Tutto il mio mondo sei tu | Camelozampa editore
Intervista a JIMMY LIAO di Irene Disco
Per inquadrare al meglio l’artista e l’albo Tutto il mio mondo sei tu che ci apprestiamo a presentare, è necessaria una premessa, per alcuni scontata, ma doverosa per chi non è solito frequentare questo genere letterario. Nel vastissimo mondo della letteratura illustrata per l’infanzia, Jimmy Liao è uno dei suoi massimi esponenti a livello mondiale, il più grande autore di picture book del continente asiatico.
Jimmy Liao vive a Taiwan, dove è considerato una vera celebrità: i suoi libri hanno ispirato film, opere teatrali, parchi a tema, hotel, una fermata della metro a Taipei e la società Jimmy Spa gestisce a Taiwan il brand Jimmy – due esempi fra tutti, le sue illustrazioni campeggiano su un aereo della China Airlines e la Swatch ha prodotto un orologio con una sua illustrazione in occasione dell’anno cinese del coniglio. Liao scrive nella lingua cinese tradizionale; anche per questa ragione linguistica, egli è un artista lontano, lontano fisicamente e poiché è necessaria anche una decodifica culturale per immergersi nel suo mondo. In Italia la sua arte è supportata da Silvia Torchio, agente e traduttrice di tutti i suoi libri, e da Luca Ganzerla, studioso e pedagogista della letteratura per l’infanzia: insieme contribuiscono a far conoscere la sua arte nel nostro Paese.
Jimmy Liao si definisce un impiegato dell’arte: la sua carriera artistica conta più di 50 picture book in circa 20 anni e tradotti in 15 lingue: egli è immerso completamente nella creazione artistica, lavorando contemporaneamente anche su 6-8 albi; la gestazione di ogni libro è comunque molto lenta, richiedendo anche anni per il completamento. Questa dedizione totalizzante trova una ragione ben precisa: la vita personale e professionale di Liao subisce una svolta nel 1995 quando a causa di una leucemia è costretto a letto per mesi, in bilico tra la vita e la morte. Da quel momento l’artista taiwanese modifica necessariamente il suo stile, fattosi più malinconico ed introspettivo, divenendo l’ideatore di figure e parole che raccontano la solitudine, l’abbandono, l’inesorabilità del tempo, la morte ma anche la comprensione di se stessi ed il ritorno alla vita.
Nel novembre 2018 giunge in Italia Tutto il mio mondo sei tu, ennesimo capolavoro di immagini e sentimenti che colpiscono la sensibilità ed il vissuto di chiunque si accosti alla sua lettura. È la storia di una bambina che ha perso il suo cagnolino nero, le manca in maniera indicibile, tanto che gli scrive lettere che affida al vento, gli parla continuamente e lo cerca nei luoghi che era solita frequentare con lui, senza risposta. Nell’albergo dove vive assieme alla sua famiglia, inizia un percorso di elaborazione del lutto, visto con gli occhi di una bambina ma che sono gli occhi di tutti noi, occhi innocenti che ci trascinano nelle esperienze che ciascuno attraversa nella vita. Il vissuto di dolore della bambina passa attraverso una serie di incontri notturni nelle stanze proibite dell’albergo con alcuni personaggi che un tempo hanno abitato quei luoghi. Sono un giardiniere, una suonatrice di tamburo, un pianista, una dama, un mostro ed infine un angelo, i quali raccontano alla bambina il loro momento di oblio e come siano riusciti a trovare in sé le risorse salvifiche per rimettersi in gioco. Le stanze in cui entra la bambina dai capelli rossi diventano mondi onirici, viaggi nelle vite dei nuovi personaggi: la protagonista accede ad un giardino meraviglioso, assiste alla distruzione degli spazi assieme alla percussionista, danza su un pianoforte, naviga lungo tunnel invasi dall’acqua e vola su una nuvola. Pur non riuscendo a comprendere a pieno il messaggio lasciato dai personaggi per la sua innocente inesperienza – più volte afferma Scusami, credo di non aver capito molto bene quello che mi hai detto… – ed esternando il suo disagio attraverso ben 34 domande prive di risposta – tra cui Davvero i ricordi svaniranno? e Perché solo io divento grande, mentre il mio cagnolino nero è dovuto invecchiare? – la bambina giunge infine ad una personale consapevolezza ed all’accettazione della mancanza, rimettendosi in cammino grazie al ricordo del suo cagnolino. La narrazione circolare abbraccia la maturazione della bambina: il ricorso delle immagini e l’evoluzione cromatica enfatizzano che si può tornare a stare meglio, che si deve accettare la perdita del proprio cane, anche se si è bambini e gli adulti tentano di aiutare sostituendo l’amato animale con uno di pezza, invano – i grandi sono incapaci di accompagnare i bambini, non ascoltano la richiesta di guardare il mondo con gli occhi dei piccoli.
Come accade per tutti i suoi libri, una sola lettura non basta: è necessario addentrarsi nei ricordi di dolore degli innumerevoli personaggi che lei ha ideato e nelle molteplici sfumature degli spazi che ciclicamente riappaiono al lettore con sfumature diverse. Come nascono i suoi libri? Come viene generata l’idea di un racconto e, successivamente, come essa prende forma attraverso figure e parole?
La maggior parte delle mie creazioni comincia dalle illustrazioni, il testo viene dopo. Parto dalle immagini che nascono nella mia testa, le quali potrebbero già celare delle storie, che però non mi sono ancora chiare. Inizio da un’immagine e procedo per salti temporali: provo a pensare a cosa potrebbe essere accaduto prima, e prima ancora, oppure in seguito, e in questo modo nascono nuove e diverse immagini, ed è un po’ come usare una videocamera per realizzare un film. Dopo aver creato circa dieci immagini, inizio da queste per costruire la trama, le motivazioni che fanno muovere i personaggi, così anche la storia nascosta piano piano comincia a fluire; riflettendo sulla trama da una parte e sulle illustrazioni dall’altra, alla fine la storia si completa. Questa è la procedura che di solito utilizzo per creare gli albi illustrati lunghi.
Come è nato Tutto il mio mondo sei tu?
L’origine di Tutto il Mio Mondo sei tu risale ad una mostra in una galleria d’arte, in cui erano esposte 120 illustrazioni della mia opera Four Seasons, suddivise in 10 gruppi di personaggi inseriti in 12 paesaggi diversi come fossero scenografie teatrali. Ho cominciato a illustrare per la mostra e ho creato una serie di opere che, disposte su un grande muro, ho pensato fossero molto interessanti. Tra queste 100 e oltre illustrazioni si nascondeva una storia ma all’epoca io ancora non sapevo che tipo di storia fosse. Alcuni anni dopo la mostra, ho cominciato a sistemare quest’opera, volendo darle la forma di un albo da sfogliare, ma rimanevo ancora perplesso. Sbagliando e riprendendo più volte e solo dopo aver pensato a lungo, mi è venuta l’idea di trasformare quelle scenografie in stanze d’albergo, permettendo così ai diversi personaggi di diventare ospiti dell’hotel e poi al cagnolino da cui la ragazza non riesce a separarsi come il filo conduttore e principale della storia.
In Tutto il mio mondo sei tu le illustrazioni sono quasi tutte governate da un impianto prospettico rigidissimo, quasi abitassero la prospettiva centrale della Pala di San Zeno di Andrea Mantegna. Come nascono le scelte compositive dei suoi picture book e nello specifico quelle di Tutto il mio mondo sei tu?
In Tutto il Mio Mondo sei tu la storia è estrapolata a partire da una grande quantità di dipinti già esistenti con una struttura rigorosa. Forse con Mantegna condivide una struttura simile nella rappresentazione iconica, ma dal punto di vista concettuale è opposto ai dipinti di argomento religioso, che utilizzano le immagini per rappresentare storie già esistenti, mentre in questo caso da immagini esistenti si ricava la storia che in esse si cela. Per me, solo quando si hanno dei limiti, quando c’è una struttura, allora c’è libertà di creazione. Solo seguendo le regole che ci si autoimpone (per esempio: devo disegnare una serie di illustrazioni con il viso di una bambina, o devo farne una serie con abbracci tra bambini e animali, questa è proprio l’origine dell’albo Abbracci), si possono continuamente avere nuove idee per creare nuove opere e forse è questo metodo a stimolarmi nella creazione. Quindi Tutto il Mio Mondo sei tu ha avuto origine da questa idea, volevo che questi dieci personaggi potessero svolgere attività diverse nelle 12 scenografie e questa sfida personale mi ha reso molto felice quando finalmente l’ho realizzata. Alla fine ho usato meno della metà delle illustrazioni per creare Tutto il Mio Mondo sei Tu e tutte le altre possono quindi essere osservate nell’opera Four Seasons.
Lei è stato in Italia due volte: la prima nel 2015 quando è stato ospite del Festival Tantestorie di Cagliari, più recentemente nel 2018 a Bologna in occasione della 55esima edizione della Children’s Book Fair ed a Milano, Torino e Padova grazie al lavoro svolto da Silvia Torchio che ha organizzato il tour ed ha coordinato le case editrici Camelozampa, Terre di Mezzo Editore ed Edizioni Gruppo Abele. Com’è stato l’incontro con i lettori italiani durante le sue permanenze in Italia?
Sono stato in Italia diverse volte, ma prima solo per piacere, per viaggiare, mentre per incontrare i lettori le due volte citate. Dieci anni fa ho partecipato alla Children’s Book Fair di Bologna ma all’epoca i miei libri non erano ancora conosciuti in Italia e i lettori non sapevano chi fossi, quindi mi comportai come un visitatore e ne approfittai per comprendere come funzionava la più grande e importante fiera del libro per ragazzi del mondo. Nel 2011 le mie opere hanno cominciato a essere pubblicate in Italia, quindi in quelle due occasioni ho incontrato lettori che conoscevano le mie opere e questo mi ha reso molto felice e mi anche sorpreso. Il potere dei libri mi fa volare per dieci ore per raggiungere un posto lontano in cui si parla una lingua diversa dalla mia ma in cui ci sono lettori che amano le mie opere, in particolare i lettori italiani che sono estremamente calorosi e mi commuovono davvero. Quando sono stato a Cagliari, sono rimasto molto sorpreso dal vedere persone che mi riconoscevano per strada. Mi sono chiesto se forse ciò fosse dovuto al fatto che fossi l’unico scrittore orientale (RIDE). L’esperienza del Festival è stata bellissima: a Taiwan non c’è qualcosa di simile, un Festival così vivace e allegro. A Taiwan le varie attività hanno un’impostazione culturale, con conferenze e discussioni. Sebbene in alcuni casi comincino ad esserci attività simili, esse sono generalmente orientate verso obiettivi culturali e non colgono il potenziale ricreativo della lettura.
Nel 2018 il mio tour è stato prima a Milano, Torino e Padova e si è concluso a Bologna. Ho sentito forte l’entusiasmo e il calore dei lettori italiani e la loro comprensione delle mie opere. Un’esperienza diversa da quelle che accadono e sono accadute a Taiwan, in Giappone, Messico e Svezia. Inoltre ho realizzato che i libri amati in Italia sono diversi da quelli più apprezzati a Taiwan. I lettori taiwanesi amano le mie opere più leggere e allegre, i lettori italiani amano sì opere come Abbracci, ma apprezzano anche quelle più lunghe e malinconiche come L’Arcobaleno del Tempo. Questo mi ha colpito piacevolmente. L’apprezzamento dei lettori verso le mie opere mi ha davvero fatto venire voglia di sperimentare cosa si provi a leggere il mio lavoro in italiano.
Lei è un giovane sessantenne: Lei sa, nonostante – o grazie a – la maturità ed il passare degli anni, rimanere costantemente in ascolto dei bambini e dei loro pensieri. Come riesce a mantenere tale atteggiamento?
Questo è probabilmente dovuto al mio carattere e al mio modo di pensare che è spesso diverso da quello della maggior parte delle altre persone, considerato simile a quello di un bambino o di un ragazzo. Forse nessuno sa come siano i bambini, quindi la rappresentazione della mancanza di adultizzazione e socializzazione è considerata solamente come aspirazione dei bambini, forse! Inoltre, probabilmente, negli ultimi anni i protagonisti delle mie opere sono tutti bambini perché attraverso essi è più facile raccontare storie, la trama è più scorrevole ed il loro punto di vista è più affine e coerente con il mio modo di pensare.
In che modo la Sua malattia ha stravolto il suo percorso creativo e di vita? Cosa ha risvegliato?
Prima di ammalarmi le mie illustrazioni erano allegre, molto colorate e rappresentavano direttamente l’argomento assegnatomi. Dopo la malattia e per un lungo periodo, la velocità di esecuzione si è ridotta notevolmente a causa della mia debolezza e le illustrazioni colorate sono diventate monocrome. I personaggi eccentrici si sono fatti inespressivi, i corpi più piccoli, come se dovessero essere risucchiati da uno spazio enorme. Con la malattia era cambiata anche la mia sensibilità, più facilmente mi intristivo, la mia visone del mondo era completamente mutata, gli stessi scenari visti prima e dopo la malattia apparivano diversi. Quindi anche il modo di illustrare non era più lo stesso.
Da allora è passato più di un ventennio e negli ultimi anni il mio modo di illustrare si è lentamente allontanato da quella situazione malinconica ed ha sempre più bisogno di esprimersi attraverso colori e tratti intensi. Questa è l’evoluzione dopo molti anni di creazione e pian piano si sta allontanando dallo stile di quegli anni immediatamente dopo la malattia. Io stesso sono curioso del perché sia diventato così, perché cambierà in un certo modo e perché si faranno determinate scelte. Anche a me non è chiaro, ma devo seguire questa inclinazione, altrimenti non potrò esprimere ciò che davvero sento.
*Intervista tradotta dal cinese da Silvia Torchio
Titolo: Tutto il mio mondo sei tu
Autore: Jimmy Liao
Traduzione dal cinese: Silvia Torchio
A cura di Luca Ganzerla
Editore: Camelozampa
Copertina cartonata, 20 x 26 cm, 128 pagine
Prezzo: 22 €
ISBN: 978-8899842246
www.camelozampa.com
Jimmy Liao nasce a Taipei (Taiwan) nel 1958. Si diploma in Arti Figurative e lavora come grafico pubblicitario e designer. Nel 1998 escono i suoi primi due libri, Secrets in the Woods e A fish that smiled at me, che da subito scatenano l’entusiasmo di critica e pubblico e danno il via a una fortunata carriera di autore per l’infanzia. La rivista Studio Voice lo ha inserito tra le 55 persone più creative di tutta l’Asia e Discovery Channel lo ha eletto tra i sei taiwanesi più famosi al mondo nel suo programma Portraits Taiwan. Nel 2012 il Ministero spagnolo dell’Educazione, Cultura e Sport lo ha insignito del primo premio per le illustrazioni artistiche. Il cortometraggio tratto da uno dei suoi primi albi, A fish that smiled at me, ha ricevuto il Premio Speciale della Sezione Ragazzi al Festival del Cinema di Berlino nel 2006, e nel 2014 e 2016 è stato candidato all’Astrid Lindgren Memorial Award. Ha collaborato con alcuni tra i più importanti scrittori per ragazzi, come Jerry Spinelli e Joyce Dunbar.