TORINO | Museo Regionale di Scienze Naturali | 18 febbraio – 25 marzo 2012
Intervista a Claudia Virginia Vitari di Maria Cristina Strati
Lo scorso 17 febbraio ha inaugurato a Torino, presso il Museo Regionale di Scienze Naturali, una mostra personale di Claudia Virginia Vitari.
Nata a Torino nel 1978, Claudia Virginia Vitari ha studiato a Berlino e in Germania, per poi trasferirsi a Barcellona, dove vive attualmente. La sua ricerca si snoda intorno al rapporto tra arti visive e scienze umane, in particolare la psicologia e l’antropologia. “Le Città Invisibili” si concentra proprio sul rapporto tra società e malattia psichiatrica. Il lavoro è stato svolto in collaborazione con una radio di Barcellona, Radio Nikosia, che apre le sue porte ai malati psichiatrici conclamati, donando loro uno spazio espressivo libero, al di fuori da ogni legame con la terapia. Claudia ha trascorso un po’ di tempo con i malati, parlando con loro, confrontandosi con la loro realtà, a volte chiedendogli di scrivere per lei le loro impressioni di vita.
In mostra sono esposti alcuni light box con immagini serigrafate, brani di testi di psichiatria che si alternano a volti umani, mentre dal basso emergono calchi di altri volti, come maschere, simbolo dell’anima che emerge dal silenzio e sempre silenziosamente, ma categoricamente, si rivolge a noi e ci interroga dal profondo. Maschere e serigrafie sono esposte a terra, intrappolate in rigide scatole di ferro, simbolo della rigidità dei condizionamenti e degli atteggiamenti sociali condivisi…
Maria Cristina Strati: Vuoi raccontare ai lettori di Espoarte qualcosa sulla tua ricerca in generale?
Claudia Virginia Vitari: Fin dagli anni degli studi all’Università di Halle an der Saale in Germania, ho diretto la mia ricerca artistica alla relazione tra individuo e società, partendo da situazioni estreme o socialmente periferiche. Cerco storie di vita considerate a volte secondarie e dò loro voce, raccogliendo vari materiali. Analizzo il soggetto da diversi punti di vista: un esame storico, letteratura specifica, narrativa, testi informali, film. Tutto questo è importante per capire a fondo ciò di cui sto parlando e per definire un intimo contatto con i futuri fruitori dell’opera. In seguito documento le singole storie, intervistando persone, chiedendo loro di descriversi e descrivendoli io stessa con dei ritratti. Creare diventa così un modo per far emergere i dettagli. Normalmente ciò che si ricorda a livello storico e scientifico è un sapere globale, io invece parlo di ciò che resta invisibile: ricordi individuali, vicende personali. Sono storie ai margini della società, ma che allo stesso tempo esistono a causa della società che abbiamo creato.
Il mio primo lavoro realizzato con questo metodo è stato MELANCHOLIE (2002), realizzato nell’ospedale psichiatrico di Neustadt ad Halle an der Saale, dove mettevo a confronto il concetto di malinconia in arte e in psichiatra. Dal 2008 lavoro in maniera più approfondita con il tema delle istituzioni totali, prendendo spunto dal testo di E. Goffman Asylums. Oltre a Goffman, altri autori a cui mi riferisco sono Kafka, Foucault e scritti epici come l’Epopea di Gilgamesh. Decisiva ai fini di questa scelta tematica fu una visita all’Eastern State Penitentiary di Philadephia, un ex carcere molto importante dal punto di vista storico ed architettonico, ora adibito a museo. Dopo averlo visitato è nato il progetto PERCORSOGALERA, (2007-2009) dove racconto esperienze vissute all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno a Torino, mettendo in evidenza le storie dei detenuti e le dinamiche interne alla struttura. Il lavoro è stato realizzato con il contributo della Regione Piemonte ed esposto prima all’interno del carcere torinese e dopo, nel 2009, presso l’ex Casa Circondariale Le Nuove.
In che cosa consiste invece il progetto Le città invisibili?
Il progetto ora esposto al Museo Regionale di Scienze Naturali a Torino è nato dalla collaborazione con Radio Nikosia di Barcellona: una realtà non istituzionale, che tratta il tema dell’istituzione e della diagnosi psichiatrica attraverso la testimonianza e il lavoro di soggetti che l’hanno vissuta o la vivono. Anche questo progetto è stato realizzato grazie ad un contributo della Regione Piemonte.
Tecnicamente mi interessa la fusione tra disegno, scultura e installazione, per creare un gioco di atmosfere, suoni ed elementi bi- e tridimensionali. Lavoro con materiali trasparenti, come resina o vetro, e tecniche grafiche come la serigrafia, inquadrando il tutto in strutture di ferro. La resina e il vetro sono materiali fluidi e diafani, in contrasto con il ferro, più rigido e freddo, che raffigura l’incasellamento istituzionale. Una crepa rappresenta un movimento spontaneo, il fluire e la deformazione dei disegni e dei testi serigrafati offrono la possibilità di una prospettiva diversa, mentre le bolle ricordano il respiro, qualcosa di vivo. L’ingannevole catalogazione degli esseri umani è in contrasto con la naturale casualità dei materiali in divenire durante la creazione artistica.
In particolare come è nato questo progetto?
Nel progetto Le Città Invisibili mi sono ispirata esteticamente agli studi lombrosiani e ad un certo tipo di classificazione scientifica. Ciò per creare una rottura: le persone ritratte all’interno dell’opera raccontano se stesse, rivendicano la propria identità indipendente dalla diagnosi di malattia mentale. Il Museo di Scienze Naturali, oltre ad offrire un affascinante contesto estetico di catalogazione scientifica, ha anche la struttura architettonica di un’antica istituzione ospedaliera. È un luogo perfetto in cui poter presentare l’installazione.
Claudia Virginia Vitari è nata in Italia, a Torino nel 1978.
Si è laureata nel 2004 ad Halle an der Saale, in Germania, presso l’Università di Arte e Design Burg Giebichenstein. L’artista è rappresentata dalla galleria Berlin Art Projects con sede a Berlino e Istanbul. Attualmente vive a Barcellona e opera tra Torino, Barcellona e Berlino.
Claudia Virginia Vitari. Le Città Invisibili
Museo Regionale di Scienze Naturali
Via Giovanni Giolitti 36, Torino
18 febbraio – 25 marzo 2012
Orari: tutti i giorni 10.00 – 19.00 | Chiuso il martedì
Info: +39 0114326354 – Museo.mrsn@regione.piemonte.it