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VERONA | La Giarina Arte Contemporanea | Fino al 12 febbraio 2022

di FRANCESCO FABRIS

La Giarina Arte Contemporanea di Verona ospita Diario Pubblico. Dagli Anni ’80 agli Anni 2000, personale di Francesco Garbelli (Milano, 1962) a cura di Francesca Di Giorgio.
L’esposizione, stesa lungo una dozzina di significative opere raccolte in diversi decenni di attività, consente di gettare un fascio di luce su uno dei più raffinati ed intraprendenti interpreti della public, urban e street art in Italia.

Veduta della mostra Francesco Garbelli, Diario Pubblico (prima sala). Courtesy La Giarina Arte Contemporanea, Verona

Attraverso la concentrata attenzione su segnaletica stradale e toponomastica, sul contesto urbano elevato da sfondo a protagonista, sulla parola fatta immagine, Garbelli si è occupato nel tempo di tematiche sociali, geopolitiche ed ecologiche estratte da un presente disvelato, onnipresente, addirittura invasivo.
Il Garbelli artista è da sempre un animale politico, pop, immediato. Come gli artisti politici si concentra sulla visività, su ciò che l’occhio tende a trascurare, per restituirci una lettura più profonda attraverso un dispositivo privilegiato di conoscenza e comprensione perché alla portata di tutti: evidente, urbano, tanto accessibile da risultare banale.
In questo risiede l’operazione politica, nell’abbandono di ogni istanza nostalgica e poetica, nella corsa ad una narrazione spesso pescata dalla cronaca o da ciò che è palesemente disponibile, che si presenta come una lavagna neutra sulla quale riscrivere il significato leggendo il significante con la dovuta profondità.

Veduta della mostra Francesco Garbelli, Diario Pubblico (prima sala). Courtesy La Giarina Arte Contemporanea, Verona

La genialità di Garbelli sta principalmente nell’aver attivato uno dei campi espressivi più originali e dinamici, esplorati e percorsi sin dagli Anni ’80 attraverso le incursioni in ambienti industriali, nel contesto pubblico, nella cartellonistica stradale e nella parola, ma anche nelle icone figurative che oggi incombono quasi come unica forma di linguaggio.
Antesignano della comunicazione attraverso media liberi e collettivi, originale interprete di ready made pescati dal contesto urbano Garbelli modula e diversifica l’attenzione ai materiali disseminati “nell’infosfera”, in quel confine entro cui gli umani interagiscono in uno spazio relazionale scontato ed aperto, quale la strada e l’ambiente urbano.
Ne esce un riuscitissimo Diario Pubblico, dove l’intima lettura dell’artista aggetta all’esterno donandosi alla collettività della quale, in punta di piedi, occupa gli spazi urbani, pubblici per definizione.

Veduta della mostra Francesco Garbelli, Diario Pubblico, (seconda sala). Courtesy La Giarina Arte Contemporanea, Verona

Con fare da autentico intellettuale, Garbelli legge i pezzi di una realtà solo apparentemente banale e li manipola, vi interviene con ironia e sarcasmo, con giocosa creatività ma sempre attento ai drammi propri dell’epoca in cui si manifesta, siano essi i contrasti geopolitici, le catastrofi climatiche, la sicurezza sul lavoro o l’ambientalismo.
Ne escono, così, cicli di lavori omogenei per matrice ed intenti ma riccamente variegati quanto a medium e dinamica semantica.

Veduta della mostra Francesco Garbelli, Diario Pubblico, (seconda sala). Courtesy La Giarina Arte Contemporanea, Verona

Con le originalissime Microstorie Garbelli genera una nuova narrazione favolistica, muovendo da un linguaggio e da un panorama semantico che nell’immaginario collettivo è scarno e semplice portatore di precetti e divieti.
L’accostamento tra due cartelli stradali distonici, l’uno reale l’altro inventato, (Operazione zebra, 1989) genera una meta comunicazione surreale in cui il simbolo reale è contaminato dall’immaginario, liberando così il percorso di ricerca ed orientamento tra ciò che è vero e ciò che è artefatto, tra ciò che è certo ma immoto e ciò che è impensabile ma dinamico.

Veduta della mostra Francesco Garbelli, Diario Pubblico. Courtesy La Giarina Arte Contemporanea, Verona

Attraverso il reiterato ciclo del Paradosso del Pedone, di cui in mostra vi sono diversi esemplari, l’artista utilizza la proposizione formulata in apparente contraddizione con l’esperienza comune per trasformare l’effige tipica di chi attraversa la strada in un mostro la cui testa è fatta a forma di automobile.
Questo espediente, all’apparenza banale, ha la forte connotazione di ribaltare il punto di vista che ciascuno ha di sé, o meglio la definizione che la società gli ha attribuito. Ogni pedone è sostanzialmente automobilista, e così si trova innanzi ad un messaggio di cui è contemporaneamente fruitore e destinatario, che lo difende e lo responsabilizza, che gli ricorda la sua doppia natura umana di debole ed oppressore, quando passeggia e quando guida l’auto.
Il dubbio identitario diviene così incertezza, paradosso appunto, enigma da coltivare per raggiungere una sperata verità, alimentando una tendenza umana innata ma non confessata.

Veduta della mostra Francesco Garbelli, Diario Pubblico, (terza sala). Courtesy La Giarina Arte Contemporanea, Verona

Con l’incedere preconizzatore degli artisti Garbelli si avvede, già negli Anni ’80, di una variegata molteplicità di segnali legati alla sicurezza sul lavoro ed all’antinfortunistica, addirittura decenni prima che i temi raggiungano la triste notorietà del presente.
I simboli, anche in questo caso decontestualizzati, concorrono a formare un nucleo di opere dalla valenza simbolica a croce, quasi ad anticipare l’esigenza di una nuova e più qualificata attenzione a temi decisivi.

Veduta della mostra Francesco Garbelli, Diario Pubblico, “Senza parole”, 1988, cartelli segnaletica antinfortunistica, cm 130x130x10, Courtesy La Giarina Arte Contemporanea, Verona

L’esperienza, per Garbelli, è intimamente legata al segno ed alla parola, alla quale attribuisce il significato minimo ma perenne di cellula dell’aggregato umano.
Le parole indicano, catturano e rimandano, ma non qualificano nell’immediato. Utilizzarle deve condurre ad un loro superamento, anche inteso nella semplice forma fisica, fino a disvelare l’immane potere qualificante che genera intima comprensione prima che il mero giudizio.
In questo senso emblematico: Non sono razzista ma… La rivolta delle parole (2021).
La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale tenutasi a Milano il 21 marzo 2020 è per l’artista l’occasione di un ennesimo intervento pubblico non autorizzato.
Qui, le lettere che compongono una delle frasi più reiterate, discusse e lontane dalla realtà del tema, sono fatte esplodere con fare cinematografico, per risistemarsi sul fondo con una nuova collocazione tra il casuale ed il pittografico, sino a ripensare il senso intimo e fecondo dei segni della nostra scrittura e, con lui, l‘importanza del corretto nome da attribuire alle cose.

Francesco Garbelli, Diario Pubblico, sala ipogea (Mare Nostrum? 2010). Courtesy La Giarina Arte Contemporanea, Verona

 

Cover del volume Francesco Garbelli. Diario pubblico

Francesco Garbelli. DIARIO PUBBLICO. Dagli Anni ’80 agli Anni 2000
a cura di Francesca Di Giorgio

Monografia Vanillaedizioni disponibile in galleria con testi di Francesca Di Giorgio e Manuela Gandini

9 ottobre 2021 – 12 febbraio 2022

Orari: dal martedì al sabato, con orario 15.30 – 19.30. Entrata libera con Super Green Pass

Info: info@lagiarina.it
www.lagiarina.it

 

 

 

 

 

 

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