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Moresco (FM) | TOMAV – Torre di Moresco Arti Visive | 26 – 27 ottobre 2019

Intervista ad ANDREA GIUSTI e MILENA BECCI di Francesca Di Giorgio

Una torre eptagonale del XII secolo in un piccolo centro del marchigiano. L’arte contemporanea ci ha abituati a fare esperienza di luoghi apparentemente insoliti ma ripercorrendo la storia del TOMAV – Torre di Moresco Arti Visive il territorio, di certo, ha la sua importanza ma sono le persone che ne ridefiniscono di volta in volta il carattere.
Con la personale Del tempo e degli specchi di Angelo Iodice, del format TAW_TOWERARTWEEKEND, si chiude la programmazione dello spazio per l’anno 2019.
In questa occasione abbiamo incontrato Andrea Giusti (direttore artistico) e Milena Becci, (curatrice) per fare il punto sulla stagione appena trascorsa, raccontare il flash show del prossimo week-end ed anticipare il futuro del progetto che si riattiverà dalla primavera 2020…

Andrea Giusti e Milena Becci_foto di Natascia Giulivi

Prima di tutto il luogo, dicevamo. Qual è la storia del TOMAV – Torre di Moresco Arti Visive? Cosa ti lega a questo territorio?
Andrea Giusti
: Il TOMAV – Torre di Moresco Centro Arti Visive nasce con delibera comunale alla fine del 2010 ma inizia la sua attività nell’estate del 2011 con una personale di Tino Stefanoni. L’intento del comune di Moresco era quello di destinare il monumento più rappresentativo del borgo all’arte visiva, il mio era quello di far interagire questa struttura del XII sec. con l’arte contemporanea. Il mio legame con Moresco è personale e familiare allo stesso tempo: mio padre è un moreschino doc!

Ch’arsi di foco, Giovanni Gaggia, TOMAV, 2019, foto di Natascia Giulivi

Come sei arrivato alla direzione del TOMAV?
A.G.
: Sono diventato direttore artistico del TOMAV in maniera del tutto casuale: il Sindaco di allora stava cercando una figura professionale di esperienza – la prima galleria l’ho aperta a 24 anni e quest’anno festeggio 31 anni di attività nel mondo dell’arte – disposta a lavorare pro bono e al tempo stesso finanziare i progetti di questo nuovo centro… Sono passati 9 anni ed eccoci ancora qua!
Tuttavia, a parte le vicende personali, quello che a mio avviso ha rilevanza è che il TOMAV, con il passare del tempo, è diventata un’esperienza collettiva che coinvolge altre persone che ne hanno condiviso la filosofia senza le quali non sarebbe stata possibile l’attività serrata di questo ultimo anno (Monica Simoni, Valeria Carnevali, Carlotta Casiraghi, Maurizio Cesarini, Enrico Fabi, Riccardo Angelini e Natascia Giulivi, per citarne alcune); è un luogo indipendente che valorizza la prestazione pro bono a favore della comunità, cerca di dare voce anche a chi fa fatica a trovarne in questo momento, garantisce uno spazio anche agli artisti del territorio, si avvale di risorse professionali della Marca, predilige progetti site specific, ha una sua certa vis rivoluzionaria rispetto alle logiche del mondo dell’arte. Qui è possibile sperimentare e rischiare senza pressioni. Per queste ragioni sono e sarò sempre grato al comune di Moresco per avermi sempre garantito autonomia di scelta ed indirizzo.

Ch’arsi di foco, Giovanni Gaggia, TOMAV, 2019, foto di Natascia Giulivi

Come si è caratterizzata la programmazione prima dell’arrivo di Milena Becci alla direzione artistica?
A.G.
: Come ho già accennato, il TOMAV ha inaugurato la sua attività con una personale di Tino Stefanoni nel 2011. Essendo uno spazio di provincia, la strategia che ho seguito è stata quella di accreditarlo dapprima presentando artisti più storicizzati per creare in un certo senso anche un alveo di protezione per gli artisti meno popolari, più giovani, più laterali. Per lungo tempo ho lavorato in modalità one man band producendo un paio di progetti l’anno e poi, a fine 2018 in occasione della personale di Riccardo Angelini, è avvenuto l’incontro con Milena Becci, divenuta poi la curatrice della stagione espositiva 2019 con cinque appuntamenti. Beh, anche se sono abituato da sempre a lavorare in modalità one man band, “suonare” insieme a Milena è stato molto più interessante, piacevole e produttivo! Lei rappresenta il gancio con la generazione più giovane, è molto più attenta a certe dinamiche della comunicazione rispetto ad un dinosauro come me, è professionale ed affidabile; insomma le sono molto grato, anche perché lavorare con un dinosauro non è semplicissimo!

Del tempo e degli specchi, Angelo Iodice, TOMAV, 2019

Con Del tempo e degli specchi, personale di Angelo Iodice, si chiude il primo ciclo di mostre con la tua direzione artistica. Puoi riassumere in pillole gli artisti e le caratteristiche dei progetti presentati ad hoc per la Torre?
Milena Becci
: Il lavoro fatto relativamente alla programmazione del 2019 ha visto coinvolti artisti che perlopiù hanno proposto progetti site specific. La struttura della torre eptagonale di Moresco ha in sé una sorta di necessità di accoglienza di opere pensate per questo luogo, particolare e pieno di storia, immerso in un piccolo borgo, uno dei più belli d’Italia, per cui il contemporaneo appariva assai lontano dalla comune sensibilità. Il primo ciclo di mostre ha finora visto quattro artisti di diverse generazioni che hanno esplorato diversi ambiti e linguaggi della ricerca contemporanea, di diversa natura e concezione, e sono: Maurizio Cesarini, Giovanni Gaggia, Renzo Marasca e Luca Piovaccari che ha aperto le danze. È stato lui il primo a sperimentare il nuovo format dal titolo TAW_TOWERARTWEEKEND che prevede un’unica apertura della personale di due giornate. Attraverso la fotografia, Piovaccari ha ricordato autori che son rimasti ai margini come Luigi Di Ruscio, marchigiano di Fermo, rintracciando nei suoi scatti l’eroico vivere quotidiano. I mesi estivi son stati riempiti dalle opere di due artisti entrambi marchigiani, prima Renzo Marasca, che oggi vive e lavora a Lisbona, poi Giovanni Gaggia, accostati da una sensibilità comune pur attraverso approcci completamente dissimili.

 

Tenere il punto, Renzo Marasca, TOMAV, 2019, foto di Natascia Giulivi

La tela di Renzo Marasca è spazio puramente mentale, affascinante registrazione segnica e cromatica che a Moresco si è relazionata con la verticalità della struttura e con il paesaggio circostante. Giovanni Gaggia ha voluto invece rendere omaggio alla figura di Leopardi, di cui quest’anno si festeggiano i duecento anni della stesura de L’Infinito, con un allestimento che attraverso i disegni, le piccole sculture in ceramica e l’arazzo ricamato, ha rappresentato un’ode alla vita e all’amore, forza trainante universale. Le stade du miroir di Maurizio Cesarini è stata infine l’unica performance della stagione espositiva; prende avvio dalla considerazione del concetto di auto percezione, preso in prestito da Jaques Lacan, ed è stata realizzata all’interno di un altro dei gioielli del piccolo borgo marchigiano, il Teatro di Santa Sofia, situato a pochi metri dalla Torre.

Le stade du miroir, performance di Maurizio Cesarini, TOMAV, 2019, foto di Carlotta Casiraghi

Angelo Iodice sarà protagonista proprio di uno dei flash show di cui parlavi, una mostra “lampo” in un solo week-end, una modalità decisamente molto contemporanea di fruire l’arte…
M.B.: Una modalità molto contemporanea ma anche una necessità dei nostri tempi per alcune motivazioni che da limiti divengono punti di forza. Queste due giornate vedranno Angelo Iodice, quinto ed ultimo protagonista del 2019, presente al TOMAV con lo sviluppo di un progetto del 2017, Del tempo e degli specchi, che ho fortemente voluto, naturalmente in accordo con Andrea Giusti. L’installazione primigenia, che ritroveremo collocata nell’ultimo piano, lascerà le sue tracce nell’intera verticalità della struttura architettonica. Iodice è un artista che, come altri, ha una formazione scientifica che lo contraddistingue. Blocca le combinazioni cromatiche del caleidoscopio per dar vita a visioni oniriche che, sviluppate nello spazio, creano spaesamento e ci trasportano all’interno di un’iperrealtà quasi lynchiana. La superficie specchiante, che fa parte dell’installazione e che si ritrova nello spazio espositivo, riporta ad un concetto che si avvicina a quello del Doppelgänger, il “doppio viandante”, letteralmente, l’altro io che viaggia in un luogo che lo rapisce e lo immerge nell’incubo portandolo a partorire pensieri che si inseriscono nell’alterità.

Nulla che non sia ovunque, Luca Piovaccari, TOMAV, 2019, foto di Enrico Fabi

Il TOMAV tornerà ad essere attivo la prossima primavera giusto?
M.B.
: Approssimativamente sì, torneremo in primavera, iniziando una nuova stagione espositiva sulla quale stiamo lavorando. Le sorprese saranno tante e la volontà di portare avanti progetti site specific persiste nel luogo e nasce da questo, con il desiderio di un gruppo di lavoro orchestrato da Andrea Giusti, che pubblicamente ringrazio, fondamentale per lo sviluppo dell’attività alla quale ho deciso di dedicarmi credendo molto nelle sinergie. Non soltanto solo show in cantiere ma anche doppie personali che creeranno movimenti peculiari all’interno del TOMAV.

Nulla che non sia ovunque, Luca Piovaccari, TOMAV, 2019, foto di Enrico Fabi

Angelo Iodice. Del tempo e degli specchi
a cura di Milena Becci

26 – 27 ottobre 2019
Inaugurazione: sabato 26 ottobre 2019 ore 18.00

TOMAV- Torre di Moresco Centro Arti Visive
Piazza Castello, Moresco (FM)

Orari di apertura: ore 18.00-20.00

Info: +39 0734 259983 / +39 351 5199570
tomav@libero.it
www.comune.moresco.fm.it

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