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VERONA | Studio la Città | 21 febbraio – 30 aprile 2015

Doppia mostra per la galleria Studio la Città di Verona che ospita le due personali degli artisti Eugenio Tibaldi (1977) e Herbert Hamak (1952).
Con Red Verona Tibaldi espone per la prima volta nella città scaligera dove si presenta con una serie di opere pensate appositamente per l’occasione: il progetto si basa, infatti, su un rapporto stretto con il territorio veronese che diventa ideale e inconsapevole scenario per affrontare temi più generali quali quelli sociali ed economico-politici. Il racconto offerto dalle opere esposte segna, poliedrico e intenso, una riflessione sui conflitti e sulle tensioni i seno alle profonde trasformazioni in corso nel nostro tempo.

Eugenio Tibaldi, Landscape of identity 01, 2015, collage digitale su tela stampata, 83x83cm Courtesy Studio la Città, Verona

Le narrazioni di Tibaldi intrecciano fatti legati a Verona con accadimenti desunti da altre realtà, fatti reali e fantastici si sovrappongono aprendo, per le storie che ne derivano, un nuovo scenario mentale e esistenziale.
In mostra troviamo Verona Landscape, grande opera di 30 metri di lunghezza, che rappresenta un ideale e sospeso orizzonte urbano, dove la dimensione di leggerezza onirica ri-modula la visione di edifici reali e conosciuti; Untitled 01 è un’installazione costituita da due giradischi che diffondono un brano su vinile di cui lo stesso Tibaldi ha scritto le musiche ispirandosi alla storia di Romeo e Giulietta. I due lati, a e b del disco, propongono una diversa interpretazione della musica in un adattamento di un cantante lirico del Conservatorio di Verona e in una ballata eseguita da due musicisti rumeni. Infine nell’installazione Maps l’artista propone ventiquattro opere che, imitando il celebre marmo rosso di Verona ma con materiali industriali, tracciano il profilo dei confini cittadini di tutte le città che nel mondo hanno lo stesso nome del capoluogo veneto.
S’intitola Point alpha la mostra di Herbert Hamak che porta lo sguardo dello spettatore ad interrogarsi sul mistero che le sue opere semitrasparenti e traslucide, racchiudendolo al loro interno, conservano. Le ombre e i profili che descrive inducono un desiderio di conoscenza che si trattiene sempre alla soglia del suo svelamento, confine davanti al quale si celebra l’incanto per ogni suo lavoro; queste nuove opere rinnovano tanto il desiderio di sapere, quanto il perpetuarsi dell’interrogazione che lo muove.
Scrive a tal proposito il curatore Marco Meneguzzo: 

“Hamak “costruisce” letteralmente il mistero e già in questo mette in atto una capacità che non è comune, perché a rigor di termini, un mistero non si costruisce, ma “è”: invece, immergendo qualsiasi  “cosa da questo mondo” nella resina, si stabilisce quella “lontananza” che nella realtà è costituita da appena qualche centimetro di resina semitrasparente, ma che nell’immaginario è costituita più dal tempo che dallo spazio e colloca l’oggetto in una regione fantastica.”

Herbert Hamak, Queen Tiy XVIII dynasty ca 1310 b.C., 2015, resina, pigmenti e scultura su tela Courtesy Studio la Città, Verona

Il non riconoscimento istantaneo di queste presenze ombrose dà campo libero alla fantasia, al pensiero di chiarirne natura, consistenza, forma, fisicità. Le sue “cose”, sospese tra realtà e immaginazione, definitesi e divenienti nell’opera rimandano all’arte la sua possibilità di sollevare misteri e attuare le relative indagini.
I suoi Point Alpha sono non solo l’inizio – il punto di partenza – di un inedito suo modo di “vedere” l’opera, ma anache l’avvio di un nuovo ciclo di lavori che sembrano stravolgere e rimettere in discussione il linguaggio per cui l’artista è riconosciuto.
Se prima affermava la rinuncia di colore, forma, geometria per privilegiare la suggestione metaforica, ora rimette tutto al centro del blocco di resina che diventa e inventa l’oggetto stesso del vedere. Sembra, quindi, uscire dal suo imminente inizio più la presenza dell’artista, della sua identità operativa che non lo stesso strumento consolidato del suo fare.

Eugenio Tibaldi. Red Verona
a cura di Adele Cappelli 

e

Herbert Hamak. Point alpha
a cura di Marco Meneguzzo 

21 febbraio – 30 aprile 2015
Inaugurazione 21 febbraio 2015 ore 11.30 

Studio la Città
Lungadige Galtarossa 21, Verona 

Orari: da martedì a sabato 9.00-13.00 e 15.00-19.00

Info: +39 045 597549
info@studiolacitta.it
www.studiolacitta.it

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