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MILANO | La Triennale | 9 aprile – 1 novembre 2015

di MATTEO GALBIATI 

Due date, la prima il 1851, l’anno in cui il Criystal Palace ad Hyde Park di Londra ospitò il primo Expo della storia; l’altra il 2015, l’anno dell’Expo milanese. Entro questo ampio arco temporale si snoda il ciclopico percorso che Germano Celant ha creato per il progetto di Arts & Foods, unica area tematica di Expo Milano 2015 e ospitata in città al Palazzo della Triennale e nei suoi giardini.

M. Merz, Igloo del pane, 1989, Torino Collezione Merz, Torino, Photo Attilio Maranzano

Partendo quindi dall’anno di istituzione delle esposizioni universali, questa mostra, fedele al tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, osserva, suggerisce, lascia scoprire la cultura del cibo nell’arte… o meglio nelle arti, visto che hanno un ruolo particolarmente significativo lo rivestono anche le “arts & crafts”, con una partecipazione quindi attiva e di notevole interesse delle cosiddette arti minori, che arriva al nostro presente e alla sua attualità. Da una parte si riscoprono “immagini perdute” nel tempo che riescono a riaffiorare dalla memoria, come si può vivere lo stupore davanti a testimonianze di un passato sconosciuto, dall’altra si possono saggiare opere e ricerche che arrivano ai nostri giorni.
Questa mostra coinvolge, trasporta, affascina, incuriosisce, si lascia vivere agli occhi e  all’esperienza senza mai essere noiosa o stancante e, nonostante l’imponente mole del suo allestimento (oltre 7000 metri quadri), giganteggia senza fagocitare l’interesse di chi la visita e senza vincerlo nella fatica e nella stanchezza, anzi, si arriva alla fine con una curiosità attivata e col desiderio di “guardare” ancora.

Percorso per bambini “Vietato agli adulti”: (in alto a destra) Philipp Rumpf, Drei Kinder am Tisch, 1860, Staedelsches Kunstinstitut, Frankfurt am Main, (nella vetrina) giocattoli della seconda metà dell’800, Collezione Maurizio Marzadori, Photo Attilio Maranzano

Lo spettacolo del cibo, sul cibo e attorno al cibo diretto dalla regia di Celant ha fatto centro, ha colto pienamente nel segno quello che si poteva aspettare da una mostra che aveva queste premesse e che avrebbe dovuto avere un legame stretto con l’Expo in corso. Non facile vista l’infinita variabile delle possibilità che si sarebbero potute aprire e che avrebbero lasciato sbandare il progetto nella dispersione del sovrappiù. Sezione dopo sezione, opera dopo opera, pezzo dopo pezzo, il percorso attraversa un secolo e mezzo di cultura “alimentare” dell’uomo nuovo, l’uomo industriale: dalle posate ottocentesche al gonfiabile della mitica Mucca Carolina, da opere di Monet a Tom Sachs (solo per dare alcune minime coordinate), le arti raccontano il cibo, ma anche la nutrizione, la produzione, l’industria, il convivio, incrociando codici visivi, linguaggi artistici, design, progetti, oggetti e interventi ambientali a favorire un’estetica allargata, ibrida e intrecciata che tocca tutti i livelli della creatività e delle relative espressività.
Arts & Foods, che lascia testimoniare artisti, ma anche designer, architetti, fotografi, scrittori, film makers, grafici e musicisti, porta a compiere un vero e proprio viaggio nel tempo che, in ordine cronologico, svolge una pellicola stratificata, complessa nel toccare e chiamare in causa tutti i sensi, che si mette in linea con la stessa vocazione multidisciplinare che la Triennale storicamente ha da sempre avuto.
Questo progetto – nonostante alcuni avranno modo di lamentarvi assenze o mancanze, ma le sterili polemiche vanno lasciate alla frustrazione di alcuni “esperti” – risponde pienamente ad una visone e ad un taglio che lascia emergere il senso preciso del pensiero che sta alla sua base: la complessa strutturalità delle sue molteplici suggestioni non lascia immune nessuno dei suoi visitatori (basti pensare anche alle aree riservate alla visione dei bambini con allestimenti “esclusivi” e ad hoc per loro) cogliendolo di sorpresa, mostrandogli oggetti e opere sconosciuti, richiamandone il ricordo attraverso “cose” che gli erano o sono quotidiane, compie un’indagine scrupolosa e attenta che non riguarda solo gli aspetti artistici ed estetici, ma arriva a toccare anche quelli economici, filosofici, sociologici, antropologici e ideologici.

F. Gehry, The GFT Fish, 1985-1986, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino; Deposito a lungo termine,  Fondazione Marco Rivetti, Photo Attilio Maranzano

In mostra c’è davvero di tutto e c’è tanto, magari, per qualcuno, persino anche troppo, certo è che appare come nel suo, semplice e complesso, grandioso splendore. Una mostra che come già detto da molti è destinata a rimanere negli annali e a fare, come si diceva un tempo, la storia. Questo perché s’intaglia nella memoria degli spettatori che, come osservato attraversando al mostra, sembrano esserne assorbiti, sembrano completarla incuranti del tempo che passa e della sua grandezza.
Le polemiche che, sappiamo, hanno avvolto questa mostra fin dal suo annuncio, sono ampiamente superate. Se i giudizi su progetti espositivi come questo, positivi o negativi, restano sempre – ma solo in parte – opinabili, sono di fatto occasioni che non vanno perdute.
Vedere per credere!

Arts & Foods. Rituali dal 1851
Padiglione di Expo Milano 2015 in città
a cura di Germano Celant
progetto di allestimento Studio Italo Rota
progetto grafico Irma Boom Office 

9 aprile – 1 novembre 2015

La Triennale di Milano
Viale Alemagna 6, Milano 

Orari: da lunedì a domenica 10.00-23.00
Ingresso intero €12.00; ridotto convenzioni €10.00 (ridotto convenzioni); ridotto gruppi €8.00; la prenotazione individuale prevede la maggiorazione pari all’onere di prevendita (10% a fronte di un minimo di €1.00) per ciascun biglietto; si visita la mostra con lo stesso biglietto di Expo Milano 2015, l’ingresso alla Triennale è incluso. La mostra Arts & Foods è inclusa anche nel biglietto di “Cucine & Ultracorpi” – Ottava Edizione del Triennale Design Museum; la biglietteria chiude un’ora prima delle mostre. 

Info: +39 02 724341
www.triennale.org

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