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MILANO | Palazzo Reale | 22 giugno – 16 settembre 2022

di MATTEO GALBIATI

Spesso l’attributo “grande” riferito ad una mostra è, nel contesto di una recensione, più una concessione enfatica di “titolo”, che non un’effettiva, precisa ed opportuna corrispondenza al progetto critico-scientifico che l’ha concepita. Può essere grande per l’eccesso ridondante delle opere esposte, dovrebbe essere grande per la qualità elevata di queste rispetto alla ricerca dell’artista o grande per le corrispondenze individuate e l’aderenza al “taglio” voluto. Il più delle volte è grande solamente perché deve essere celebrativa, perché non se ne vuole parlare male, perché si cerca di sostenere solamente un principio, un sistema, una conoscenza. Grande non è usato sconvenientemente né a sproposito se si parla, invece, della mostra Percorsi Contemporanei 1957-2022 che, per tutta l’estate (e ancora per qualche settimana), sta raccontando, nelle sale di Palazzo Reale a Milano, la storia, il pensiero, l’impegno, la coerenza, la forza e la dedizione di Grazia Varisco (1937), offrendo al pubblico un’immersione totale nel suo linguaggio passandone copiosamente in rassegna tutte le serie e le tipologie delle sue opere.

Grazia Varisco. Percorsi Contemporanei 1957-2022, veduta della mostra, Palazzo Reale, Milano Courtesy Archivio Varisco Ph. Thomas Libis

Questa è davvero, e in tutti i termini di analisi, una grande mostra: un’antologica davvero esaustiva e ad ampio raggio, dove i lavori sono dettagliatamente presenti e compiutamente allestiti, abitando lo spazio come un vero organismo vivo. Sono a tal punto presenti che addirittura si potrebbe quasi dire che ci sia troppo, rispetto ad una presenza che è così fitta e serrata ma che, comunque, non delude affatto lo guardo, al contrario, lo incalza di continuo.
Questo è uno dei pregi di questa esposizione che dà voce al profilo altissimo della sua autrice, il cui impegno artistico ed estetico sono testimonianza assai preziosa di una generazione di artisti che hanno scritto, come lei, le pagine più importanti della storia dell’arte contemporanea e di cui Varisco è, senza dubbio, una delle firme più autorevoli. Proseguendo in quella felice intuizione di valorizzare i maestri milanesi (o che hanno trovato a Milano il proprio luogo d’elezione) – e sempre lasciando l’ingresso libero per concedere l’esperienza e la conoscenza di queste mostre ad un pubblico di volta in volta più ampio –, Palazzo Reale riconferma, con questo progetto, il proprio ruolo centrale nel fissare e diffondere la cultura del contemporaneo.

Grazia Varisco. Percorsi Contemporanei 1957-2022, veduta della mostra, Palazzo Reale, Milano Courtesy Archivio Varisco Ph. Thomas Libis

Le sale, come si diceva, abbracciano la diversificata produzione dell’artista il cui linguaggio, pur in diverse fasi e con dissimili espressività, è rimasto fedele ai propri principi originari e, nel tempo, quell’esercizio formale delle opere che ha sviluppato, con intonazione differente, il rigore delle sue riflessioni. Non abbiamo bisogno di inserire Varisco nei movimenti, nei gruppi, nelle tendenze dell’arte vissuti e partecipati con questa sua ricerca lunga oltre sei decenni, ma, pur essendone acclarato il contributo, questa antologica dimostra come il suo essere dentro ai tempi, così come il precorrerli, non le abbia impedito di salvaguardare quell’autonomia di pensiero che fa vivere il lavoro sia nell’unicità della sua intuizione, sia nell’attualità presente.
Osservando lo sviluppo delle opere di Varisco esposte nella mostra, infatti, emerge chiaro come il loro senso profondo valga davvero al di là del tempo in cui sono state concepite: se in alcuni artisti l’appartenenza a quel decennio o a quella corrente diventa un recinto chiuso, in lei il valore del dettato della ricerca vive ancora nell’oggi e non appare mai superato o vincolato al passato che lo ha originato.

Grazia Varisco. Percorsi Contemporanei 1957-2022, veduta della mostra, Palazzo Reale, Milano Courtesy Archivio Varisco Ph. Thomas Libis

Queste loro marcate incidenze e caratterialità, rigorosissime nel pronunciamento e mai “sbagliate”, ci fanno ben comprendere come la sua astrazione, il suo concettualismo, il suo minimalismo (e ogni altro apparentamento possibile) non perdano mai di vista il referente vero che è l’osservatore. Varisco lo mette sempre al centro della sua analisi del mondo: chi osserva è investito dall’esuberante presenza silenziosa delle sue opere che non si nascondono dentro all’ermetismo muto del concetto o della riflessione intellettualistica, ma toccano fisicamente i suoi sensi.
Il ricorso alla sensorialità è lo strumento più efficiente per stimolare la curiosità dello spettatore, perché questo si sente coinvolto, incontrato nella propria esperienza. Così appare chiaro, nelle diverse stanze, come la sua sia un’arte fisica, concreta, tangibile, densa di verità perché affermata con virtù sensoriale: luce, movimento (presunto o reale), equilibrio, magnetismo, forze, piegature, distorsioni, prospettive, pieni e vuoti, torsioni, sono ingredienti che non pongono-impongono qualcosa come compiutamente definitivo, ma lo assicurano nel tempo e, nonostante la sua tangibile verità, la bellezza della sua immagine permane intensamente incerta e inafferrabile.

Grazia Varisco. Percorsi Contemporanei 1957-2022, veduta della mostra, Palazzo Reale, Milano Courtesy Archivio Varisco Ph. Thomas Libis

Grazia Varisco in questi sessantacinque anni di faticoso e appassionato impegno ci dimostra come la sua ricerca abiti un’articolata e raffinata “esattezza” che, senza mai rinunciare o mancare alla propria espressività, si rende fenomeno illimitato. Superati i confini delle convenzioni, avendo alimentato e contribuito a ridisegnare lo statuto costituente dell’opera contemporanea, essendo modello e ispirazione di novità, la sua iconografia trova fondamento vivo (e vincente) nel dinamismo della sua stessa manifestazione che si pone in equilibrio liminale tra interiorità ed esteriorità, tra idea e verità. Il suo “segno” sta nel demandare e chiamare in causa l’altro, nel costante misurare, nel continuo percorrere e oltrepassare gli archetipi limitanti dello spazio e del tempo. Così sappiamo esserci già, sappiamo di ritrovarla nell’immediato e prossimo futuro.

Grazia Varisco. Percorsi Contemporanei 1957-2022
a cura di Marco Meneguzzo
promossa e prodotta dal Comune di Milano | Cultura, Palazzo Reale e Archivio Varisco
con il supporto di Intesa Sanpaolo e Italmobiliare
catalogo Skira

22 giugno – 16 settembre 2022

Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano

Orari: da martedì a domenica 10.00-19.30; giovedì chiusura alle 22.30; ultimo ingresso mezz’ora prima; lunedì chiuso
Ingresso libero

Info: www.palazzorealemilano.it
www.archiviovarisco.it

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