What Women Want (?), Venezia
100 Artworks/20 Years Archive, Milano
Sign Off Design, Venezia
Biennale di Venezia – Padiglione Italia, Regione Lombardia, Milano
INTERVISTA DI FRANCESCA DI GIORGIO
Da art director e ideatore di importanti riviste di moda ad artista multimediale. Flavio Lucchini, forte di un’importante carriera dietro le quinte di progetti editoriali (e non solo) di fama mondiale – tra cui Vogue Italia, L’Uomo Vogue, Amica… – non si è fermato alla carta stampata ma da tempo la sua creatività si è spostata sul fronte delle arti contemporanee con un’evoluzione naturale. L’occhio è sempre puntato sull’abito – non solo per la sua valenza estetica, inserita nel “sistema moda” di cui Lucchini conosce bene il codice – come veicolo di modello comportamentale, sociale, politico o religioso… che travalica il concetto di moda e lusso, senza provocazione, indagando lo spirito del proprio tempo. Ora un ampio spettro del suo lavoro è ospitato in quattro sedi differenti da Milano a Venezia. Dalla carrellata di grandi quadri digitali dove immagini di donne coperte dal burqa afgano dialogano con piccole sculture dorate e “glamour” (What Women Want (?)) alle sculture in resina della serie Ghost che parlano di abito in relazione al corpo che lo indossa (Sign Off Design) fino ad accedere all’archivio di oltre vent’anni di lavoro attraverso una mostra allestita negli spazi della MyOwnGallery di Milano: un laboratorio in progress, aperto e volutamente disordinato…
Francesca Di Giorgio: Fino a novembre sarà impegnato in ben quattro eventi tra Milano e Venezia. Dalla collettiva a Palazzo della Regione e la personale da MyOwnGallery in corso a Milano, fino ai due progetti in parallelo alla 54. Biennale di Venezia. Si mette letteralmente in scena la sua multiforme creatività… Ci fornisce almeno una delle possibili chiavi di lettura di questi progetti? Come nascono e perché la volontà di farli vivere quasi contemporaneamente in location differenti?
Flavio Lucchini: Alla fine di un percorso è naturale riassumere i vari periodi che nella vita di un artista sono stati oggetto di passioni e innamoramento. Ancor più di Morandi, per me, è stato Picasso l’esempio più importante. Poi le coincidenze hanno voluto che, nello stesso periodo, fossi presente in luoghi diversi, il che può essere utile per capire l’impegno che ho messo in varie direzioni e la produzione ampia che ne è seguita, come succede per molti scrittori che producono tanti libri diversi con soggetti diversi. La mostra di Milano, ad esempio, vuole raccontare la ricerca continua e lo spirito dell’atelier, dello studio vissuto giorno per giorno.
L’immagine più forte su cui si concentrano i suoi ultimi lavori è quella del volto femminile coperto dal burqa. Quando ha iniziato a lavorare su questo tipo di immagine e quali sono le tematiche che vuole sondare?
Il burqa è riemerso dal passato, è entrato nella nostra civiltà, è diventato un abito contemporaneo che vediamo sempre più spesso nelle strade, sui giornali, in tv, e di cui si dibatte spesso. Ho voluto immaginare un dialogo tra le culture, una contaminazione tra l’abito di antiche tradizioni, lontanissime da noi e i nostri parametri abituali: pubblicità, grafica, editoria, moda, graffitismo, photoshop… Non ho voluto lanciare una provocazione, ma una riflessione su quanto il linguaggio della moda sia universale e, anche, portatore di democrazia.
La sua sperimentazione abbraccia linguaggi differenti – dalla grafica al design dalla scultura all’installazione – tenendo sempre come punti fermi gli aspetti della comunicazione che attraversano l’ambito della moda. Com’è cambiato negli anni il suo sguardo?
Moda, design, architettura, grafica, scultura, installazioni e da ultimo la scoperta del digitale, sono state le mie passioni. La moda, come espressione del mondo che ci circonda, non l’ho mai considerata un fattore puramente estetico-commerciale, ma come lo specchio del tempo, della cultura che cambia e condiziona la nostra vita. I nuovi mezzi di comunicazione sono lo straordinario strumento che diffonde la moda, e gli stili di vita, in tutti gli angoli del mondo in tempo reale. Potrà la moda occidentale (e la cultura) influenzare il mondo portando con sé messaggi di democrazia e libertà?
Ha fatto nascere tanti progetti editoriali di successo. Che tipo di contatti intrattiene oggi con la carta stampata?
La carta stampata non morirà mai, così come la scrittura, la pittura, la scultura. Ma saranno profondamente influenzate o modificate dalle nuove tecnologie, che sono solo all’inizio. Queste scoperte saranno sempre più utilizzate dalla comunicazione in tempo reale, mentre il virtuale, la realtà aumentata, il 3D e chissà quali altre invenzioni ci permetteranno di assistere agli eventi, a distanza, come fossimo lì presenti. Basti pensare che oggi tutti possono assistere in tempo reale alle sfilate via internet, mentre solo pochi anni fa occorreva attendere almeno tre mesi prima di vederle pubblicate su un giornale. La carta stampata sopravviverà, ma non sarà più così importante come nel passato.
La sua presenza alla kermesse veneziana mi porta inevitabilmente a riflettere anche sul crescente impegno (non certo nuovo) delle maison di moda internazionali nel “settore arte contemporanea”: penso alla nuova sede della Fondazione Prada, al contributo di Hugo Boss al Padiglione USA, all’intervento di Louis Vuitton per il restauro del Padiglione Venezia ecc…
Il mio impegno nel mondo dell’arte è stato un prolungamento della mia attività nella moda. Ho sempre considerato la moda un fenomeno culturale che tocca gli aspetti della consapevolezza e della personalità. La moda è cultura del tempo e trovo naturale che le maison di moda si occupino di arte e di cultura in generale. Soprattutto oggi il loro ruolo si sostituisce ai grandi mecenati immettendo dall’esterno nella moda, ormai piegata al marketing, quella componente artistica di cui, ora, sembra non avere più bisogno.
I progetti in breve:
What Women Want (?)
Personale di Flavio Lucchini
presentazione di Alan Jones
organizzazione AreaArt in collaborazione con MyOwnGallery
con la collaborazione su Venezia di Arte Communications
Riva S. Biagio/Arsenale Space – Castello 2145, Venezia
Info: +39 02 422501
www.myowngallery.it
www.flaviolucchiniart.com
4 giugno – 27 novembre 2011
100 Artworks/20 Years Archive
Personale di Flavio Lucchini
progetto di Gisella Borioli
MyOwnGallery, Milano
18 giugno – 14 ottobre 2011
Sign Off Design
Collettiva a cura di Luca Beatrice
Venezia, Chiostro della SS.ma Trinità – Archivio di Stato di Venezia
Info: +39 347 9238356
3 giugno – 31 ottobre 2011
Biennale di Venezia – Padiglione Italia, Regione Lombardia
Collettiva a cura di Vittorio Sgarbi
Palazzo della Regione – via Galvani 27, Milano
27 giugno 2011 – settembre 2011
In alto:
“What Women Want?”, Venezia
In centro, da sinistra:
“100artworks/20years archive”, Milano
54.Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Regione Lombardia, Palazzo della Regione, Milano
In basso, da sinistra:
Collettiva “Sign Off Design”, Venezia
“What Women Want?”, Venezia