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FRASCATI | MUSEO ARCHEOLOGICO TUSCOLANO e SCUDERIE ALDOBRANDINI | 14 MAGGIO – 10 LUGLIO 2022

di MARIA VITTORIA PINOTTI

L’architetto Adolf Loos nelle sue vivaci riflessioni circa la poetica dei materiali notava come «l’artista ha una sola ambizione: dominare la materia in modo tale che la sua opera risulti indipendente dal valore e dal materiale di cui è fatta».[1] Secondo tale inedita visione le opere, in genere, risultando indipendenti dalla loro fisicità, sono da considerarsi come un atto di dominio sulla materia; ebbene, tra i materiali artistici che affascinano per la loro straordinaria fisicità, tattilità e capacità di controllo in fase di lavorazione v’è la ceramica. Pertanto, non è un caso che tale materiale potrebbe ben inserirsi nelle interessanti suggestioni di Loos, per due ordini motivi: la sua ordinarietà in natura e l’esigenza di una manipolazione tanto sofisticata quanto sapiente, coniugata a lunghi tempi di lavorazione. Ed ecco, a tal proposito, la quinta edizione della BACC2022 – Biennale d’Arte Ceramica Contemporanea, in programmazione presso il Museo Archeologico Tuscolano e le Scuderie Aldobrandini di Frascati, dal 14 maggio al 10 luglio 2022, a cura di Lorenzo Fiorucci, con la partecipazione curatoriale di Beatrice Conte e Francesca Pirozzi. Una narrazione sorprendente, che si snoda attraverso le produzioni ceramiche di quindici artisti internazionali – sedici se si conta la sezione omaggio a Emanuele Astengo – che si confrontano con il tema cardine della manifestazione, vedere l’invisibile.

Alberto Vieira, particolare dell’opera Tank-house, 2019, BACC2022 – Biennale d’Arte Ceramica Contemporanea. Foto: Massimo Balducci

Il percorso espositivo della BACC2022 vive e si sviluppa presso uno dei gioielli più affascinanti della città di Frascati, le Scuderie Aldobrandini luogo che custodisce reperti archeologici di epoca repubblicana ed imperiale rinvenuti sul Monte Tuscolo, assieme a ricostruzioni architettoniche delle Ville Tuscolane. La ricchezza storica ed architettonica del sito museale valorizza di per sé il montaggio espositivo, ben calibrato ed altrettanto proficuamente dialogante con i reperti antichi. Tuttavia il carattere saliente della proposta è rappresentato dalla interessante presenza di contenuti testuali culturalmente strutturati ed abilmente divisi in macro-tematiche, cui gli artisti si sono vivacemente confrontati. In altri termini, da una visuale complessiva della rassegna, affiora un riuscito lavoro di squadra del team curatoriale che è stato in grado di selezionare gli artisti e le loro opere, facendo emergere, al contempo, connessioni e relazioni legate all’alterità creativa che si sviluppano attorno alla lavorazione del materiale ceramico.

Mirna Manni, Deformation everywhere, 2022, installation view BACC2022 – Biennale d’Arte Ceramica Contemporanea. Foto: Massimo Balducci

Sebbene tutti gli artisti partecipanti siano ugualmente di gran e pari vaglia ideativa, una particolare nota merita il lavoro dell’artista Massimo Luccioli (Tarquinia, 1952) la cui opera si pone nella sala espositiva in tutta la sua verticale e materica magnificenza. La scultura denominata Io sono qui è accompagnata da un testo poetico scritto dall’artista stesso a ragione e compendio del titolo dell’opera. Tale pratica è una chiara testimonianza di come Luccioli si approccia alla pratica creativa con enfasi e libertà espressiva, ben sapendo associare una tenacia manuale ad una sottile intelligenza poetica, facendo esaltare, con accortezza, l’atto creativo come un passaggio viscerale dalla fede verso la materia, dalla gioia della scoperta all’oscura meditazione. Emerge, in altre parole, una sentita reverenza ed una totale adesione del Luccioli verso la terracotta, modellata in forme plastiche concrete per la loro autonomia ed armonia formale. In questo modo le mani di Luccioli si rivelano protese verso una profonda e curiosa riflessione verso l’essere umano, ma pur sempre immerse nella faticosa lavorazione della terracotta. Il rosso, che è la tonalità dominante dell’opera, dà figura a un rilievo visivo importante, secondo cui le sfaldature del materiale si dispongono come in un continuo processo di scomposizione di contenuti emersi da visioni notturne, sì da palesare ogni spasmo della vena creativa.

Massimo Luccioli, Io sono qui, dal ciclo Geografie Immaginali, 2018, installation view BACC2022 – Biennale d’Arte Ceramica Contemporanea. Foto: Massimo Balducci

Sempre da un sapiente lavorio sulla fisicità della materia, che in questo caso viene mischiata a fanghi di vetro ed ossidi metallici, derivano le realizzazioni di Marta Palmieri (Ancona, 1973), che potrebbero essere comparate con il pensiero del già citato Loos, secondo cui «l’artista è capace di dare alla polvere la nobiltà dell’arte»[2]. In tale contesto pare che l’artista abbia ragionato sulla sperimentazione come un delicato ma fertile duplice atto, dal carattere sia mentale che manuale. Dal titolo dell’opera in rassegna traspare un carattere fantasioso e surreale, giacché, nelle sculture denominate Phi Phi, le forme si combinano secondo impossibili protuberanze. In questo modo sul piedistallo espositivo si alternano opere compatte e permeabili verso l’esterno, con una sequenza assai articolata di spazi e volumi che riescono ad esprimere anche il senso della voluttuosità della materia da cui emerge un incredibile fascino visivo e magnetico. In altri termini, la Palmieri dimostra una capacità unica nella gestione della materia, lavorata e piegata a diverse cotture nel forno a gas a 1000 gradi, sì da renderla sfogliata e consunta solo in alcune parti. Una implosione metafisica-magica quella dominata dall’artista, volta a rilanciare il suo rapporto con le reazioni fisiche dei materiali, facendo affiorare un linguaggio scultoreo e spesso contaminato che disegna fenomeni chimici eterogenei. Tale scelta potrebbe essere un tentativo volto a comprendere la natura del mondo, considerando proprio che le parole che hanno ispirato l’artista in fase creativa siano proprio intimità, viaggio e desiderio.

Marta Palmieri, Phi Phi, 2022, installation view, BACC2022 – Biennale d’Arte Ceramica Contemporanea. Foto: Massimo Balducci

Se con l’analisi dei primi due lavori sopra cennati la massa è protagonista per la forte espressività, l’installazione pittorica dell’artista Samantha Passaniti (Grosseto, 1981), appositamente ideata per la Biennale, intende essere una sussurrata analisi verso la materia. L’opera Land(e)scapes è figlia della Terra e della sua durata, proprio perché le materie prime utilizzate sono diverse tipologie di terre raccolte dall’artista nel corso del tempo in diversi luoghi geografici. Una scelta quest’ultima che ci ricorda come l’atto creativo non sia una evasione dal mondo, ma al contrario una indagine alla ricerca delle sostanze e dinamiche che lo muovono. La necessità di soddisfare l’esigenza di conoscenza conduce la Passaniti ad una riflessione dello spirito che precede sempre l’attimo nel quale il colore dà forma alle idee. Ed ecco che questo peculiare passaggio interiore viene fissato nelle sue opere, in cui le soffuse e ben calibrate tonalità cipriate trasudano un modello di armonia e bellezza materica. Eppure, se avvicinandosi alle tele si scorgono delle piccole intromissioni escrescenti, queste altro non sono che resti di terre che prendono parte a quegli impercettibili trapassi che accompagnano la veduta da una zona cromatica all’altra, tonalità tutte così libere da sembrare casuali invece fortemente controllate.

Samantha Passaniti, Land(e)scapes, 2022, installation view BACC2022 – Biennale d’Arte Ceramica Contemporanea. Foto: Massimo Balducci

In ultima analisi, volendo concludere l’ampio ed interessante percorso che qui si è cercato di esplicitare, è da notare che la ricchezza espositiva di tutte le forme danno forza vibrante ad una unica ed irripetibile visione di come la ceramica sia un felice dominio dell’artista sulla materia. Azione, quest’ultima che conduce tutti i creatori ad entrare in contatto con le polveri e la duttilità di una essenza concreta mai soggiogata al potere della libertà, dipendente, invece, dal dominio di chi l’ha lavorata, i quali si rivelano sempre capaci e volitivi a far vedere l’invisibile.

Paolo Canevari, Monumenti della memoria, Vasi, 2018, installation view, BACC2022 – Biennale d’Arte Ceramica Contemporanea. Foto: Massimo Balducci

BACC – Biennale d’Arte Ceramica Contemporanea  – V Edizione
Vedere l’invisibile “Incontri con esseri straordinari”
a cura di Lorenzo Fiorucci, con con la partecipazione curatoriale di Beatrice Conte e Francesca Pirozzi

Un evento di Associazione Contemporanea Arte e Cultura e IRVIT Istituto Regionale Ville Tuscolane

14 maggio – 10 luglio 2022

Museo Archeologico Tuscolano e Scuderie Aldobrandini
P.zza Guglielmo Marconi 6, Frascati (RM)

Artisti: Gian Luca Bianco, Nicola Boccini, Paolo Canevari, Bruno Ceccobelli, Mirco Denicolò, Silvia Fiorentino, Eduardo Herrera, Mutsuo Hirano, Thomas Lange, Massimo Luccioli, Mirna Manni, Rocco Natale, Marta Palmieri, Samantha Passaniti | con la partecipazione di Alberto Vieira e l’omaggio a Emanuele Astengo

Info: http://baccbiennale.com/vedizione
contemporanea.comunica@gmail.com

 

[1] Adolf Loos, Parole nel vuoto, Gli Adelphi, 2011, p. 73

[2] Ibidem, p. 75

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