Wageningen (Amsterdam) | FORM space | Fino al 26 maggio 2025
di ILARIA INTROZZI
L’arte non esiste. Al contempo, nella contemporaneità abbonda, come la moda, la musica, e tutte le altre forme figurativo-estetiche di nostra conoscenza, travalicando i limiti che anche i più noti critici e curatori s’impongono, spesso inconsciamente, per definire se un’opera valga o meno la pena esporre e giudicare.
Molti artisti stanno riflettendo sulla questione, anche in modo provocatorio, ironico, a tratti spiazzante, specialmente per lo spettatore il quale, entrando in una galleria, si aspetta di trovare se non quadri appesi, almeno un lavoro in grado di comunicare ciò che testo critico e comunicato stampa raccontano. L’artista Francesco De Prezzo, (Lecce, classe 1994), s’inserisce di diritto nella cernita dei sopracitati colleghi. Da diversi anni, si potrebbe osare scrivere dall’inizio della sua carriera come pittore, ma anche e soprattutto osservatore di questa industria dell’arte, tanto discussa oggi. La sua ultima fatica, che poi è anche una riflessione spazio-figurativa, è in mostra fino al 26 maggio 2025 da FORM (Amsterdam, Olanda). Un progetto dal titolo Liminal Figures.

Francesco De Prezzo “Liminal Figures” at FORM, Wageningen, Amsterdam, 2025. Courtesy the artist and FORM, Wageningen, Amsterdam
Potenzialmente, come può un’opera d’arte trasformarsi? Qual è il suo potere evocativo oggi? Cosa accade quando entro in uno spazio espositivo e lo trovo vuoto? Nulla vive appeso sulle pareti o dispiegato sul pavimento. Emerge una sensazione di Horror Vacui, il vuoto che non ti aspetti e che per forza di cose implica una reazione emotiva, che poi porta a una riflessione. E l’artista si diverte, è un challenge ma al contempo un esercizio di stile. Di vanità, così come di profondità. Acuisce il suo lavoro, passato, presente, con diverse suggestioni per il futuro prossimo. Nel caso di De Prezzo, una nuova personale per il 2025 da LOOM Gallery, spazio espositivo milanese che ha sin dai suoi esordi creduto nella sua figura artistica.

Francesco De Prezzo, Null painting, 50×40 cm, 2021, Courtesy the artist and FORM, Wageningen, Amsterdam
Ma dove sono collocati i dipinti nello spazio di FORM? Tutto e niente, una mostra totale, piena, ricca, e al tempo stesso il nulla vero e proprio. Infatti, la produzione realizzata stabilisce una netta separazione tra il modo in cui lo spazio viene percepito e le singole opere, che vengono separate, creando un sottile senso di dislocazione, come se fossero in attesa di essere esposte o fossero state rimosse del tutto dalla galleria. Questo atto diventa centrale, sovvertendo il tradizionale rapporto tra l’opera d’arte e il suo allestimento. E se si è abituati al concetto opposto, ovvero che una galleria, la sua planimetria, porti con sé il ruolo di supporto strutturale, in questo caso è tutto il contrario.

Francesco De Prezzo, Null painting, 50×40 cm, 2021, Courtesy_ the artist and FORM, Wageningen, Amsterdam
Una boutade? Un escamotage per far parlare di sé e muovere a mezzo stampa più giornalisti? Assolutamente sì, così come il fatto che non ci sia nulla di più errato a cui pensare. È su questa dicotomia che gioca da sempre la prassi di Francesco De Prezzo. Basti pensare alla celebre serie dei Null Paintings (2016), quando, esplorando la tela dei suoi dipinti e cominciando a dipingerli, inizia a togliere, togliere e ancora togliere la pittura. Li libera dagli eccessi animandoli, e portandoli all’essenza del (suo) messaggio, privandoli dei pigmenti, così cari ai conservatori, ai puristi dell’ambiente:
“Non posso valutare in che misura il colore dell’opera d’arte nella riproduzione bidimensionale sia rilevante rispetto a quello dell’opera tridimensionale originale. Man mano che il soggetto si allontana, riesco a percepirlo più chiaramente nella sua interezza, mentre scompare per lasciare spazio alla sua narrazione. Questo riguarda sia il colore dell’oggetto originale che quello della sua revisione pittorica.”
Un manifesto che di primo acchito può comunicare un distacco totale dell’artista dal momento in cui comincia un nuovo progetto, una nuova serie. Una figura fredda, quasi asettica. Ma De Prezzo è l’esatto opposto: proietta tutto sé stesso, sentimenti e riflessioni, esperienze di vita e spirito, in quella che è la sua vocazione. La differenza rispetto alla pusillanimità artistica di alcuni suoi colleghi, i quali preferiscono surfare in mari più tranquilli, è che lui riflette profondamente su ciò che si accinge a realizzare, curando tutto nei dettagli. La perfezione nella liberazione dell’opera stessa. Ogni mostra, compresa quella in corso da FORM, diventa così una catarsi, esprimendo, piaccia o meno, un’originalità d’intenti da plauso, la cui sintesi, si traduce in un omaggio all’arte e un modo per assecondare il proprio istinto creatore il duende che ha in sé. De Prezzo, senza l’arte, sarebbe un peccato.
Francesco De Prezzo. Liminal Figures
28 aprile – 26 maggio 2025
FORM space
Wageningen, Amsterdam
Info: https://formatspace.org/