Intervista a Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo di Francesca Di Giorgio
Come avete affrontato il lockdown e la relativa chiusura della vostra galleria? Avete cercato di colmare il vuoto attraverso la progettualità online e/o attraverso un uso diverso dei social? Come si è modificato il rapporto con il vostro pubblico?
Abbiamo chiuso la sede di Pechino all’inizio di febbraio. La galleria di San Gimignano e lo spazio espositivo a Roma hanno cessato l’attività al pubblico a seguito del decreto dell’8 marzo e, da quel momento, abbiamo iniziato a lavorare da remoto. Anche Continua Habana si è fermata verso la metà di marzo. Per tener vivo il rapporto con i collezionisti e con tutto il nostro pubblico abbiamo potenziato l’attività sui social ed abbiamo inaugurato un ricco palinsesto di eventi online che comunichiamo con newsletter periodiche: le “Viewing Room” tematiche che arricchiscono il patrimonio di informazioni e di immagini di opere già a disposizione sul sito. “Continua XXL Online” un’iniziativa che celebra le opere di grandi dimensioni e le installazioni che gli artisti di Galleria Continua hanno concepito per i nostri grandi spazi o per eventi speciali. La presentazione è sempre arricchita da un contributo video realizzato ad hoc dall’artista per spiegare il lavoro e da un nostro racconto sulla genesi di quell’opera. In questa sezione, ad oggi, abbiamo presentato installazioni di Antony Gormley, Zhanna Kadyrova e Sun Yuan & Peng Yu. In questo periodo, in cui la mobilità è ancora limitata, con questa iniziativa vogliamo offrire qualcosa di particolare e originale facendo conoscere e vedere, a chi non ne ha ancora avuto l’occasione, i nostri spazi espositivi, tutti molto caratterizzati perché inseriti in spazi dismessi, un messaggio questo già di per sé importante. Inoltre, per non far decadere iniziative in essere, a maggio abbiamo iniziato una programmazione di mostre online. La prima, quella di Carlos Garaicoa, raccoglie un’inedita serie di disegni a grafite su carta, un progetto nato da alcune riflessioni dell’artista durante il periodo di lockdown. Il 4 luglio inauguriamo una personale di Hans Op de Beeck, The Horseman and other stories. Presenteremo sculture inedite e recenti, si tratta per lo più di figure umane ritratte mentre riposano o mentre compiono semplici gesti quotidiani. Sul sito della galleria, inoltre, abbiamo aperto una sezione “Shop”, uno spazio da “sfogliare” per avere informazioni e prezzi su opere che hanno un costo massimo di 5.000,00 euro.
Sempre per quanto l’attività online in questi giorni abbiamo preso parte all’Online Viewing Rooms di Art Basel dove presentiamo, tra le altre, opere di Kader Attia, Daniel Buren, Yoan Capote, Shilpa Gupta, Hans Op De Beeck, Michelangelo Pistoletto, Qiu Zhijie. Per l’occasione abbiamo organizzato anche due eventi live: The Epiphany of the Mirror con Michelangelo Pistoletto (18 giugno ore 16.00) e The Horseman and other stories con Hans Op De Beeck (20 giugno ore 11.00). La prima Online Viewing Rooms di Art Basel alla quale abbiamo preso parte nel mese di marzo è stata un’esperienza positiva, grazie a questa piattaforma abbiamo venduto un grande lavoro di Antony Gormley. Speriamo che il pubblico dell’arte segua con altrettanto interesse questa seconda iterazione.
Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di “mondo dell’arte” ma proprio in un momento come questo è difficile immaginarlo come omogeneo. Composto da figure diverse: artisti, collezionisti, appassionati, critici, curatori, galleristi, organizzatori, editori. Un insieme spesso diviso da interessi contrastanti… Ora, se e in che modo, vi sentite parte di un “sistema”? Come state affrontando, dal lato umano e pratico, la vostra attività? Vi siete posti degli obiettivi a breve termine?
Questa pausa forzata è stata per tutti un’occasione per riflettere sulla qualità del tempo, sulla possibilità di invertire la rotta scegliendo strade più sostenibili per noi e per l’ambiente e anche per ripensare al “sistema dell’arte”. Il futuro dipende da noi e dall’insegnamento che sapremmo trarre da questa difficile esperienza. Crediamo sia il momento di mettere da parte gli interessi individualistici per fare squadra. Stiamo già lavorando in questa direzione attraverso una piattaforma che esplora un sistema che si sta reinventando. Speriamo possa essere attiva entro la fine dell’estate. Tutto è nato a gennaio quando ci siamo incontrati a Roma con Pepi Marchetti Franchi direttore di Gagosian. La pandemia era ancora un evento imprevedibile. In quell’occasione abbiamo parlato dell’importanza e della necessità di fare sistema per vivacizzare il mondo artistico e creativo che opera in Italia e per valorizzare il patrimonio culturale. I recenti accadimenti hanno fatto di questa intenzione una necessità urgente, facendole prendere forma. Il modello a cui pensavamo non doveva essere puramente commerciale, come Artsy o Artnet, doveva essere piuttosto un luogo di narrazione dove il genius loci dell’arte che noi galleristi viviamo ogni giorno arrivasse ai lettori. Abbiamo condiviso questa idea con altri sette colleghi autorevoli – Alfonso Artiaco (Napoli), Massimo De Carlo (Milano), Kaufmann Repetto (Milano), Massimo Minini (Brescia), Franco Noero (Torino), Carlo Orsi (Milano), Galleria dello Scudo (Verona) – che hanno contribuito, con noi e con Gagosian (Roma), a dare sostanza al progetto. Abbiamo formato un tavolo di lavoro e abbiamo invitato a prendere parte al progetto una cinquantina tra le migliori gallerie dislocate su tutto il territorio nazionale. Il comitato di nove galleristi, riuniti in consorzio, ha la responsabilità del progetto che nasce nell’emergenza ma con l’intenzione di durare nel tempo. Per rendere l’esperienza immersiva, inclusiva e itinerante coinvolgeremo partner prestigiosi tra cui istituzioni culturali, musei, fondazioni ma anche società della moda, design, ristorazione, ospitalità. Sulla piattaforma si potrà scoprire l’eccellenza italiana declinata nelle sue espressioni artistiche e creative, risultato delle scelte, del gusto, della sensibilità e delle esperienze personali di ciascun gallerista. La piattaforma – arricchita regolarmente di nuovi contenuti con film, storie, musei e spazi virtuali – esplorerà l’alta qualità del “made in Italy” e racconterà a 360°, anche sui social, la cultura italiana e lo “stile di vita italiano”. Abbiamo già scelto l’azienda con cui creare la piattaforma e il project manager. A breve avremo il nome. L’operazione verrà sostenuta con un programma di membership con quota annuale, estesa su invito anche ad altri partner creativi di qualità. Un’occasione di visibilità e di marketing indiretto. È la prima volta che i galleristi italiani da nord a sud, dall’antico al contemporaneo parleranno con una voce condivisa. È l’inizio di un percorso comune in cui riponiamo grande fiducia. Contemporaneamente stiamo lavorando su altri fronti. L’esperienza decennale di “Arte all’Arte” che abbiamo ideato e portato avanti come associazione Arte Continua ci sta facendo pensare a nuove modalità di condivisione e progettualità, a eventi all’aperto che possano garantire la qualità delle opere esposte ma anche il necessario distanziamento. Crediamo che possa esserci la grande opportunità di ripensare le città come città d’arte, con il miglioramento e la riqualificazione degli spazi sia pubblici che privati e crediamo che l’arte contemporanea possa essere un valore aggiunto all’eccezionale patrimonio artistico e paesaggistico del nostro Paese.
Siamo nella famosa Fase 3, ciò presuppone una visione in progress, un prima, un dopo e un poi. Restituiteci una fotografia che vi ritrae in questi tre momenti…
Abbiamo fondato Galleria Continua e Associazione Arte Continua nel 1990, i nostri programmi pre-covid erano di festeggiare il trentennale e anche di celebrarlo con una serie di eventi e mostre importanti. Avevamo iniziato a gennaio aprendo una nuova sede espositiva a Roma all’interno de The St Regis con una mostra di José Yaque, dovevamo proseguire con l’apertura a fine estate di una nuova sede in Brasile e poi tanti altri eventi. Il mondo è improvvisamente cambiato e dobbiamo chiaramente rivedere tutti i nostri programmi. Per il momento abbiamo riaperto la sede a San Gimignano dove, fino al 6 settembre, è possibile visitare The Artist-Collector’s Dream (a nice thing) un progetto creato da Nedko Solakov con Monica Bonvicini, Geta Bratescu, Daniel Buren, Chen Zhen, Hans-Peter Feldmann, Ceal Floyer, Shilpa Gupta, Ilya & Emilia Kabakov, Anish Kapoor, Sol LeWitt, Andrei Monastyrski, Rudi Ninov, Dan Perjovschi, Raymond Pettibon, Carol Rama, Karin Sander, Roman Signer, Dimitar Solakov, Artur Zmiewski. Il 26 settembre inaugureremo 3 nuove mostre personali: Daniel Buren, JR, Michelangelo Pistoletto.
Abbiamo riaperto anche a Roma, dove ogni venerdì su prenotazione organizziamo dei tour contingentati della durata di un’ora per visitare gli spazi espositivi dove è in corso la mostra di José Yaque e per visitare le installazioni presenti nella hall del The St. Regis (Teenager Teenager, I didn’t notice what I am doing e If I Died) del duo di artisti cinesi protagonisti dell’ultima Biennale di Venezia, Sun Yuan & Peng Yu. Il prossimo appuntamento espositivo nella sede romana è fissato per l’inizio di luglio con la personale di Serse. In concomitanza con la Beijing Art Week abbiamo riaperto anche la galleria a Pechino. La mostra in corso – un’antologica che riunisce una quindicina tra i più importanti artisti contemporanei alcuni tra questi portati per la prima volta in Cina dalla galleria (ad esempio Daniel Buren, Pascale Marthine Tayou, Anish Kapoor, Antony Gormley, Kader Attia, Hans Op De Beeck, Loris Cecchini, Michelangelo Pistoletto, Etel Adnan, Berlinde de Bruyckere e Giovanni Ozzola) – era concepita per svilupparsi nell’arco di un anno con delle rotazioni e dei cambiamenti. In questo momento però, ad intervenire, abbiamo chiamato solo alcuni degli artisti. Per l’Art Week abbiamo presentato due opere video (La Tour Robespierre di Kader Attia e The Thread di Hans Op de Beeck) e un importate intervento di Daniel Buren, Confinées: trois grilles colorées translucides, pensato appositamente dall’artista per l’esterno della galleria. È un’opera di grandissimo impatto visivo che è andata ad aggiungersi all’altro lavoro in situ di Buren già presente in galleria: un “perimetro” a bande colorate che corre lungo i circa 2mila metri quadri dello spazio espositivo. Il 20 giugno abbiamo riaperto a Les Moulins, la sede francese e, dal 2 al 5 luglio, prenderemo parte all’Art Week a Parigi con Cuba mi amor una mostra dei nostri artisti cubani insieme a Pascale Marthine Tayou.
Insomma la fase 3 ci trova assolutamente molto attivi. Fare previsioni a lungo termine però è azzardato. Molto dipenderà anche da come il governo deciderà di intervenire non solo a sostegno del mondo dell’arte ma anche della cultura italiana e di tutti i suoi attori. Dovremo tutti essere pronti a navigare in mari tempestosi ma dipenderà da noi, dalla nostra voglia di ripartire e di ripensarci come collettività e come singoli, la possibilità di ricreare un benessere generale e duraturo. In questo l’Arte potrebbe avere un ruolo centrale, recuperando i suoi contenuti di valore e di senso.