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MONACO (Principato) | Galerie Adriano Ribolzi | Fino al 29 dicembre 2018

Continua fino al 29 dicembre la doppia personale, che la Gallerie Adriano Ribolzi di Monaco dedica ai due artisti italiani Alberto Di Fabio, nato ad Avezzano (AQ) nel 1966 e Tobia Ravà, nato a Padova nel 1959.

Alberto Di Fabio. Neurone + filamenti rosa, 2011, acrilico su tela, 140 x140 cm

La mostra Paysages de la pensée (“Paesaggi della mente”) mette in dialogo due artisti differenti svelandone i punti di contatto nelle rispettive ricerche. Come racconta Adriano Ribolzi «Alberto di Fabio ci conduce nell’infinitamente piccolo del nostro corpo o dentro l’infinitamente grande del cosmo, mentre Tobia Ravà ci immerge nella geometria e nella matematica che caratterizza tutte le cose che ci circondano».
Alberto Di Fabio nella sua pittura studia le reazioni chimiche, fusioni minerali, atomi, DNA, il sistema neuronale, ingrandendoli come sotto un microscopio. Queste forme geometriche vibrano  sulle sue tele dai colori vivaci, creando contrasti e scale armoniche, variazioni di tono e combinazioni. Tobia Ravà laureato in semiotica dell’arte all’Università di Bologna, ha iniziato a dipingere nel 1971 ed esposto dal 1977 in mostre individuali e in tutto il mondo. Dal 1988, si occupa dell’iconografia ebraica. Nel 1999, lancia una serie di conferenze sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica arte matematica e contemporanea.

Tobia Ravà, 1400 Boschetto di gloria 2017 tela 35×50 cm

Ma è dal testo critico di accompagnamento alla mostra scritto da Maria Luisa Trevisan che si comprende la scelta di mettere in dialogo i due autori:

«La ricerca di Alberto di Fabio e di Tobia Ravà presenta diversi punti di convergenza. Innanzitutto già dal primo sguardo le opere di entrambi risultano estremamente attraenti ed accattivanti. Se poi cerchiamo di capire il lavoro di studio e ricerca che sottende tutta la loro produzione artistica scopriamo che vi sono molti collegamenti sia con il mondo scientifico che con quello filosofico, della mistica, della spiritualità e delle culture del medio e dell’estremo oriente. Pertanto l’attività artistica di entrambi può essere collocata nell’ambito del Concettualismo estetico, in quanto la parte di pensiero forte e stringente, viene espressa attraverso tecniche ed immagini raffinate e ricercate, in maniera da creare una notevole gratificazione sensoriale.

Alberto Di Fabio, Mind of Light, 2016, acylic on canvas, 200 x 200 cm

In entrambi troviamo riferimenti al micro e al macrocosmo, alla sfera razionale e a quella intuitiva. Le opere di Alberto Di Fabio evocano al contempo mandala, trasparenze e leggerezze orientali, filamenti, ramificazioni neuronali e polmonari, galassie e sistemi solari. Le sue opere parlano attraverso i colori e le forme delle teorie di evoluzione e di espansione, degli ammassi e delle associazioni stellari. L’artista ci ricorda che le particelle di gas e di polveri sono i “mattoni” dei quali è fatto l’universo, il quale ne contiene miliardi e da ciò deriviamo tutti noi.

Non molto distante è la ricerca di Tobia Ravà dove si riscontrano forme geometriche a spirale, animali e paesaggi realizzati con un sistema alfanumerico relativo alla ghematrià valore numerico delle lettere ebraiche in riferimento per esempio alla sequenza di Fibonacci definita legge di natura, al numero aureo, riconosciuto come proporzione di bellezza ed armonia fin dall’antichità, all’albero sefirotico, come elementi per l’elevazione spirituale e riqualificazione dell’essere umano e dell’umanità intera.

Tobia Ravà-TIMSAH-SHIN-ALLIGATOR-bronzo-da-fusione-a-cera-persa-90-x-30-x-28 cm

Le opere più recenti di Tobia Ravà riportano elementi archetipali della cultura ebraica e si sviluppano attraverso sequenze numeriche riferite ad un linguaggio cosmologico universale, poiché attraverso i concetti base della Kabbalah (“tradizione” e anche “ricezione”, indica la tradizione mistica del pensiero ebraico), si può arrivare ad un percorso etico-filosofico, legato al pensiero di Itzachq Luria, al contempo antichissimo e moderno, per una nuova lettura in chiave etica dell’agire nel mondo contemporaneo. Partendo dal pensiero di alcuni studiosi di mistica, prende in considerazione alcune parole chiave del nostro linguaggio di cui spesso non si percepisce più, o non si conosce o riconosce, il significato più profondo. Illustrandone il loro uso nella tradizione mistica, indica la possibilità di percorrere in prima persona il cammino dell’interiorità, della saggezza, della beatitudine e dimostra che la mistica è di tutti, attraversa le epoche e le diverse culture.

Tobia Ravà, Clara Rhinoblue, 2018, bronzo patinato e lucidato, cm 59 x 33 x 21

Anche l’artista romano in molte delle sue opere si rifà esplicitamente alla Kabbalah con la raffigurazione dell’albero sefirorico. Le sue opere presentano affinità tra la teoria del Big Bang e la cosmogonia di Luria nella fase dello Tzimtzum, o tra raffigurazioni dell’albero della vita, della sapienza, cosmo e terminazioni neuronali, in un’ armonia del tutto.
Per Alberto Di Fabio i neuroni, le sinapsi e l’elettromagnetismo sono in stretta relazione con il cosmo. Insieme all’intero universo partecipano con gioia alla danza cosmica e rappresentano il respiro del tutto quantico. Sono l’elevazione a nuove visioni, a mondi e luci parallele dove la relatività accompagna l’enigma svelato.

Alberto Di Fabio, Sinapsi in oro, 2007
acrilico e lacche su tela, cm 107 x 97. Courtesy dell’artista

Come Tobia anche Alberto suggerisce letture e percorsi paralleli, che vanno oltre il visibile. Dai suoi dipinti affiorano come immagini subliminali degli esagrammi cinesi, che per l’artista sono molto simili alle forme dei neuroni e ai movimenti dei protoni e neutroni nell’atomo, così le poesie taoiste presenti in alcune sue opere sono molto vicine alla teoria della relatività di Einstein e alla fisica quantistica. Se alcune opere richiamano più direttamente costellazioni, galassie e spazi siderali, altre sono più esplicitamente riferite alla luce, come “dio assoluto”, e alla ricerca dell’antimateria, quale continuo andare oltre l’uomo, spinto dalla curiosità e dal desiderio di conoscere e sapere.

Tobia Ravà, 1376 Albero sfera (Fondamento naturale) 2015 resine e tempere acriliche su tela 70 x 50 cm

Così anche per Tobia Ravà il rapporto tra arte e scienza è sempre molto stretto, tanto che studiando i numeri della sequenza di Fibonacci è in cappato in una scoperta matematica che è stata definita Congettura di Ravà da Piergiorgio Odifreddi e provata a cifre astronomiche da Federico Giudiceandrea (e quindi divenuta teorema) sulla ripetizione della stessa sequenza dei valori teosofici ogni 24 numeri all’interno della Sequenza di Fibonacci (matematico pisano del XIII secolo, già scopritore di una progressione numerica nei fenomeni naturali, per il quale ogni numero intero positivo è la somma dei due numeri precedenti ad eccezione dei primi due, ed ogni numero diviso il precedente dà un valore sempre più vicino al numero 1,61803, ossia la sezione aurea, assunto come canone di perfezione classica e riscontrabile in natura). Come evidenzia in molte opere che hanno per soggetto o per oggetto il vaso, il numero 24 non è casuale. La parola vaso (kad in ebraico) è 24 e nell’antichità era un’unità di misura per liquidi e solidi (olio, sementi, vino ecc.), anche il giorno inoltre si divide in 24 ore e così il Tanàkh (acronimo, formato dalle prime lettere delle tre sezioni Bibbia secondo la tradizionale divisione ebraica), è in 24 libri.

In entrambi gli artisti dunque si aprono visivamente immagini concettuali con una infinita stratificazione di significati, in un viaggio che attraversa tempi e spazi infiniti. […]

Paysages de la pensée
Alberto Di Fabio – Tobia Ravà

3 ottobre – 29 dicenbre 2018

Galerie Adriano Ribolzi

3 avenue de l’Hermitage – 98000 Monaco

Info: ribolzi@libello.com
www.adrianoribolzi.com

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