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ROMA | Visionarea | 29 maggio – 2 settembre 2019

di JACOPO RICCIARDI

Esponente di spicco del Gruppo 63, Nanni Balestrini, è morto il 20 maggio 2019, a pochi giorni dalla mostra Vogliamo Tutto che si svolge negli spazi di Visionarea a Roma. Come per tutti i poeti visivi abbiamo qui l’opportunità di parlare del legame che unisce nel secondo novecento la Poesia e l’Arte. Nell’unica sala espositiva sono raccolte poche opere: due quadri degli Anni ’70, quattro quadri del 2002 e una scultura del 2001.

Nanni Balestrini. Vogliamo Tutto, veduta della mostra, Visionarea art space, Roma. Foto: Luca Perazzolo

I due periodi utilizzano le parole in modo molto diverso, e queste rispecchiano bene il tempo in cui sono immerse. Nelle opere più datate le parole di grandezza diversa si raggrumano verso il centro della superficie del quadro lasciando vuote le zone verso i bordi. Le parole hanno grandezze diverse e sono tutte orizzontali seguendo la consueta esposizione per una lettura. Il tema è sociale e politico, reazionario.
Nelle opere più recenti le parole si comportano in modo diverso: coprono tutta la superficie dei quadri, o formano un fascio diagonale che attraversa lo spazio dell’opera. Le tele possono essere quattro a formare una sola superficie (lo stesso quadro ripetuto quattro volte e orientato diversamente e affiancato agli altri forma il grande quadrato dell’opera). Ora le parole sono più schive: nella diagonale fasce di scritte di diversa grandezza scivolano l’una sull’altra e rendono difficoltosa la lettura. Oppure formano dei quadrati che girano come vortici ad angolo, verso il centro, rimpicciolendo la scrittura fino a renderla illeggibile. Oppure frammenti di parole angolati gli uni sugli altri, rendendo difficile la comprensione del contesto.

Nanni Balestrini. Vogliamo Tutto, veduta della mostra, Visionarea art space, Roma. Foto: Luca Perazzolo

Il dato fondamentale è l’utilizzo dello stampatello dei giornali, ma anche il contenuto sembra corrispondere a quello dei titoli dei giornali. Il tema trattato in tutte le opere è sociale e politico, di crisi. Forse nelle opere più recenti entra qualche frammento esistenziale, ma resta disperso nel tono di una vicenda pubblica urgente. Non c’è colore, almeno nelle opere esposte, solo il bianco del fondo e il nero della scritta impersonale.
L’esposizione della parola e del suo significato e quindi del suo racconto sono del tutto esterni e diretti, diretti sullo spettatore-lettore. Siamo ben lontani dall’Io che racconta il proprio soggetto. Eppure un racconto persiste, ma è oggettivo, riflette quello della realtà pubblica, ed è duro, assordante, fisico, e ci circonda come farebbe un boxeur nell’arena.

Nanni Balestrini. Vogliamo Tutto, veduta della mostra, Visionarea art space, Roma. Foto: Luca Perazzolo

Vedo un’affinità con il Nouveau Réalisme, Arman per esempio, e gli strumenti spaccati e fermati nel cemento. Ma anche con Kounellis e il suo utilizzo della materia vivente, esposta e attiva al di qua dell’opera, verso l’altro vivente, lo spettatore. La parola ha in sé la durezza di un’astrazione, essa non ha corpo fino a che il significato non glielo concede. Balestrini sceglie un significato il più possibile vicino al significante, alla crudezza della materia (dell’involucro tipografico) della parola: il significato che la abita è quello, materiale anch’esso, della fisicità delle relazioni sociali che accadono e governano la vita, che costringono la vita alla loro realtà.
Interessante come questa parola riesca a diventare scultura: una torre triangolare alta più di due metri, che espone le scritte con la tridimensionalità dei clichés di stampa e che parla straniero, l’inglese, la lingua della massa globalizzata mondiale. La forza che esprime questa scultura è tutta nella corrispondenza in uno stesso corpo reale, di significante, significato e materiale, legati e uniti assieme come alleati (per la guerra globalizzante del reale).

Nanni Balestrini. Vogliamo Tutto, veduta della mostra, Visionarea art space, Roma. Foto: Luca Perazzolo

Abbiamo qui una trasmissione della zona pubblica e sociale a dispetto di quella privata e personale. La stessa Land Art trova qui un’eco, perché è materia reale che forma quello che può formare, non richiede interpretazione, ma presa di coscienza. L’opera di Balestrini è tanto vivida davanti allo spettatore da essere inequivocabile, come inequivocabile e inesorabile è il corso della realtà che si scontra con il corpo dell’uomo e lo travolge fisicamente. Niente musiche suadenti o suoni di cardellini, siamo nell’ambito della non distrazione.
Ora che è stato scoperto questo suono diretto e continuo, limpido o caotico che sia, sempre colpisce senza sosta, essendo impossibile ogni fuga interpretativa, e travolti per decenni dalla stessa condizione esterna e materiale, aggressione priva di male o bene, l’animo in fondo a quel corpo reagisce, e risponde dall’Io a quel lavaggio con un nuovo Io nato da una tabula rasa della realtà. Anselm Kiefer crea una concrezione sulle spalle di Balestrini e sembra annunciare qualcosa. Gerhard Richter fa meglio, svuota, ripulisce, zittisce la realtà, e si avvicina al XXI secolo. Il XXI secolo è già iniziato e l’immagine di un’anima si sta ricostruendo silenziosa sotto le macerie come un dono.
È plausibile pensare che se alla parola di Dio, l’anima celeste, scritta in oro zecchino, che taglia i dipinti in diagonale nelle annunciazioni del Trecento e Quattrocento, fa seguito la parola di Balestrini, come di altri poeti visivi, che individua un corpo reale, sociale e politico, non potrà che riapparire in seguito una nuova anima, che sarebbe, come dire, un’anima dell’Io, privo di Ego. Così proseguirà il viaggio dell’Arte, della Poesia, e della Musica.

Nanni Balestrini. Vogliamo Tutto, veduta della mostra, Visionarea art space, Roma. Foto: Luca Perazzolo

Nanni Balestrini. VOGLIAMO TUTTO
a cura di Luigi De Ambrogi
in collaborazione con la Galleria Emilio Mazzoli di Modena

29 maggio – 2 settembre 2019

Visionarea Art Space – Auditorium Conciliazione (secondo piano)
via della Conciliazione 4, Roma

Info: info: info@visonarea.org
www.visionarea.org

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