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SAN CASCIANO VAL DI PESA, BARBERINO TAVARNELLE, GREVE IN CHIANTI | SEDI VARIE | 5 GIUGNO – 30 SETTEMBRE 2022

di LIVIA SAVORELLI

Dall’incontro tra storia e contemporaneità, architettura e paesaggio, territorio ed arte, nasce lo scorso anno Chiantissimo. Contenitore di Arte Contemporanea, progetto ideato da TerraMedia APS e curato da Davide Sarchioni. A partire dal territorio del Chianti Classico, con le sue straordinarie bellezze naturalistiche, l’arte è chiamata ad essere catalizzatrice di nuove visioni che contribuiscano a delineare quel paesaggio culturale che è il leitmotiv del format giunto alla sua seconda edizione.
Per Chiantissimo 2022, in corso fino al 30 settembre, sei sono gli artisti coinvolti: Gabriella Ciancimino, Flavio Favelli, Thomas Lange, Vincenzo Marsiglia, Numero Cromatico e Valentina Palazzari.
Nel dialogo corale che trovate a seguire, partiamo da TerraMedia per dialogare, infine, con ogni singol* artista…

Mentre la prima edizione di Chiantissimo si sviluppava in varie location di San Casciano Val di Pesa, quest’anno avete sviluppato maggiormente la vocazione “diffusa” dell’evento, compiendo una vera e propria mappatura del territorio del Chianti Classico.
Quanto è per voi importante l’aspetto della valorizzazione del territorio e dei luoghi storici in esso presenti, attraverso i linguaggi dell’arte? Quale è stata in questa edizione la sfida più grande che vi siete posti? Come la popolazione accoglie questi progetti?
TerraMedia APS
: Chiantissimo. Contenitore di Arte Contemporanea è un progetto ancora “giovane”, ma che già in questa seconda edizione si è posto l’obiettivo di espandere i suoi confini territoriali da San Casciano Val di Pesa anche ai due comuni limitrofi di Barberino Tavarnelle e Greve in Chianti per ampliare il percorso di mappatura del Chianti Fiorentino alla riscoperta di alcuni dei suoi luoghi più significativi, attraverso la rilettura offerta dagli interventi artistici che sono stati realizzati. I sei artisti invitati a partecipare a Chiantissimo 2022 sono Gabriella Ciancimino, Flavio Favelli, Vincenzo Marsiglia e Numero Cromatico, che hanno presentato i loro interventi a San Casciano Val di Pesa, Valentina Palazzari nel comune di Barberino Tavarnelle e Thomas Lange a Greve in Chianti.
Grazie a un lavoro sinergico, di sintonia con l’Associazione TerraMedia e assecondando le proprie intuizioni, gli artisti hanno elaborato un’ampia varietà di progetti e differenti modalità di intervento per concorrere a creare una nuova idea di paesaggio culturale che nasce dall’incontro tra ambiente e arte, in cui l’arte con le sue differenti manifestazioni è in grado di sollecitare connessioni inedite con il tessuto sociale e ambientale del Chianti. In questa edizione di Chiantissimo l’arte contemporanea rilegge e incide sul paesaggio culturale, percorre lunghe distanze in forma itinerante e offre nuove visioni e angolazioni sulla realtà, stabilisce ulteriori punti di contatto, legami intellettuali e sensoriali con i monumenti, gli edifici e gli spazi pubblici dei comuni coinvolti, sperimentando formule espressive che vanno dalla scultura all’installazione, dalla pittura ambientale all’esperienza immersiva e digitale. Chiantissimo è così un luogo e uno spazio culturale in cui passato e presente si incontrano, da vivere, esplorare e condividere in relazione con l’ambiente, la storia e le radici identitarie dell’area del Chianti Fiorentino, perché non può esistere l’arte pubblica senza un legame autentico tra l’opera e il contesto per cui è stata concepita o nel quale essa si va a innestare.
Per un progetto di tale portata, la sfida più grande è sicuramente quella di riuscire a trasferire l’esperienza artistica nella quotidianità e tra gli abitanti del luogo coinvolgendoli nelle riflessioni e nei processi creativi per attivare uno scambio fruttuoso e interessato. Così, molti interventi sono stati integrati nel tessuto e nell’immaginario urbano di San Casciano, come il wall drawing di Ciancimino all’interno della frequentatissima Biblioteca Comunale, il grande cartello dipinto di Favelli sul muro del Parcheggio Stianti, le bandiere di Numero Cromatico issate lungo il quadrivio del centro storico oppure la rilettura immersiva e digitale degli interni del Teatro Niccolini eseguita da Marsiglia attraverso una performance pubblica, da cui è scaturito un lavoro video. Valentina Palazzari, invece, ha concepito un’installazione per l’interno del suggestivo tempio di San Michele Arcangelo a Semifonte mentre Thomas Lange ha lavorato sul dialogo con gli spazi e la piccola collezione di arte sacra del Museo di San Francesco a Greve in Chianti.
Oltre al sostegno dei Comuni, di Chianti Banca, della Città Metropolitana di Firenze e di Publiacqua SpA, la realizzazione di Chiantissimo è stata resa possibile grazie anche alla preziosa collaborazione e al coinvolgimento delle Associazioni locali come Pro-Loco, delle attività commerciali e di accoglienza, degli operatori culturali e dei singoli privati per dar vita a una grande rete operativa che condivide i medesimi intenti. Anche quest’anno la sfida è stata vinta e stiamo già pensando alla successiva edizione di Chiantissimo per l’anno 2023 che presenterà molte novità.

Numero Cromatico, Un flusso di onde brillanti, 2022, bandiere e stendardo in tessuto, San Casciano Val di Pesa. Ph. Margherita Nuti

Per cogliere appieno le diverse progettualità degli artist* coinvolti, abbiamo rivolto a ciascuno di ess* una domanda. Addentriamoci alla scoperta degli interventi pensati per Chiantissimo 2022:

Gabriella Ciancimino, A-cielo libero, 2022, Wall-Drawing, Biblioteca Comunale di San Casciano Val di Pesa. Ph. Margherita Nuti

Assecondando uno dei cardini della tua ricerca, il rapporto uomo/pianta, hai ideato per la Biblioteca di San Casciano Val di Pesa un “giardino d’inverno contemporaneo”, basato sul doppio concetto di resistenza – biologica delle piante e storica di attivisti e pensatori dall’animo libertario – con un intervento totale sulle pareti. A-cielo libero, un grande wall drawing permanente ricco di rimandi e citazioni, è inoltre frutto di un tuo intenso studio a partire dalle testimonianze storiche ma anche attraverso il contributo di alcuni studiosi locali… Ci racconti come hai sviluppato il progetto e con quali finalità?
Gabriella Ciancimino: Su invito del curatore Davide Sarchioni e dell’organizzatrice Fiammetta Poggi, il goal per noi artisti è stato quello attivare nuove sinergie, sollecitazioni visive e di pensiero, innestando connessioni dialogiche tra la storia del luogo, l’architettura e il paesaggio attraverso la forza della nostra visione immaginativa. Così partendo dal presupposto che credo fortemente nel ruolo dell’arte come catalizzatore di cambiamento sociale, il campo di sperimentazione ideale per me è proprio lo spazio pubblico che, nel caso della Biblioteca di San Casciano, è stato “invaso” dalla cultura libertaria. Coerentemente con la ricerca artistica che porto avanti da anni, ho raccontato il paesaggio della Val di Pesa attraverso un mix iconografico fatto di illustrazioni provenienti da alcuni periodici anarchici – tra cui Umanità Nova, Il Risveglio, L’Alba dei Liberi – e tavole botaniche di alcune piante spontanee che vennero utilizzate dalla comunità locale a scopo alimentare e di sussistenza nel periodo bellico e post bellico della Seconda Guerra Mondiale. In particolare, in questo progetto, ho omaggiato la figura di Pier Carlo Masini, politico e giornalista, autore di alcuni libri fondamentali per lo studio e la realizzazione di alcuni miei progetti precedenti essendo stato tra i primi a storicizzare il movimento anarchico italiano. Nella fase iniziale di ricerca per A-cielo libero, ho così cercato dei riferimenti storici attraverso alcuni testi di Masini, scoprendo che era stato proprio vice sindaco nel comune di San Casciano ed aderiva al PCI che successivamente lasciò avvicinandosi ai gruppi anarchici. Sulle pareti della biblioteca ho tracciato alcuni suoi appunti ritrovati al Centro studi storici della Val di Pesa grazie alla collaborazione dell’attivista e saggista Alberto Ciampi, responsabile del prezioso archivio. Nel mentre ho studiato la flora locale poi ritratta sulla volta e sulle pareti della Biblioteca, insieme al botanico Ivo Matteuzzi che, giorno dopo giorno, mi ha suggerito quali specie vegetali potevano essere più interessanti non solo per l’utilizzo fatto dalla popolazione locale, ma anche per l’“atteggiamento libertario” nelle dinamiche di convivenza, interazione e resistenza a condizioni non particolarmente favorevoli del terreno o del clima. Posso quindi dire che focalizzandomi sul concetto di “relazione”, anche A-cielo libero è stato concepito come un momento d’incontro/confronto tra individui e coerentemente con le opere precedentemente realizzate, anche il paesaggio della Val di Pesa è divenuto per me un “luogo” di riflessione e nello stesso tempo di salvaguardia della memoria storica e di azione collettiva.

Flavio Favelli, Pian dei Giullari, 2022, smalto su legno, 220×440 cm, Parcheggio Stianti, San Casciano Val di Pesa. Ph. Margherita Nuti

Per Chiantissimo, hai ideato l’opera Pian dei Giullari, collocata su una parete del Parcheggio Stianti a San Casciano: una tua lettura della storia del luogo, ricollegando passato e presente, attraverso la storia delle più note aziende vitivinicole del territorio. Che tipo di ricerche hai condotto e come mai hai scelto di lavorare sull’iconografia legata al mondo del vino, quali aspetti peculiari volevi riportare alla luce?
Flavio Favelli
: Nessuna ricerca, l’artista non fa ricerche, quelle le fanno gli studiosi. Sono nato a Firenze e conosco l’immaginario del Chianti, di Firenze e della Toscana, mio padre era di Pistoia. Sono per un’arte emotiva, poco razionale. Quelle etichette che ho dipinto me le ricordo, con tanti stemmi, blasoni, svolazzi e ghirigori vari e visto che sono stati momenti difficili, tutto ciò che avevo intorno diventava difficile, bottiglie di vino comprese. Il Chianti mi sembra un soggetto troppo ingombrante per evitarlo (anche Hannibal Lecter dice “I ate his liver with some fava beans and a nice Chianti”). Pian dei Giullari era un libro venerato da mia madre, ma ho sempre avvertito uno sbilanciamento fin troppo facile verso questo luogo così idealizzato e fondato su un passato con la P maiuscola, che non passa mai. Solo i miei ricordi mi interessano e visto che sono nato a Firenze, sono ricordi universali… Ovviamente ho un rapporto ambiguo con questo territorio ed immaginario, sono venuto via quando avevo 6 anni, Firenze e la Toscana sono luoghi con cui mantengo una chiara distanza. Sarà perché ho vissuto il conflitto fra due famiglie ostili (quella toscana di mio padre e quella bolognese di mia madre) e ho compreso i limiti di identità sbandierate. Così mi sento in esilio (ora vivo sull’Appennino) e posso maneggiare con distacco questi segni. Basta soffermarsi sul motto del Chianti Putto: Solum Nobis. Mi sembra sia abbastanza.

Flavio Favelli, Pian dei Giullari, 2022, smalto su legno, 220×440 cm, Parcheggio Stianti, San Casciano Val di Pesa. Ph. Margherita Nuti

Da anni la tua ricerca si fonda sul connubio tra arte e tecnologia, dando vita a vere e proprie esperienze immersive per il pubblico che, grazie alla tecnologia HoloLens 2, può esplorare in maniera unica il patrimonio artistico e culturale, attraverso l’arte contemporanea. Come mai hai scelto il Teatro Nicolini di San Casciano Val di Pesa e ti sei concentrato soprattutto sulla sua architettura interna? Quali novità hai ideato per questo nuovo capitolo di Map (Star) the World?
Vincenzo Marsiglia: L’esperienza a San Casciano Val di Pesa è stata importante per affinare i punti principali dell’opera, la filosofia del pensiero concettuale sull’uso della tecnologia e il confrontarsi in modo scenografico/teatrale. La fusione delle due ha dato vita a un progetto incredibile ed affascinante che mi ha aperto altri orizzonti da esplorare.
La location è stata scelta insieme ai due ideatori di Chiantissimo, il curatore Davide Sarchioni e l’organizzatrice Fiammetta Poggi, sulla base della mia esperienza nel mondo teatrale. Isaco Praxolu, invece, ha realizzato il montaggio del video mettendo insieme i frammenti registrati durante la mia performance con  HoloLens 2.
Quando mi sono trovato all’interno del Teatro Nicolini, un piccolo gioiello intriso di storia, ho capito che dovevo creare un giusto rapporto tra la mia visione artistica e l’architettura stessa, che a sua volta si è trasformata, grazie alla griglia modulare stellare e con il concetto dell’impacchettamento digitale. Protagoniste sono le mie sculture in versione digitale, dagli origami sino ai fili fluorescenti che generano un’architettura all’interno di un’altra architettura in modalità digitale.
Grazie a questa tecnologia creo performances digitali di mixed reality attraverso cui posso far conoscere aspetti che passano inosservati attraverso un’amplificazione del modo di vedere la realtà.
La novità che si è creata questa volta è quella di far diventare le mie sculture protagoniste, attori di una realtà digitale ma anche di una realtà vera teatrale.
Un altro fattore sono i colori, la gamma che ho pensato per questo progetto doveva esaltare e creare armonia con l’architettura stessa. Quindi questo doppio scambio è importante perché il progetto accumula dati ed esperienze uniche di valorizzazione e conoscenza del bene culturale.
Per concludere, la bellezza del progetto Map (Star) the World consiste nel generare ogni volta emozioni e sensazioni come quelle che hanno provato il giorno dell’inaugurazione gli invitati, i quali potevano cimentarsi in un viaggio immersivo digitale.

Vincenzo Marsiglia, Map (Star) the world, 2022, video e performance con HoloLens 2, Teatro Niccolini, San Casciano VdP. Ph. Margherita Nuti

Nel centro storico di San Casciano, si susseguono una serie di stendardi che ripropongono invertiti 4 colori e parti di un testo creato da S.O.N.H, un’intelligenza artificiale.
L’approccio multidisciplinare del vostro lavoro mette insieme ambiti tra loro diversissimi, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per scrivere testi sul futuro dell’umanità… Ci raccontate, nello specifico dell’opera ideata per Chiantissimo Un flusso di Onde Brillanti, come siete giunti all’utilizzo di questa gamma cromatica e al testo, spiegando brevemente i cardini della vostra ricerca e pratica?
Numero Cromatico: Il progetto ideato per Chiantissimo fa parte di una serie di opere che realizziamo dal 2018 dal titolo New-tze-bao. Lo scopo è far incontrare la cultura popolare con la cultura artistica contemporanea muovendosi su due direttrici: la prima porta frasi, statement, manifesti della cultura artistica, nel contesto popolare; la seconda porta luoghi comuni, modi di dire e frasi della cultura popolare in contesti artistici e museali. Il tutto attraverso l’utilizzo di striscioni, sciarpe, bandiere, pitture murali, tazebao, progetti editoriali, ecc. Questi dispositivi vengono così caricati di contenuti differenti a seconda dei luoghi e delle modalità in cui vengono presentati, aumentando il grado di ambiguità e le possibilità interpretative per il pubblico.
L’opera realizzata per San Casciano presenta 20 bandiere e un grande stendardo. Riprendendo la tradizione del territorio, che ogni anno allestisce per le strade della città bandiere e stendardi per la festa medievale, abbiamo pensato di proporre un dispositivo simile ma con contenuti provenienti dal mondo dell’arte, nello specifico una poesia permutabile di una delle nostre intelligenze artificiali. La poesia è distribuita sulle bandiere e gli abitanti, a seconda dei percorsi e delle associazioni semantiche, possono inventare poesie sempre diverse.
Le bandiere inoltre sono colorate con i colori freddi dello “spettro visibile” in contrasto con i colori caldi del borgo di San Casciano, così da creare un contrasto cromatico con l’architettura del luogo.
Il nostro collettivo, nato nel 2011, porta avanti la propria ricerca in diversi ambiti disciplinari, di cui i principali sono l’arte e le neuroscienze. Le opere quindi sono sempre il frutto di ricerca e approfondimento, prima teorico e poi pratico. Parallelamente alla produzione artistica, il gruppo porta avanti ricerca scientifica e editoriale. Il collettivo è editore di Nodes, rivista di neuroestetica punto di riferimento per ricercatori di tutto il mondo.

Numero Cromatico, Un flusso di onde brillanti, 2022, bandiere e stendardo in tessuto, San Casciano Val di Pesa. Ph. Margherita Nuti

Per Chiantissimo 2022, ti sei confrontata con un luogo molto suggestivo, come la Cappella di San Michele Arcangelo a Semifonte. Come la storia del luogo e la sua unicità, hanno influenzato la scelta dei lavori da te proposti? Cosa hai percepito del luogo in occasione dei tuoi primi sopralluoghi e come hai stabilito il dialogo tra luogo e opera?
Valentina Palazzari
: Amo il lavoro con lo spazio. Il dialogo con l’esistente, immaginare un ponte. La scintilla, come tra due pietre sfregate a lungo, ricercare la magia di un contatto che si leghi alle radici della storia del luogo e la connetta con la presente, con la mia visione, in continua ricerca. È un’operazione di magia e creatività ma soprattutto di libertà e rispetto. Il tempio di San Michele Arcangelo a Semifonte è piena osmosi tra il dentro, la pianta ottagonale, la cupola che in scala ripete quella di Santa Maria del Fiore, e il mare di viti all’esterno ammorbidite dall’andamento delle colline. La mano dell’uomo tocca la spiritualità ed è lì che ho immaginato di lavorare. La spiritualità della materia dove la forza del ferro si fa polvere di ruggine per rinascere e continuare a vivere sulla tela. Dove la fragilità umana diviene principio di rinnovamento e possibilità infinita. Semifonte è un luogo segnato dalla storia – fu rasa al suolo dai fiorentini nel 1202 – che resta segno della caducità umana, costante pensiero nel mio lavoro, struggente coesistenza di resistenza e fragilità.

Valentina Palazzari, Da un punto 1-2, 2022, installazione, ruggine su tessuto, Cupola di San Michele a Semifonte. Ph. Margherita Nuti

La tua partecipazione a Chiantissimo mette in dialogo una selezione di tue opere più storiche con la collezione permanente del Museo di San Francesco di Greve in Chianti. Si aggiunge ad esse un’opera site-specific, Madonna (2022), collocata in una nicchia del museo. Come sei entrato in dialogo con la collezione, cosa hai voluto valorizzare in esso? Ci parli dell’opera realizzata per l’occasione?
Thomas Lange: Chi non dimentica il passato guarda al futuro! La Madonna simboleggia, fuori da qualsiasi confessione religiosa, l’amore universale tra Madre e Figlio come un messaggio che travalica stili, epoche storiche, contesti sociali e politici. Ma anche l’amore dell’artista per l’ambiente in cui può inserire le proprie  fantasie e rinnovare l’aspetto della visione del passato per trasportarlo nell’Oggi senza tradire il moderno od offendere il classico. Quando utilizzo il termine “rinnovare” indico qualcosa che è molto diverso da “citare”, ed esso contiene senza dubbio non la nostalgia per il passato, ma l’idea di uno slancio verso il futuro, del guardare avanti, continuamente, pur con la consapevolezza di ciò che è stato, della nostra grande eredità culturale, ma a partire dal presente in cui viviamo. Da sempre lavoro sulle stratificazioni visive, temporali, culturali. Il mio contatto con l’Italia fin dai primi anni ’90 mi ha concesso il privilegio di sperimentare occasioni di dialogo con l’arte del passato all’interno di contesti non deputati al contemporaneo. Sono affascinato dall’idea di “umanesimo” espressa dai capolavori dell’arte antica. Un “umanesimo” che è una necessità imprescindibile anche per il mio lavoro. Nel piccolo Museo di San Francesco sono stato colpito da quello che probabilmente è il manufatto più prezioso in esso custodito: una Madonna con Bambino in stucco attribuita a Nanni di Bartolo, che è diventata il punto di partenza dell’intero allestimento con le terrecotte ispirate all’iconografia di San Sebastiano, diverse teste in ceramica, una Sindone e il Letto di Euridice. La Madonna che ho dipinto per questo progetto vuole essere una sorta Pala d’Altare e si ispira a un soggetto analogo di Botticelli che aveva creato una Donna-Maria colta e intellettuale.
Mi piace pensare che le mie opere collocate all’interno del museo, in rapporto con i suoi spazi, restituiscano allo spettatore l’idea di essere parte della raccolta preesistente, come se fossero sempre state lì, suscitando la sensazione di un “Eterno Presente”.
Ho accettato di partecipare a Chiantissimo in un periodo ancora post-pandemico (che presenta le sue gravi ferite), sullo scenario terrificante di una guerra tra Russia e Ucraina, per rispondere alla richiesta di bellezza, amore e speranza.

Thomas Lange, Il letto di Euridice, 2000, ferro e tulle dipinto, 200x100x90 cm, Museo di San Francesco, Greve in Chianti

CHIANTISSIMO
Contenitore di Arte Contemporanea. II Edizione 

Organizzato da Associazione TerraMedia APS
A cura di Davide Sarchioni

Artisti: Gabriella Ciancimino, Flavio Favelli, Thomas Lange, Vincenzo Marsiglia, Numero Cromatico e Valentina Palazzari

5 giugno – 30 settembre 2022

Sedi varie, San Casciano Val di Pesa, Barberino Tavarnelle, Greve in Chianti 

Info:
chiantissimo@terramediaproject.it
www.chiantissimo.it

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