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Diano Marina (IM) | Palazzo del Parco – Sala “R. Falchi” | 10 novembre 2018 – 6 gennaio 2019

di FRANCESCA DI GIORGIO

Anonimi, attraenti, geniali, curiosi a volte anche provocatori… Sono gli oggetti che ci legano ad un ricordo, ad un periodo particolare della nostra vita, che ci hanno accompagnato in un viaggio, ci ricordano un momento difficile o fortunato o che, ancora, abbiamo incontrato un giorno, per caso. Nella costellazione di “cose” da cui siamo circondati esiste un piccolo universo di oggetti che si distinguono dagli altri, fanno parte della nostra vita e che l’abitudine non ci fa considerare il fatto che possano avere una biografia, una storia unica e indipendente.

Giorgio Laveri, Fermo Immagine, Courtesy Civiero Art Gallery, Diano Marina (IM)

Qual è allora il nostro rapporto speciale con gli oggetti? Quale ruolo hanno nella nostra vita?
Per Giorgio Laveri, artista ma prima di tutto regista cinematografico e teatrale, gli oggetti sono “soggetto” di tutta la sua ricerca artistica. Con un’azione di prelievo, che potremmo definire tra dada (l’ironia e il gioco), pop (l’esibita serialità) e nouveau realism (l’invito a guardare con occhi nuovi la realtà quotidiana) Laveri punta i riflettori su oggetti che hanno una duplice valenza: personale (rullini fotografici e trucchi di scena, tra gli altri) e collettiva (caffettiere e cavatappi, ad esempio).
Anche le mollette della serie MollyWood (2018), le ultime, in ordine di tempo, ad entrare nella sua grande “famiglia” di cose straordinariamente comuni, colpiscono per l’estrema semplicità ed essenzialità, fanno parte del nostro quotidiano, certo ma basta fare due parole con l’artista per capire che anche loro, nonostante i zuccherosi colori pastello sono un riferimento concreto a Cinecittà, all’usanza di appendere, con comuni mollette da bucato, appunto, le foto in camera oscura.

Giorgio Laveri, Fermo Immagine, Courtesy Civiero Art Gallery, Diano Marina (IM)

Fermo Immagine, la mostra che Civiero Art Gallery dedica all’artista savonese, in corso fino al 6 gennaio nella Sala “R. Falchi” di Palazzo del Parco a Diano Marina (IM), è un’occasione per entrare nel mondo di Laveri popolato da icone giocose, ironiche quanto basta e rese perfette da una superficie specchiante ottenuta da una particolare lavorazione della ceramica (smaltata con interventi a terzo fuoco) mezzo espressivo privilegiato dall’artista. Un’antologia costruita come un percorso tra le sue “icone” più famose sino alle produzioni più recenti.

Ecco, allora, che tutti i riferimenti di cui abbiamo parlato fino ad ora sembrano chiarificarsi in un confronto con l’artista che, chiamando letteralmente per nome i suoi lavori, li rende nella sua e nella nostra memoria ancora più familiari e vicini ma non per forza collimanti.
Nei rullini di una macchina fotografica (Discorso da sviluppare) «C’è il recupero di un oggetto che teniamo in grande considerazione finché ci sono le nostre foto dentro. Il mio insistere nel riproporlo sotto un’altra veste è il tentativo di restituirgli un’anima e di conferirgli dignità».
La serie degli ormai famosi rossetti Truka nasce invece  «…in opposizione all’onda travolgente dell’apparire per esistere, Truka diventa simbolo totemico, icona irridente dell’estetica plastificata. Per contro, la realizzazione  in materiale ceramico ne valorizza l’aspetto pop-artistico e lo colloca in una fascia d’attenzione vicina ad un collezionismo sempre più attento ai nuovi materiali di espressione artistica».

Giorgio Laveri, Fermo Immagine, Courtesy Civiero Art Gallery, Diano Marina (IM)

La penna stilografica Stylo’ «Fa il verso ai più noti modelli delle classiche penne stilografiche ma mi permette di ri-cucire gli aspetti ludici della mia infanzia con il tempo in cui vivo realmente. Infatti, è dalla bande dessinée di Topolino che traggo il design della penna stilografica che è proprietà del Commissario Basettoni. E riconosco il ruolo che mi è stato assegnato da qualche amico giornalista della stampa  francese: quello di Voleur d’Images».
E da questa nasce la variante Stylo’ Coupe «Dove, l’oggetto d’uso quotidiano, nella fattispecie una penna gettata dopo l’ultimo pensiero scritto, è ingentilita da un contenitore (volutamente tratto dal design Anni ’30 albisolese) che la mette in evidenza. Tutto ciò la rende fotografo e non più fotografia del quotidiano».

Giorgio Laveri, Fermo Immagine, Courtesy Civiero Art Gallery, Diano Marina (IM)

Tra le pieghe dei pensieri anche qualche visione disincantata della vita rappresentata dai birilli della serie Strike «Ho la sensazione di vivere in una parte dell’universo dove uomini e donne mostrano la loro fragilità di fronte ad un potere capace di organizzare grandi manifestazioni dove ognuno crede, o ha la sensazione di credere, di essere al centro della scena, dove tutto apparentemente è lecito. Non è così. È il quotidiano che fa Strike; e l’ingranaggio che ci rialza ci ripresenterà ancora una volta come bersagli per una nuova boccia che ci abbatterà».

Giorgio Laveri, Fermo Immagine, Courtesy Civiero Art Gallery, Diano Marina (IM)

Ma resta ancora uno spazio, quello dedicato all’immaginazione prolifica di chi è ancora capace di divagare oniricamente sulla quotidianità: «Se potessi bere un caffè nell’immaginario delle mie Moka e delle mie tazze giganti vivrei nel sogno di chi analizza, in lunghe, calde serate, tutti i fotogrammi del film appena visto. Nei sottintesi, nelle scene più dilatate, nei titoli di coda, dove scopri che il vero motivo per cui ne parli è quello che ti fa sentire un po’ protagonista…».

Giorgio Laveri. Fermo immagine
Catalogo: Vanillaedizioni

10 novembre 2018 – 6 gennaio 2019

Palazzo del Parco
Corso Garibaldi 60, Diano Marina (IM)

Orario di apertura al pubblico: da martedì a sabato 10.00-12.00 | 16.00 – 19.00

Info: Civiero Art Gallery
Via San Sebastiano, 21
18013 Diano Castello (IM)
+39 371 3712776 | +39 320 0261297
civieroartgallery@gmail.com
www.civieroartgallery.com

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