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BOLOGNA | Palazzo Vizzani | Fino al 7 marzo 2020

Intervista a FULVIO CHIMENTO di Irene Biolchini

Filigrana, promossa dalla neonata associazione Alchemillaè in corso, negli spazi del settecentesco Palazzo Vizzani di Bologna, fino al prossimo 7 marzo dopo essersi distinta tra i tanti progetti dell’art week bolognese di inizio anno. Nel corso di questa intervista Fulvio Chimento, curatore delle mostra, insieme ai progetti futuri dell’associazione ci racconta il senso di questo intervento in cui Stefano Arienti presenta esclusivamente opere inedite, frutto della sua attuale ricerca, che prevede la stampa di immagini su materiali di uso comune, come tappetini in ciniglia o carta da manifesto, Pierpaolo Campanini dialoga in una dimensione mimetica con affreschi, tessuti e carte da parati che decorano gli ambienti di Palazzo Vizzani. Il suono, la luce e la fotografia sono, invece, gli elementi che qualificano i lavori, per lo più inediti, di Maurizio Mercuri

Stefano Arienti, Tappeto, 2019, stropicciatura su stampa digitale sua carta, cm 221 x 167; courtesy l’artista. Maurizio Mercuri, Toc toc, 2019, pedale per grancassa, site specific work, dimensioni ambientali; courtesy l’artista. ph. Federico Labanti

Avete presentato, per il secondo anno, un progetto all’interno della settimana dell’arte bolognese. Quali sono le connessioni e i cambiamenti tra Alchemilla, il progetto dello scorso anno e Filigrana?
Le connessioni con la mostra Alchemilla, realizzata nel 2019, sono molteplici, così come le differenze. I due progetti sono interconnessi e fanno parte di un disegno più ampio di ricerca, che si basa sulla possibilità di organizzare delle mostre “ambientali” con artisti in cui la componente manuale e concettuale è in forte equilibrio e la presenza tecnologica di “bassa intensità”.
Alchemilla esplorava l’alchemia misteriosa del processo artistico, prevedendo la presenza di opere scultoree in-definite e opere allestite in una sorta di “fonderia”, dove la forma artistica veniva accolta nello spazio per essere sottoposta a un lieve processo di rifrazione/trasformazione.
Filigrana è una mostra più “aerea”, dove convivono registri stilistici differenti, talvolta in apparente opposizione: la sobrietà di Arienti, la raffinatezza di Campanini, l’ironia poetica di Mercuri. In mostra sono presenti varie opere su carta, ma anche fotografie, dipinti, stampe su ciniglia, oltre a un elevato numero di interventi artistici calibrati appositamente per lo spazio. Anche il percorso espositivo risulta mutato rispetto ad Alchemilla, al fine di creare ambienti unitari e compatti, che permettono al visitatore di immergersi nella poetica degli artisti. Filigrana si snoda lungo un percorso organico, nel quale le opere dialogano in modo sottile, pur mantenendo un’autonomia nella capacità di raccontarsi in modo diretto.

Maurizio Mercuri, Senza titolo (Naso), 1994, resina, magnete, filo di nylon, cm 4 x 3 x 3; courtesy l’artista. ph. Federico Labanti

Molti dei lavori in mostra sono nuove produzioni nate per lo spazio. Soffermiamoci su una delle opere in particolare…
Una delle opere che caratterizzano il percorso espositivo è il dipinto Senza titolo di Pierpaolo Campanini, che presenta delle crepe grazie alla stesura della caseina e a un’asciugatura rapida del fondo. Sulla destra del dipinto una mano sorregge tra le dita un fiore quasi appassito, ma la luce emanata dalla corolla sembra alludere a una forza rigenerativa. L’immagine a un primo sguardo può apparire illusoria, transitoria, le crepe danno l’impressione di riferirsi a un trauma, una rottura improvvisa, mentre il fondo giallo del dipinto incontra la luce che penetra diretta dall’alto di un lucernaio. L’ambiente in cui è inserito il quadro ha un sapore mediterraneo, per la decorazione della pavimentazione e per la presenza di muri scrostati, accesi da una verde e filiforme alocasia. L’opera sembra alludere a un’inaspettata rinascita, portando alla luce quella forza silenziosa che permea la natura, al pari dell’interiorità umana.

Pierpaolo Campanini, Senza titolo, 2020, olio e tempera su fondo a caseina, cm 55 x 70.

Filigrana è il primo progetto targato Alchemilla, neonata associazione che prende il nome dalla mostra omonima dello scorso anno. Come è nata questa realtà e quali sono i vostri programmi futuri?
Filigrana è frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto direttamente tutti i componenti dell’associazione. Tra gli associati sono presenti artisti, curatori, operatori culturali e persone caratterizzate da una forte sensibilità nei confronti dell’arte. Essendo Alchemilla una realtà associativa stiamo valutando in modo collegiale diversi progetti e prospettive, è questo il momento più importante per definire la nostra identità e i futuri sviluppi. Stiamo costituendo un gruppo di lavoro per permettere ad Alchemilla di strutturarsi in modo duraturo.

Stefano Arienti, Euforbia, 2019, stropicciatura su stampa digitale su carta, cm 218 x 164; courtesy l’artista. ph. Federico Labanti

Lo spazio di Alchemilla è unico e ospita anche degli studi: come è nata la selezione degli artisti ospitati? Prevedete di ampliare il progetto anche con delle residenze?
La dimensione naturale di Palazzo Vizzani è quella di un luogo in cui gli artisti lavorano tutti i giorni, ognuno con il proprio ritmo e i propri tempi di produzione. Lo studio è un luogo di grande importanza per la stabilità creativa di un artista, ma anche per chi intende approcciarsi al suo lavoro, quindi anche per critici e curatori. La scelta degli artisti è avvenuta come naturale conseguenza delle attività che qui si sono succedute in questo anno di apertura degli spazi. Cuoghi Corsello e David Casini, attualmente residenti negli studi, hanno partecipato alla mostra Alchemilla nel 2019, mentre il duo Saggion-Paganello si è avvicinato con naturalezza a questa realtà artistica e associativa. Sulle residenze stiamo portando avanti delle riflessioni, ne vengono organizzate molte in tutta Italia, ci piacerebbe attuarle in modo originale, per offrire agli artisti un’esperienza efficace.


Filigrana
Stefano Arienti, Pierpaolo Campanini, Maurizio Mercuri
a cura di: Fulvio Chimento con la direzione artistica di Camilla Sanguinetti
Organizzata da: Associazione Alchemilla APS, nell’ambito di ART CITY Segnala 2020 in occasione di Arte Fiera

Con il sostegno di: Associazione culturale Contro-corrente, Studio legale associato Zunarelli, Modern English Study Center, Rotary Club Bologna.
Progetto grafico: Elisa Campagnaro

Palazzo Vizzani
Via Santo Stefano 43, Bologna

Fino al 7 marzo 2020

Dal 20 novembre 2019 al 28 febbraio 2020 gli spazi di Palazzo Vizzani accolgono anche la residenza del duo artistico formato da Saggion-Paganello, a cura di Fulvio Chimento.

Orari: venerdì e sabato ore 16.00-20.00; altri giorni su prenotazione.

Info: www.alchemilla43.it
www.fulvio-chimento.it, +39 340 4700468 | fulviochimento@gmail.com

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