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LODI | PLATEA | PALAZZO GALEANO | FINO AL 6 NOVEMBRE 2023

di MARIKA MARCHESE

Inaugurata venerdì 6 ottobre Groupware, personale di Camilla Gurgone, a cura di Benedetta Monti e Niccolò Giacomazzi, è il quarto e ultimo episodio del palinsesto espositivo dedicato agli artisti emergenti under 35, quest’anno selezionati da Rä di Martino, artista e regista.

Il progetto espositivo è visibile dalla vetrina di Platea, spazio sempre illuminato, sia di giorno che di notte, inaccessibile dall’esterno, incastonato nella facciata di Palazzo Galeano, accanto al portone principale, nel centro storico di Lodi.

Groupware” si articola in una lunga performance realizzata dall’artista, visibile al pubblico presso la vetrina su strada di Platea tutti i giorni, secondo gli orari di lavoro di un classico ufficio e in maniera non sistematica tramite il sito web del progetto, che documenta gli interventi e i materiali utilizzati durante l’evento.

Camilla Gurgone, “Groupware”, 2023, courtesy l’artista e Platea_Palazzo Galeano. Foto Alberto Messina

Camilla Gurgone (Lucca 1997), per questo progetto, porta in scena una tematica estremamente autentica e vicina ad ognuno di noi, in un momento storico in cui la devozione al lavoro sembra essere l’unico cruciale valico della sussistenza e motivo di vita. L’opera ha origine nello sfruttamento lavorativo all’alba del terzo millennio, ricerca abbastanza ossessiva, sugli odierni sistemi e sulle modalità a cui ci sottoponiamo con ritmi e dinamiche che nutrono questa tendenza.

Alla radice del conturbante panorama economico-sociale dei nostri tempi, frutto sia del dilagante progresso tecnologico che degli avvicendamenti politici di natura geoeconomica, emerge una questione mai così palpitante come quella del lavoro all’inizio del terzo millennio. Quali sono gli impatti di questa dimensione sul singolo individuo e sulla società?

Incominciando dalla vita del singolo, la ricerca affannosa di un’occupazione che garantisca autosufficienza economica, ma anche soddisfazione personale, si rivela spesso un vero e proprio viaggio nell’ignoto. Basti pensare alla selva di forme contrattuali che confondono i confini tra continuità e precarietà oppure l’ineludibile  débâcle del lavoro, come esperienza di autorispetto e autoevoluzione, che comporta come affronta l’artista, ad una disintegrazione sia dell’io, nella corsa verso la sua realizzazione e riconoscimento, che delle relazioni umane.

Camilla Gurgone, “Groupware”, 2023, courtesy l’artista e Platea_Palazzo Galeano. Foto Alberto Messina

La competizione, inoltre, pone in crisi il caposaldo della collaborazione, dando vita a un individualismo capace di incrinare irrevocabilmente i legami sociali, con esiti sfavorevoli sulla costruzione di una futura società solida e solidale.

E se da un lato Camilla Gurgone pone l’accento sul rifiuto del lavoro nella generazione Z, si assiste a una crescita esponenziale dell’imprenditorialità giovanile, alimentata da un afflusso costante di start-up innovative e sostenibili, capaci di rivoluzionare vecchi e arretrati settori produttivi, dando vita al processo paradossalmente tipico della nostra epoca. La dipendenza lavorativa, dall’altro, fa emergere come ci sia un incremento delle tecniche di concentrazione e rilassamento attuate per combattere lo stress, quelle di evasione dalle responsabilità in reazione all’eccessiva pressione sociale, i nuovi disturbi causati da stress e iperattività.

Camilla Gurgone, “Groupware”, 2023, courtesy l’artista e Platea_Palazzo Galeano. Foto Alberto Messina

La performance della giovane artista rimanda, sotto diversi punti di vista, ad alcune riflessioni di Jean Jacques Rousseau, pedagogista e filosofo francese dell’Illuminismo, il quale promuoveva e collegava il lavoro alla natura umana. Nulla è cambiato. Egli sosteneva infatti che il lavoro, inteso come una manifestazione delle capacità umane nel mondo, può portare all’autorealizzazione e all’equilibrio personale (se non si abusa). Tuttavia, Rousseau criticava il sistema sociale e l’accumulo sfrenato di ricchezza che conduce alla sottomissione e all’alienazione dell’individuo, routine che ormai si è instaurata nella nostra contemporaneità.

Dall’altra parte, un altro filosofo che si è posto il problema opposto è Friedrich Nietzsche, considerato uno dei più importanti pensatori del XIX secolo, il quale invece proponeva una critica radicale del concetto di lavoro. Secondo Nietzsche, il lavoro non è altro che una “macchina dell’oppressione” che priva l’individuo della sua vitalità e creatività. Il filosofo sosteneva che l’idea di lavorare per la realizzazione di obiettivi estranei all’individuo avrebbe tolto l’autenticità e la spontaneità che caratterizzano la vera esistenza, come dargli torto.

Nell’epoca dell’iperconnettività, il lavoro si è infiltrato nelle pieghe più remote delle nostre vite, negando spesso il prezioso dono dell’assenza. Tra le parole esplorate dall’artista, all’interno del progetto e del sito di “Groupware” ci sono Fomo e Jomo, acronimo di Joy of missing out, descrive la gioia di perdersi qualcosa. Rappresenta il contrario della Fomo, ossia la paura di perdersi qualcosa di bello, di migliore, legata principalmente ai social media, potremmo dire gioie e dolori della disconnessione.

In questo contesto, si presenta un approccio consapevole per ripristinare il senso di proporzionalità tra l’essere “sempre in servizio” e il prendersi il tempo per rigenerare il proprio spirito, che non significa disimpegnarsi in maniera irresponsabile. Piuttosto, rappresenta una riscoperta delle virtù della lentezza, dell’arte di dedicare tempo di qualità alle attività lavorative e di vita, senza la costante pressione della frettolosa ricerca di risultati immediati. L’assenza, in questo contesto, non implica un declino nel rendimento, ma una migliore gestione del tempo e delle energie per produrre risultati di maggiore valore.

In un mondo sempre più connesso, prendetevi il tempo per riscoprire il valore della lentezza, senza sentirsi costantemente inseguiti dalla corsa sfrenata del tempo, e piuttosto fate un salto a vedere il progetto di Camilla Gurgone, da Platea| Palazzo Galeano a Lodi oppure sul sito Groupware.

Camilla Gurgone. Groupware
Con il supporto curatoriale di Benedetta Monti e Niccolò Giacomazzi

6 ottobre – 6 novembre 2023

Platea | Palazzo Galeano
Corso Umberto I n. 50, Lodi

Info: info@platea.gallery
www.platea.gallery
https://groupware.cargo.site/

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