, tamburelli, sonagli e chitarre che, suonati insieme, hanno prodotto dei ritmi sincopati e privi di spartito. Persino la voce dell’uomo viene adoperata come strumento totalmente svincolato da regole musicali, questo per mostrare il rifiuto di Dubuffet per qualunque costruzione e regola prestabilita. Al ritmo e alla melodia egli sostituisce una serie indistinta e confusa di rumori che si mescolano per comporre un vorticoso turbinio di note e suoni incomprensibile per i dettami classici degli standard musicali.

Allestimento mostra Jean Dubuffet: tra musica e pittura © Riccardo Gasparoni

Così come la sua pittura, quella di Dubuffet è una musica “brute”, non oggetto di contemplazione auditiva, ma di suggestione sensoriale. Altro elemento di particolare rilevanza per il percorso è Carlo Cardazzo, una delle figure più rilevanti del panorama artistico italiano. Collezionista editorie e gallerista, ebbe il merito di supportare e promuovere molti artisti rinomati, tra cui Dubuffet, portandoli in terra italiana. Cardazzo riconobbe il merito di quelle sperimentazioni apparentemente incomprensibili, considerandole una rivelazione e realizzandone ad inizi anni Sessanta un cofanetto di sei dischi. Con questa mostra il gallerista, Tommaso Amedeo Calabro, punta alla promozione e alla valorizzazione di un artista che da poco è stato pienamente riscoperto nel nostro Paese. La scelta risulta infatti ancor più centrata se si considera che la mostra apre in un momento storico-artistico favorevole: una personale dell’artista è stata ospite fino al 3 marzo scorso a Palazzo Magnani di Reggio Emilia (leggi qui).

Jean Dubuffet, Jean Dubuffet, Texturologie XXXV (prune et lilas), olio su tela 1958. 89,2 x 116,2 cm. Dipinto nel 1958

Il percorso espositivo si snoda attraverso tre sale della galleria alternando opere su tela a video e oggetti. Alcuni estratti video incentrati sulla presentazione della figura di Dubuffet accolgono i visitatori, anticipando il confronto visivo-uditivo che si succede nelle altre sale, alternando opere pittoriche alle “materiologie” dei brani musicali di Dubuffet. Qui i rumori e i suoni più svariati, seppur riconoscibili, si mescolano gli uni agli altri, dialogando con i quadri e con lo spettatore in una conversazione assolutamente coinvolgente. Questa tipologia di scelta curatoriale permette a chi osserva di entrare maggioramene a contatto con l’artista, poiché consente a chiunque di calarsi in qualche modo nella mente dell’autore stimolandone tutte le sfere sensoriali, oltre a permettere un avvicinamento al mondo e allo status generativo delle opere.

Allestimento mostra Jean Dubuffet: tra musica e pittura © Riccardo Gasparoni

Durante la visita abbiamo avuto l’occasione di conoscere meglio il giovane gallerista Tommaso Amedeo Calabro, le cui scelte, a partire dalla sede non sono frutto del caso, ma bensì nascono da un preciso progetto imprenditoriale. La galleria è situata al piano nobile di uno storico palazzo milanese, Palazzo Marietti, vetrina perfetta per esporre tutti gli artisti selezionati con cura da Calabro e caratterizzati da un forte impatto sulla storicità contemporanea. Nomi quali per l’appunto Debuffet, Tancredi e Twombly compongono il quadro di una programmazione di galleria nata da approfondite ricerche curatoriali che sfociano in mostre personali, assimilabili più a mostre museali che da galleria. Il desiderio di collaborare con le istituzioni museali è, infatti, tra gli obiettivi del gallerista, il quale si dice mosso dalla motivazione di promuovere un’interazione tra le diverse istituzioni, che così tanto in Italia lavorano in comparti stagni e separati. Ecco come ad sguardo classico, Calabro associa al contempo una visione prettamente giovane e fresca, un esempio è stata la mostra proposta in occasione della Milano Fashion Week dal titolo Le Tipe Umane del designer Andrea Incontri e curata da Caroline Corbetta.

Veduta della mostra Le Tipe Umane di Andrea Incontri © Riccardo Gasparoni

Per quanto riguarda la programmazione futura sappiamo che la prossima mostra sarà dedicata all’artista inglese Toby Ziegler. Opere realizzate ad hoc per la galleria dialogheranno con quelle di uno o più maestri italiani storicizzati. Questo sarà il primo progetto dedicato ad un artista contemporaneo di cui l’inaugurazione è prevista per il prossimo 2 aprile.

Jean Dubuffet: tra musica e pittura

5 febbraio – 23 marzo 2019

Tommaso Calabro Galleria d’Arte
Piazza San Sepolcro 2, Milano

Info: +39 0249696387
info@tommasocalabro.com
www.tommasocalabro.com

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