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POSILLIPO (NA) | Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia della Pontificia Facoltà Teologia dell’Italia Meridionale – Sezione San Luigi

Intervista a GIULIANA ALBANO di Alessandra Frosini

Giuliana Albano

A Napoli, sulla collina di Posillipo, sorge la Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia della Pontificia Facoltà di Teologia dell’Italia Meridionale – Sezione San Luigi, che offre percorsi di formazione volti a promuovere la conoscenza della dimensione estetica della teologia e della dimensione teologica dell’arte. Il Diploma di Arte e Teologia – fino allo scorso settembre rilasciato solo dall’Istituto Superiore di Teologia delle Arti di Parigi – rende la Scuola unica nel panorama della formazione specialistica italiana.
Giuliana Albano, condirettrice insieme a padre Jean-Paul Hernandez SJ, della Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia, ci spiega in un’intervista qual è la prospettiva con cui nasce il corso e le collaborazioni che sono state sviluppate, soffermandosi anche sul ruolo dell’arte per la rigenerazione dei territori e delle comunità e sul dibattito sull’arte sacra contemporanea.

Professoressa Albano. Quali sono gli obiettivi della Scuola e in particolare del Diploma di Arte e Teologia?
L’urgenza culturale e intellettuale alla quale la Scuola risponde è l’elaborazione e la trasmissione di un’ermeneutica dell’arte che ricuperi la sua dimensione teologica, spirituale e kerygmatica. La Scuola si chiama “di arte e teologia” dove la congiunzione “e” non vuole esprimere una giustapposizione (altrimenti basterebbe seguire dei corsi di arte e poi dei corsi di teologia). Ma la congiunzione “e” esprime la sfida di una vera e propria teologia dell’arte. Come ci ricorda Papa Francesco la teologia non è fine a sé stessa, ma ha senso solo se è in uscita. Un’uscita che è al tempo stesso “ascolto” e “dialogo”, vale a dire un lasciarsi coinvolgere dai diversi contesti e dalle diverse realtà umane che si approcciano all’arte e alla sua teologia.

La sede presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Courtesy Pftim

In cosa consiste e com’è strutturato il corso?
La Scuola offre un percorso finalizzato al conseguimento del Diploma di Arte e Teologia, un titolo unico in Italia. Il titolo è conferito dalla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sez. S. Luigi di Napoli con il Nulla Osta della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Il percorso dura un anno accademico, con un totale di ore di lezione corrispondenti a 60 ECTS e si svolge in incontri bisettimanali, il giovedì pomeriggio, il venerdì pomeriggio e il sabato. Con il Direttore, Padre Jean-Paul Hernandez SJ, abbiamo fatto questa scelta per favorire la frequenza degli allievi che vengono da lontano e che sono già inseriti nel mondo lavorativo.

Quali figure professionali si formano all’interno dei vostri corsi? A quali allievi sono rivolti?
La specificità della Scuola risulta fondamentale per svariate figure del mondo lavorativo connesso con i beni culturali, storici dell’arte, architetti, ma anche guide turistiche, operatori pastorali, catechisti ecc…, che non sempre hanno una competenza specifica e sanno utilizzare l’arte proficuamente per far conoscere i temi della fede. È destinata a coloro che a vario titolo sono chiamati a fornire un servizio nell’ambito della creazione, promozione e conservazione dell’arte sacra e a quanti sono interessati, per altri motivi (professionali, di studio, di prospettiva lavorativa, aggiornamento culturale, servizio ecclesiale, percorso spirituale), ad approfondire il rapporto tra le arti e la teologia. Possono partecipare studenti laureati in materie artistiche, in teologia, insegnanti, architetti, religiosi, ma anche laureati in altre materie e, nella misura massima del 10 per cento del numero totale degli iscritti, anche non laureati con specifiche e certificate competenze e abilità (artisti, responsabili di strutture culturali, operatori nelle agenzie turistico-religiose…).

Il Covid-19 ci ha imposto un cambiamento in molti aspetti del nostro vivere e in particolar modo nell’insegnamento, comportando un ripensamento delle modalità con cui viene pensato e fruito. Quanto la pandemia ha modificato il vostro metodo didattico e quali soluzioni pensate di sviluppare per il futuro?
L’anno è stato segnato dall’emergenza che ha costretto tutte le istituzioni formative, come è noto, a sostanziali modifiche delle metodologie didattiche. I disagi sono stati notevoli. Alcuni aspetti fondamentali del progetto didattico, come le visite guidate e i laboratori, sono venuti meno. Sono mancati quei momenti di aggregazione e di partecipazione che nell’ottica di una autentica accoglienza hanno sempre rappresentato uno dei punti di forza della Scuola. Ma, forse, proprio i limiti sono stati l’occasione per sperimentare nuovi percorsi didattici, conservando le occasioni di incontro e condivisione, seppure con modalità a distanza, riformulando il lavoro mediante lezioni in streaming, instaurando un fitto e costante collegamento con gli allievi via telefono o con videochiamata. Si è trattato di una esperienza nuova, molto impegnativa, e tuttavia non esente da vere rivelazioni, riguardo alle ricadute e allo stesso dialogo formativo. È così anche per l’anno accademico 2021/22 agli studenti che non potranno frequentare sarà garantita la telepresenza.

Salvatore Settis ospite al Convegno Arte e dialogo nel Mediterraneo 2019, courtesy Pftim

Il prossimo seminario in partenza a novembre Teologia dell’arte, il segreto della bellezza sarà organizzato in collaborazione con la Fondazione Culturale San Fedele di Milano, uno spazio di dibattito culturale e artistico che possiede una ricca collezione (allestita nel Museo San Fedele) con una spiccata attenzione al Contemporaneo. Ci saranno delle lezioni o dei seminari dedicati all’Arte contemporanea all’interno del corso di Diploma Arte e Teologia?
Nell’ambito del Diploma di Arte e Teologia quest’anno verrà attivato un corso di alta formazione di 50 ore in collaborazione con la Fondazione Culturale San Fedele di Milano. Una realtà di alto profilo della Compagnia di Gesù, spazio aperto di dibattito culturale e artistico, di riflessione sociopolitica, di profonda esperienza spirituale, di pratica della solidarietà e della giustizia. Questa collaborazione ci permetterà di approfondire ulteriormente l’arte contemporanea. Nel nostro percorso di studi sono previste lezioni, seminari, tavole rotonde per approfondire il tema dell’arte sacra contemporanea, insistendo in particolare sul dialogo costante tra arte antica e contemporanea, per mostrare come il nostro tempo sia in una continua ricerca delle “tracce” del sacro. Ci aiuteranno in questo percorso tra gli altri i professori Giorgio Agnisola (Critico d’arte), Andrea Dall’Asta SJ (Direttore Galleria/Museo San Fedele), Emanuele Gambuti (Architetto), Emilio Salvatore (Biblista), Nicola Salato (Teologo), Stefano Zuffi (Storico dell’arte).

Una delle aule della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, courtesy Pftim

Per secoli le massime espressioni artistiche si sono raggiunte all’interno dell’arte sacra. Quale spazio ha oggi, secondo lei, l’arte sacra all’interno dell’arte contemporanea?
Il dibattito sull’arte sacra contemporanea è ancora aperto. Il Concilio Vaticano II ha rappresentato una svolta riguardo all’atteggiamento della Chiesa nei confronti dell’arte contemporanea. La ragione di fondo che spinse i padri conciliari ad aprire un nuovo dialogo con gli artisti è stata la necessità di risanare la distanza tra gli artisti e la Chiesa dovuta alle nuove espressioni artistiche, troppo lontane dalle forme tradizionali che avevano consentito un dialogo efficace con il mondo ecclesiastico. A partire soprattutto dal Novecento l’arte sembra invece sviluppare contenuti autonomi rispetto alle grandi narrazioni del passato, ecco perché spesso si considera l’arte contemporanea come “priva” di una ricerca teologica. Oggi l’arte sacra con difficoltà compie significativi passi in avanti, credo in realtà perché ci sia scarsa formazione di quelle figure che potrebbero creare un sano dibattito sul contemporaneo, mi riferisco non solo agli artisti, agli architetti e ai progettisti, ma anche ai liturgisti e ai presbiteri. Una buona formazione potrebbe riattivare e rendere proficuo questo dialogo.

Lei ha detto che «Oggi la Scuola di Arte e Teologia è un punto di riferimento per la formazione in campo artistico e teologico ma anche per la promozione del dialogo tra le culture a partire dall’arte e non solo a livello globale ma anche locale, dato il carattere multiculturale che i nostri territori vanno sempre più assumendo». Quanto e come s’inserisce la scuola all’interno della città di Napoli e in generale della Regione? Quale pensa che sia il ruolo dell’Arte per la rinascita dei territori?
Napoli, ma anche la Campania, ha una densità di opere d’arte eccezionale con una continuità cronologica unica in Italia, potremmo azzardare unica in Europa. Si pensi che sul nostro territorio troviamo opere di epoca greca, romana, paleocristiana, medioevale, rinascimentale, barocca fino ad installazioni di arte contemporanea. La nostra regione è un museo a cielo aperto e inoltre la Scuola ha la fortuna e il privilegio di essere in una zona bellissima della città di Napoli, si rimane talmente incantati che viene voglia di visitare e scoprire i tesori di questa città. La Scuola si prefigura lo scopo di far parlare un territorio, non solo di analizzare i fenomeni artistici, ma anche di essere parte attiva nella valorizzazione dell’arte cristiana: leggere teologicamente, antropologicamente un territorio. Credo che questa sia un’occasione straordinaria di poter fare questo esercizio a Napoli e nella Scuola di Arte e Teologia. Permettere allo studente di esercitarsi con il tutoraggio di operatori collaudati e sulla scia di realtà dove l’arte e la teologia hanno trovato una declinazione pastorale e relazionale capace di generare dinamiche di fede e di vita. Perché quindi non investire nell’arte? L’arte è la cura per una rinascita delle città e dei territori. Occorre curare il malato con una cura d’urto e l’arte ne è la soluzione finale.

Il giardino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, courtesy Pftim

Giuliana Albano, Condirettrice della Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia. Storica dell’arte e archivista. Dottoranda in Teologia dogmatica, professoressa di Arte sacra presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – sez. san Luigi. Pubblica su cataloghi, riviste, libri, riguardanti in particolare l’arte moderna e contemporanea. Collabora con la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Architettonici di Napoli e Provincia e con la Soprintendenza Archivistica per la Campania. Dal 2010 insegna Arte sacra presso la Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia. Dall’anno accademico 2017/2018 è nominata docente incaricata del corso di Arte e IRC presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Matteo di Salerno – PFTIM. Dall’anno 2018/2019 è docente invitata presso la PFTIM sez. S. Luigi del corso di Arte sacra e Arte e Religiosità popolare.

APPUNTAMENTO: 

Presentazione del Diploma di Arte e Teologia.
In collaborazione con la Fondazione San Fedele di Milano.
L’evento si svolgerà in diretta streaming sul profilo Facebook della Scuola.
SABATO 17 APRILE 2021, alle 16.30, padre Jean-Paul Hernandez SJ e Giuliana Albano, direttore e condirettrice della Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia della Pontificia Facoltà Teologia dell’Italia Meridionale – Sezione San Luigi, condurranno il webinar OpenArt, una Scuola a Posillipo.

Info: www.scuolaarteteologia.it

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