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SILVANA EDITORIALE | Germano Celant. The Story of (my) Exhibitions

Da venerdì 30 aprile sarà disponibile in libreria e online Germano Celant*. The Story of (my) Exhibitions. Un volume che arriva a un anno dalla scomparsa di uno, se non il più grande, curatore italiano di tutti i tempi. Silvana Editoriale in collaborazione con Studio Celant pubblica uno degli ultimi lavori del critico d’arte: un volume imponente, a cui stava lavorando da tempo e che lo stesso autore aveva sintetizzato così:

Per cinquant’anni ho praticato diverse scritture: la teorica per la stesura saggi, l’editoriale per la costruzione di libri e di cataloghi, e infine l’espositiva […]. The Story of (my) Exhibitions tenta di portare l’attenzione su quest’ultimo tipo di scrittura.

562 pagine, oltre 300 immagini di cui molte inedite, una ricca raccolta di documenti e testi critici che diventano testimonianza viva di un percorso storico e critico di 34 mostre da lui progettate e curate tra il 1967 e il 2018. Il volume racconta, infatti, la logica dell’esporre che ha caratterizzato il lavoro di Celant, la metodologia della ricerca e le diverse tipologie di allestimento utilizzate di volta in volta, presentando una selezione di mostre in ordine cronologico che riflettono la complessità del suo contributo alla storia delle esposizioni.

Ambiente/Arte, Biennale di Venezia, Venezia, 1976. Il Padiglione Centrale ai Giardini di Castello durante la preparazione degli spazi in vista della mostra/ The Central Pavilion at Giardini di Castello during renovation of the spaces in view of the exhibition © Reale Fotografia Giacomelli, Venezia

“Celant stava lavorando da tempo a un progetto editoriale che fosse la sintesi della sua ampia indagine critica e questo volume, di cui ha seguito tutte le fasi di lavorazione, ne rappresenta l’esito. In ognuna delle mostre presentate al suo interno è possibile riconoscere il metodo curatoriale attraverso il quale, avvalendosi di diversi linguaggi e media differenti nell’accostare opere d’arte e materiale documentario, giungeva alla creazione del dispositivo ‘mostra’. Lo Studio Celant ha lavorato insieme all’editore Silvana Editoriale per fare in modo che la pubblicazione fosse realizzata seguendo la sua idea originale.” (Studio Celant)

Arte Povera 1967-2011,25 October 2011 -29 January2012, Triennale di Milano, MilanExhibition view with / veduta della mostra con opere di Alighiero Boetti, Pino Pascali, Giovanni Anselmo, Photo by Marco Curatolo © Alighiero Boetti, by SIAE 2021, Courtesy Archivio Anselmo

Si parte dal 1967 con la prima definizione dell’Arte Povera, per poi dedicarsi alle vicende contemporanee internazionali con Conceptual art Arte povera Land art (1970) alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, per approdare nel 1976 alla grande mostra sul tema Ambiente/Arte, alla Biennale di Venezia.
L’excursus continua coprendo diversi ambiti di ricerca, presentati nelle più importanti sedi espositive e museali italiane e internazionali nei decenni successivi: dalla ripresa e rilettura in chiave storica dell’Arte Povera in mostre come Coerenza in coerenza (1984) alla Mole Antonelliana di Torino, The Knot Arte Povera at P.S.1 (1985) a New York, Arte Povera 2011 in varie sedi, alle vicende dell’arte italiana del Novecento in mostre come Identité italienne. L’art en Italie depuis 1959 (1981) al Centre Georges Pompidou di Parigi, Arte Italiana. Presenze 1900-1945 (1989) a Palazzo Grassi a Venezia, Italian Metamorphosis 1943-1968 (1994-95) al Solomon R. Guggenheim Museum di New York.

When Attitudes Become Form. Bern 1969/Venice 2013, Fondazione Prada, Ca’ Corner della Regina, Venezia, 2013. Veduta della mostra / Exhibition viewcon opere diAlan Saret, Gary B. Kuehn,Walter De MariaPhoto by Attilio Maranzano, Courtesy Fondazione Prada Courtesy Gary Kuehn and Häusler Contemporary © Estate of Walter De Maria

E ancora il tema della contaminazione tra linguaggi come arte e moda in esposizioni come Il Tempo e la Moda (1996) alla Biennale di Firenze, arte e architettura come in Arti & Architettura 1900-2000 (2004) a Genova, arte e musica in Art or Sound (2014) alla Fondazione Prada di Venezia, o ancora arte e cibo nella mostra Arts & Foods (2015) alla Triennale di Milano.
Al tema del reenactment (una nuova lettura o rilettura di mostre cardine per la storia della curatela mondiale, ndr), infine, sono dedicati progetti espositivi come When Attitudes Become Form. Bern 1969/Venice 2013, alla Fondazione Prada di Venezia e Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943 (2018) alla Fondazione Prada a Milano.

Una panoramica da cui emerge l’evoluzione della pratica curatoriale di Celant, dall’interpretazione personale all’attenzione per il documento storico, con lo sguardo sempre rivolto verso i media non tradizionali (libro, disco, fotografia) e verso gli sconfinamenti tra i diversi linguaggi (arte, architettura, design).
The Story of (my) Exhibitions rivela la ricchezza di uno straordinario percorso umano e professionale, rivela la profondità del lavoro di Celant, traccia il perimetro della sua eredità scientifica e ne rappresenta un vivo testamento intellettuale.

*A Germano Celant abbiamo dedicato un approfondimento sul numero #110 dal titolo: Germano Celant
Il resoconto di una “guerriglia” di Lorella Giudici: https://www.espoarte.net/in-evidenza/espoarte-110/

Germano Celant. The Story of (my) Exhibitions, cover, Silvana Editoriale, 2021


Germano Celant
The Story of (my) Exhibitions
20 x 24 cm
557 pagine
325 illustrazioni
edizione bilingue italiano/inglese
cartonato
EAN 9788836647668
70 €

www.silvanaeditoriale.it

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