ODERZO (TV) | CreArte Studio
Intervista a FEDERICO di PORCIA e BRUGNERA di Francesca Di Giorgio
Quando raggiungiamo Federico di Porcia e Brugnera che insieme a suo fratello, in un Palazzo di famiglia, ha dato vita, un paio di anni fa, a CreArte Studio di Oderzo, in provincia di Treviso, fervono i preparativi per ArtVerona dove partecipano per il loro secondo anno. È questa l’occasione ma andiamo oltre… Anche se la prima domanda è la più banale: «Perché aprire una galleria ad Oderzo?» Non è certo un fatto scontato. «Di fondo c’è ovviamente una grande passione per l’arte contemporanea, coltivata nel tempo attraverso la frequentazione di tanti amici galleristi e di giovani artisti sia in Italia che altrove. L’idea l’avevamo nel cassetto da tempo. L’idea è diventata progetto quando abbiamo deciso di recuperare alcuni spazi di Palazzo Porcia – un palazzo di famiglia del XV secolo ad Oderzo, l’attuale sede della galleria – ed il progetto è diventato realtà» Racconta Federico…
Qual è il percorso che ha portato a CreArte Studio?
È stato un percorso eccitante, soprattutto nella scelta del primo nucleo di artisti che abbiamo deciso di presentare, fatto anche di molti dubbi e incertezze per il modo in cui una galleria d’arte contemporanea sarebbe stata percepita in una realtà di provincia come Oderzo, ma poi ci siamo detti: in fondo anche quelli di Galleria Continua stanno a San Gimignano! Lo so, l’ho sparata grossa… Perché non provarci? Se concepisci il progetto, la Galleria, come un “processo” di costante crescita e non come uno “spazio”, ti sleghi dal luogo fisico e ti apri ad una dimensione rispetto alla quale la collocazione diventa relativamente meno importante. Ecco, questa è forse la caratteristica che mi piace di più sottolineare di CreArte: l’dea del processo, del dinamismo, del movimento. Per questo abbiamo scelto fin dall’inizio un gruppo di artisti sia italiani che stranieri e per promuoverli puntiamo sulla creazione di partnership con una rete di gallerie all’estero, in Europa e in Asia.
Com’è cambiato nel tempo l’approccio all’arte, soprattutto alla luce del vostro ruolo di galleristi?
È cambiato? Sì, probabilmente sì, anche se rimane prima di tutto quel sottile ed inspiegabile piacere che deriva dall’ammirazione dell’opera d’arte, quando la incontri, che è proprio di ogni collezionista. Certo, la galleria è anche una realtà che deve confrontarsi con il mercato, anche con il valore economico delle opere e questo in qualche misura ti porta ad essere molto più severo nel tuo giudizio. Il mondo dell’arte è affascinantemente complicato ed estremamente selettivo, per questo oggi siamo molto attenti nella selezione degli artisti, di cui seguiamo il percorso e di cui esaminiamo scrupolosamente serietà e coerenza stilistica. E ovviamente ne promuoviamo il lavoro. Oggi lavoriamo, tra gli altri, con Silvia Giambrone, uno dei migliori talenti italiani, César Meneghetti, video-artista italo-brasiliano che ha esposto alla Biennale di Venezia e recentemente a MAXXI a Roma, Katerina Belkina, straordinaria artista russa vincitrice dell’Hasselblad Masters’ Award nel 2016.
Torniamo ad Oderzo: il vostro rapporto con la città, la vostra galleria in rapporto alla città. Quali difficoltà e quali potenzialità?
Oderzo è un piccolo centro, fuori dai grandi percorsi d’arte, ma è una cittadina graziosa e vivace. L’apertura di CreArte Studio ha suscitato curiosità e – comprensibilmente – anche qualche perplessità: abbiamo inaugurato la galleria volutamente con una mostra d’impatto, portando per la prima volta in Italia un artista coreano, Seung Hwan Oh, che lavora contaminando diapositive fotografiche con innesti di colture batteriche che ne consumano l’emulsione. I risultati sono incredibili, ritratti disgregati che rimandano al concetto scintoista di impermanenza dell’essere. Prima di Oderzo, i lavori di Seung Hwan erano stati esposti a Parigi, Londra e New York. Insomma, una mostra quantomeno inusuale.
La risposta è stata però positiva, la curiosità ha prevalso sullo scetticismo e oggi sono in tanti a visitare la galleria anche solo per vedere “che c’è di nuovo”. Questo mi piace, perché ci piace pensare a CreArte Studio come ad uno spazio aperto verso la città. In prospettiva speriamo che possano nascere anche delle collaborazioni che portino l’arte contemporanea fuori dalla galleria: manifestazioni di qualità, ben curate ed organizzate, attraggono e valorizzano moltissimo i contesti che le ospitano. Di idee da proporre ne avremmo già diverse…
Come descrivereste la linea di galleria? Come raggiungete e coinvolgete gli artisti nel vostro progetto?
Siamo una galleria ancora giovanissima, parlare di una scelta stilistica o espressiva unica sarebbe prematuro e forse nemmeno fa parte del nostro approccio. Ma se per linea intendiamo la nostra visione, allora sì, posso dire che ci orientiamo decisamente al contemporaneo inteso in senso stretto, attraverso la ricerca di artisti emergenti e in via di affermazione sulla scena italiana ed internazionale. Il contatto con loro è sempre diretto, al termine delle nostre ricerche. Proponiamo il nostro programma, discutiamo dettagli delle iniziative, approfondiamo la conoscenza del loro lavoro – l’arte contemporanea offre questo privilegio di confronto diretto con persone spesso straordinarie per capacità di guardare il mondo sotto prospettive completamente inaspettate – e se scocca la scintilla reciproca, iniziamo a collaborare. È, sinceramente, la parte più bella del lavoro, da cui sono nate belle amicizie, qualche litigio e chiarimento, ma che non ti lascia mai indifferente.
Chi avete scelto di portare con voi ad ArtVerona?
A Verona sarà con noi innanzitutto Silvia Giambrone, di cui portiamo una selezione di opere molto accurata e in buona parte raccolte nel catalogo di Archeologia Domestica Vol.I, personale dell’artista che abbiamo curato e prodotto. Poi presentiamo alcuni lavori di César Meneghetti: una bellissima serie di still da video. Per le opere video di maggiori dimensioni purtroppo la fiera non è l’ideale e dovrete venire in galleria per vederle! Infine, alcuni pezzi di Katerina Belkina, tra cui l’opera premiata con l’Hasselblad Masters’ Award 2016, The Sinner, e di Jolanda Spagno (in particolare uno stupendo ritratto metafisico esposto a Ferrara in una tripla personale con Mustafa Sabbagh e Milena Altini, collaterale alla mostra Metafisica e Avanguardie dedicata a De Chirico).
Al rientro vi aspetta una nuova mostra con Silvia Giambrone…
Eh già! La mostra Gina Pane – Silvia Giambrone. L’Azione Espansa, curata da Carlo Sala, è un lavoro che ci ha impegnato molto e di cui siamo davvero orgogliosi. Abbiamo ottenuto il prestito di alcune opere tra le più note della straordinaria artista francese, icona della body art femminile e femminista dalla fine degli anni ’60. La mostra mette in dialogo questi lavori con quelli di Silvia Giambrone, in una riflessione sui temi del corpo nell’arte e nella società, della femminilità, dei rapporti familiari, delle forme sociali di controllo e di sviluppo della soggettività già emersi, appunto, nelle pratiche artistiche degli anni Settanta e che oggi possono assumere tuttavia nuovi significati ed essere trattati attraverso rinnovate modalità espressive. È una mostra difficile, complessa, intensa e fortemente emotiva.
Guardando ancora più avanti… Idee su cui lavorare per il futuro?
Ci sono sicuramente alcune fiere da preparare già all’inizio dell’anno, una in Italia e una all’estero. Poi il ciclo di approfondimento sulla video art che ci interessa moltissimo e su cui vorremmo concentrare parte dell’impegno per l’anno prossimo. Aggiungo alla lista l’idea di portare in Italia un paio di incredibili artisti giapponesi ed una coreana e un ambizioso progetto di presentare all’estero alcuni nostri artisti, su cui ci concentreremo con determinazione nel 2017. E qui mi fermo, mi pare abbastanza, che ne dici?
CreArte Studio
Piazza Castello 1, Oderzo (TV)
Mostra in programma:
Gina Pane – Silvia Giambrone. L’Azione Espansa
a cura di Carlo Sala
29 ottobre – 18 dicembre 2016
Inaugurazione sabato 29 ottobre alle 18.00
Info: +39 333 7474335
info@crearte-studio.it
http://crearte-studio.it