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REGGIO EMILIA | COLLEZIONE MARAMOTTI | 19 MARZO – 30 LUGLIO 2023

di MATTIA LAPPERIER

Lo scorso 18 marzo, nella Pattern Room della Collezione Maramotti ha inaugurato Burning green, il nuovo progetto espositivo di Andriu Deplazes. Per il giovane artista svizzero (Zurigo, 1993) si tratta della prima mostra personale che presenta in Italia. Per l’occasione, non solo si è confrontato con un formato insolitamente grande ma, lavorando site specific, ha appositamente realizzato la quasi totalità delle opere per gli spazi della Collezione Maramotti.

Ostile nei confronti del white cube, l’artista predilige piuttosto un allestimento che si articoli “per scoperta”. Tele di dimensione parietale sono intervallate ad altre di formato ridotto; inchiostri o acquerelli su carta dialogano con interventi pittorici su plexiglass, allestiti in prossimità delle vetrate della Collezione. Piccole sculture in bronzo inoltre – uno stormo di espressivi colombi in bronzo patinato dipinti ad acrilico fluo e colti in pose caratterizzate da fresca e spontanea naturalezza – accompagnano il visitatore dall’ingresso della mostra, sino al termine del percorso.

Andriu Deplazes, Burning Green, veduta della mostra, Collezione Maramotti, Reggio Emilia, ph. Roberto Marossi

L’efficace ossimoro del titolo allude già di per sé alla contraddittorietà che, nella visione dell’artista, qualifica il nostro tempo. Il “verde che brucia” diviene inevitabilmente un riferimento al paesaggio, alla crisi ambientale e climatica, così come allo sfruttamento aggressivo del territorio. Allo stesso tempo, l’espressione rimanda anche alla sfera militare, particolarmente persistente negli ultimi lavori, non solo come ovvia conseguenza di un’attualità drammatica ma anche in ragione del fatto che in Svizzera, come ricorda lo stesso artista, il servizio militare è ancora obbligatorio.

Andriu Deplazes, Tambursoldat (Tambour soldier), 2023, acrilico su plexiglass, 251x81x0,4 cm, courtesy of the artist and Galerie Peter Kilchmann, Zurich, ph. Roberto Marossi

I soggetti in uniforme dipinti su plexiglass sembrano scandire il transito dei visitatori a ritmo di una fanfara introducendoli in un primo ambiente disseminato di uomini in divisa. Coinvolgente e al contempo tesa ad assoggettare, la fanfara marziale si fa metafora di un controllo esercitato sulle persone da parte della propaganda bellica.

Riposte le uniformi nell’armadio, la seconda parte della mostra offre spaccati di quotidianità domestica con l’obiettivo di rammentare che dietro ad ogni militare si celano esseri umani e famiglie. In questa sezione sono protagonisti assoluti i rapporti umani. La comunicazione all’interno degli spazi domestici, spesso assai difficoltosa, in taluni casi persino del tutto assente, è restituita dall’artista per mezzo di composizioni abitate da figure simili a fantocci dalle accentuate deformazioni corporee, disposte in spazi stranianti. Le figure sono mute, recano tutte la stessa espressione vuota e depressa; pur condividendo lo stesso tetto non sembrano avere particolare confidenza tra loro, a stento si guardano.

Andriu Deplazes, Burning Green, veduta della mostra, Collezione Maramotti, Reggio Emilia, ph. Roberto Marossi

Passando per uno stretto corridoio si giunge poi all’ultima sezione dedicata al paesaggio. Qui affiorano molti degli stimoli recepiti dall’artista nel periodo trascorso a Reggio Emilia, intercalati dallo stesso in un contesto ambientale alpino, a lui più familiare. La vocazione del territorio emiliano per il settore agricolo, per l’allevamento e per i prodotti caseari offre spunti di riflessione sulla sostenibilità dell’agricoltura estensiva e quella degli allevamenti intensivi. La grande tela Körper hält Säugling zwischen Kühen (Body holds baby between cows) ritrae una delle sue figure umanoidi che tiene tra le braccia un bambino, al centro tra due vacche. L’opera fa riferimento al nutrimento, allo sfruttamento delle risorse. Essa, a dispetto dell’atmosfera bucolica che una visione più superficiale parrebbe suggerire, prendendo a presto un’iconografia antica, rappresenta soprattutto un accorato monito per il futuro.

Andriu Deplazes, Körper hält Säugling zwischen Kühen (Body holds baby between cows), 2023, olio su tela, 209×309 cm, courtesy of the artist and Galerie Peter Kilchmann, Zurich, ph. Roberto Marossi

Deplazes si misura con le contraddizioni profonde dell’essere umano contemporaneo: alla caccia di soluzioni “green” ma al contempo invischiato in ormai desuete logiche capitalistiche che stentano ad essere oltrepassate; apparentemente attento al benessere fisico e mentale ma – tragicamente – altrettanto dedito all’autodistruzione. Quella che appare nei suoi dipinti è un’umanità grottesca, preda dei propri stereotipi, intimamente sola, anche se ritratta in compagnia. La sua è un’ironia tagliente che traspare a più riprese tanto nei soggetti, quanto nei titoli, quanto nell’esecuzione materiale delle sue tele. L’artista infatti sceglie consapevolmente di adottare un codice visivo dichiaratamente preso a prestito dall’espressionismo tedesco di primo Novecento. Le deformazioni corporee a cui sono sottoposti i personaggi che dipinge riflettono quell’accozzaglia di pensieri contradditori, credenze e falsi miti che l’artista attribuisce alla società occidentale contemporanea. Talvolta trapela per lo più un’ironia bonaria, quasi accondiscendente, in altri casi la critica si fa più ferma, sino ad arrivare all’aperta denuncia. Altre volte, come in Two fluorescent balls, emergono persino inquietanti presagi apocalittici. Nella tela scelta come immagine coordinata della mostra la luce fioca della palla solare fa il paio con il gioco del cagnolino in primo piano, intanto da dietro un cielo nebbioso si stanno avvicinando due minacciosi mostri metallici, non meglio identificabili.

Andriu Deplazes, Two fluorescent balls, 2023, olio su tela, 252×196 cm, courtesy of the artist and Galerie Peter Kilchmann, Zurich, ph. David Giancatarina

Nel lavoro di Deplazes si fanno largo echi di esperienze personali, inframmezzate a frammenti di attualità. Il costante interesse per l’essere umano, sia nella sua dimensione sociale che in rapporto alla natura, dà luogo alla rappresentazione ossessiva di smorte figure umanoidi, verso le quali l’osservatore è portato ad avvertire una marcata sensazione di disagio che talvolta può anche essere accompagnata a un inatteso moto di empatia.

Andriu Deplazes. Burning green

19 marzo – 30 luglio 2023

Collezione Maramotti
via Fratelli Cervi 66, Reggio Emilia

Orari: dal martedì al venerdì: 14.30 – 18.30 / sabato e domenica: 10.30 – 18.30

Info: info@collezionemaramotti.org
collezionemaramotti.org

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