MILANO | Theca Gallery | Fino al 27 ottobre 2017
di MATTEO GALBIATI
Non abbiamo fatto mai mistero del nostro vivo interesse per quelle ricerche che, nell’alveo di una visione concentrata, minimale e concettuale, elevano, con intelligenza e raffinata poesia, a valore e presenza totalizzante la purezza e la bellezza della forza del colore inteso – e agito – come “materia dichiarante”, talmente preponderante nella sua asserzione da farsi bastare solo se stesso per pronunciarsi nelle opere che vivifica. Un colore che diventa attivo sulla superficie del dipinto e che rende concreto e fisico il rapporto con lo status primo della pittura stessa.
Nella mostra, che la Theca Gallery di Milano ha voluto proporre per l’inizio della sua stagione, non solo si ribadisce il piano di analisi dei programmi della galleria, che offrono sempre scelte attente e calibrate, spesso tese nel mettere in un coerente dialogo e raffronto ricerche ricche e sempre stimolanti nell’ambito dell’astrazione di ascendenza analitica, ma anche definisce una reciprocità lirica tra ricerche pittoriche differenti che, in questo caso, con una precisa puntualità, coordina il raffronto tra tre artisti di diverse generazioni e di varia “estrazione” che proprio nella manifestazione sulla superficie dell’opera attivano tutto il senso intimo del loro operare.
Il gallerista Andrea Carlo Alpini, rimarcando anche la propria intenzione curatoriale, ha riunito, quindi, in questo lungimirante e ambizioso progetto il lavoro di Sonia Costantini (1953), Marco Mendeni (1979) e Stan Van Steendam (1985). Tre personalità le cui opere si indirizzano verso correnti, intuizioni, interpretazioni della materia cromatica completamente autonome ma che, non cercando mai una scontata tensione rappresentativa, vogliono essere, di per se stesse, agenti indipendenti di valore, di riflessione, di “spazio” attivati dalla presenza del colore.
Il comune epicentro delle forze tensive riposto ne colore è, quindi, il punto di inizio su cui si fondano i presupposti per un una lettura incrociata di attitudini i cui esiti conducono a polarità visive assai diverse: con pari ingredienti – abbiamo detto il colore, ma aggiungiamo anche luce, materia e superficie – le opere solidificano spunti di osservazione che manifestano quanto, la trattazione minima e molto consimile di questi “ingredienti” riconduca, in realtà, all’individualità stessa delle asserzioni individuali. Quell’iniziale condivisa intransigenza poetica, che sembra un limite e un vincolo, pur con esiti diversi, confluisce sempre ad un ampio orizzonte di pensiero che lega queste interpretazioni cromatiche e le rende attivatori di valori nello spazio e nel tempo del luogo.
La mostra, infatti, ha, oltre ai pregi di cui abbiamo poco sopra riferito, anche quello di dimostrare come queste opere non siano solo elementi “volatili” a sé stanti, ma vogliano trovare, nella logica dello spazio reale e in un raffronto/relazione con esso, la manifestazione tangibile di una concretezza e una verità definita dal reale cui appartengono.
Sonia Costantini – alla sua prima in questa galleria – ci fa riverberare la magia e l’incanto della sua scrittura monocroma dove il colore si fa trama, scaturigine vibrante e incontenibile di tutti i paradigmi della luce che non muta solo il colore, ma, di riflesso da e per questo, anche le possibilità del luogo che l’accoglie. Già impegnato in precedenza in progetti della galleria abbiamo poi Marco Mendeni con il ciclo SimCity che, con una proliferazione di materiali diversi e peculiari nelle loro evocazioni tattili e sensibili (con cere, ossidi e cementi), trasferisce trasposizioni digitali nel novero della sua pittura densa e pure rarefatta che tutto ingloba in “altri” complessi panorami immaginifici.
Piacevole scoperta, infine, è quella del lavoro del belga Stan Van Steendam che, ultimo artista entrato nella scuderia della galleria milanese, porta il pigmento a definirsi con l’inspessimento di resine epossidiche: opacità e lucentezza coesistono nel suo affascinantissimo lavoro e muovono ad una fisicità definita e tangibile, quasi ingombrante per lo sguardo. L’eccedenza del suo colore, che pare crescere davanti allo sguardo combinando strati e densità dalle diverse polarità, tocca quella tridimensionalità che sembra voler invadere, espandendosi oltre il limite datogli dall’artista.
In tutti questi lavori prevale quella forza costruttiva che abbatte il limite freddo di certa monocromia pretestuosa e lascia assorbire in tutti – pur con i relativi, giusti e motivati, distinguo – il desiderio di appartenere al mondo, di far sentire una voce che, delicata pur determinata, si eleva ben oltre il limite di ogni parziale superficie.
Aspetti di superficie: Sonia Costantini, Marco Mendeni, Stan Van Steendam
a cura di Andrea Carlo Alpini
12 settembre – 27 ottobre 2017
Theca Gallery
Via Tadino 22, Milano
Orari: da lunedì a venerdì 10.00-13.00 e 14.00-19.00; il sabato su appuntamento
Info: +39 380 6836439
gallery@theca-art.com
www.theca-art.com