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BRESCIA | Galleria Massimo Minini | 12 marzo – 30 aprile 2022

di ALESSIA PIETROPINTO

Sculture antropomorfe che invadono e conquistano lo spazio, figure ibride che prendono vita e si concretizzano attraverso una pittura compatta, uniforme e persuasiva, rappresentazioni arcaiche catturate in un’immagine visiva che, divergendo dalla consueta attribuzione di significato, fornisce nuove possibilità interpretative ai soggetti ritratti.
Galleria Massimo Minini presenta Cadavre Exquis, una collettiva di tre artiste che, nonostante il background differente, comunicano, tramite le loro opere, un emancipante desiderio che conduce ad una messa in discussione di un predeterminato regime visivo insediatosi ormai nella memoria iconologica collettiva con evidenti conseguenze che conducono all’elaborazione di uno sguardo indagatore, giudicante ed insinuante.

Installation view from “Cadavre exquis” at Galleria Massimo Minini, Brescia, March-April 2022 Courtesy the artists and Galleria Massimo Minini Photo Petrò-Gilberti

Rebecca Ackroyd, Maryam Hoseini e Ludovica Anversa irrompono nello spazio espositivo creando una narrazione continua che accompagna lo spettatore tra le differenti sale dove si ha la possibilità di ammirare le opere da altre prospettive. Una ricerca che, incentrata sullo sguardo, sulla sua capacità di infrangere ogni barriera, di ammaliare, fascinare e convogliare, al suo interno, tutta la sua perturbante e seducente forza intrinseca, viene attuata attraverso l’uso di tecniche che si differenziano tra loro e delineano, in maniera aleatoria in alcuni casi e netta in altri, i connotati e la morfologia di quei corpi senza genere, ambigui, che racchiudono in sé una duplice o triplice natura che attende di essere scrupolosamente indagata.

Rebecca Ackroyd, Burning ear, 2022, chicken wire, plaster bandage, jesmonite, steel, acrylic paint, 230x120x60 cm Courtesy Peres Projects, Berlin and Galleria Massimo Minini, Brescia

Rebecca Ackroyd (Cheltenham, 1987), artista formatasi in Inghilterra presso la Royal Academy di Londra e residente a Berlino, con l’opera Burning Ear apre simbolicamente la mostra, catturando ed indirizzando lo sguardo dell’osservatore verso questa scultura sospesa, metaforicamente esausta di ascoltare, realizzata con fasce imbevute di gesso e pittura acrilica rossa. Rifacendosi alla dimensione onirica, le altre sue opere, realizzate su carta satinata da stampa Somerset, appaiono come turbanti reminiscenze di sogni svaniti, visionari frammenti di un mondo parallelo in cui far defluire le più recondite inquietudini. Rebecca Ackroyd cattura e fissa sulla tela piccoli dettagli, fiochi ricordi di ciò che si tende a ricordare una volta svegli; le rappresentazioni su scale differenti generano così un vortice confusionale amplificato, nella sala dedicata interamente ai suoi lavori, dal preponderante tappeto rosso che accoglie, perfettamente al centro, la scultura in gesso Screw Loose, composta da quattro differenti pezzi che si sorreggono a vicenda creando un delicato gioco di incastri ed equilibri e conferendo ambiguità all’opera scultorea.
La mostra prosegue con le opere di un’artista, proveniente dall’Iran, che appaiono come delle finestre metaforiche, una soglia da oltrepassare che porta lo spettatore a sentirsi un curioso voyeur intento a sbirciare ciò che accade nell’intimità della propria casa. Esplorando l’effimera relazione che si insinua tra i corpi, lo spazio fisico e il costrutto narrativo che vi è dietro, Maryam Hoseini (Tehran, 1988) realizza opere rappresentanti, apparentemente, scene omo-erotiche collettive da cui emerge però il suo intento politico e sociale volto ad indagare la precarietà di temi legati all’identità e al genere.

Maryam Hoseini, Doubling Acts 3, 2022, acrylink, ink, and pencil on wood panel, 107x147x3.8 cm Courtesy Deborah Schamoni, München and Galleria Massimo Minini, Brescia

Le scene, costruite come fossero una sorta di palcoscenico teatrale, lasciano ampio margine visivo ad agglomerati di corpi antropomorfi, a tratti ibridi, che si interfacciano con oggetti ambigui e con il mondo animale. Le sue opere, realizzate su tavole in legno con colori acrilici, matite, e pastelli, dialogano e si intersecano perfettamente con i lavori di Ludovica Anversa (Milano, 1996), artista la cui pratica trae fondamento da una sorta di atto archeologico che, trasposto nella pittura, mette in luce ciò che lei stessa definisce il gesto più atavico compiuto dall’uomo: la rappresentazione figurata che trae ispirazione dalla realtà. Ludovica Anversa, vestendo i panni di un abile esploratore, lavora sovrapponendo molteplici strati pittorici, in parte successivamente rimossi al fine di fare emergere queste forme viscerali, corpi fossilizzati all’interno di uno spazio che pare proteggerli, custodirli e conservarli dall’inevitabile fluire del tempo.

Ludovica Anversa, Homely languor, 2021, oil on linen, 100×140 cm Courtesy Galleria Massimo Minini, Brescia

Un’enigmatica visione di tipo speculare, accentuata dalla brillantezza del colore ad olio utilizzato, mette in risalto la relazione instauratasi tra gli elementi di origine vegetale e le parti anatomiche dipinte che, come reperti fossili, giacciono inermi in attesa di qualcuno o qualcosa che ne riscopra il loro potere e le loro fragilità.
Cadavre Exquis è questo e molto altro; il titolo, risultato di un criptico gioco collettivo inventato dai surrealisti a metà degli Anni ’20, anticipa, in parte, la poetica di queste tre giovani artiste che catturano, nei loro quadri, un frangente visivo che possiede una propria autonomia esistenziale ed esorta lo spettatore a porsi delle domande, quesiti imprescindibili inscritti in contesti più ampi che sembrano non contenerli totalmente.

Rebecca Ackroyd, Ludovica Anversa, Maryam Hoseini. Cadavre Exquis

12 marzo – 30 aprile 2022

Galleria Massimo Minini
Via Apollonio 68, Brescia

Orari: da lunedì a venerdì 10.00-19.00, sabato 15.00-19.00

Info: +39 030 383034
info@galleriaminini.it
www.galleriaminini.it

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