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GAIOLE IN CHIANTI (SI) | Castello di Ama

Intervista a LORENZA SEBASTI e MARCO PALLANTI di Francesca Di Giorgio

Che sia per una visita con degustazione assaporando i vini firmati Castello di Ama all’enoteca di Villa Pianigiani, per una riscoperta dei sapori toscani con lo chef de Il Ristoro o per un soggiorno in una delle suites della settecentesca Villa Ricucci, ad Ama, un piccolo borgo tra le colline del Chianti Classico, a 25km da Siena, ogni esperienza è vissuta in un luogo preciso. Qui, sulle colline di Gaiole in Chianti, tra vigneti (80 ettari) e ulivi (40 ettari) e bosco, anche l’arte contemporanea ha trovato nuovi spazi per vivere “nel” e “per” il luogo in cui è stata pensata e creata. Dal 1999 Lorenza Sebasti e Marco Pallanti, proprietari dell’Azienda, nata nel 1972, hanno aperto le porte della loro tenuta ad alcuni dei più grandi artisti internazionali invitandoli ad ideare delle opere in relazione al territorio, costituendo così una collezione d’arte contemporanea conosciuta tanto quanto i vini prodotti: circa 300 mila bottiglie l’anno.

Castello di Ama, veduta aerea

Castello di Ama, veduta aerea

Quattordici le installazioni entrate ad oggi a far parte del progetto “Castello di Ama per l’Arte Contemporanea”. La prima, L’albero di Ama. Divisione e moltiplicazione dello specchio (2000), di Michelangelo Pistoletto proprio all’ingresso delle antiche cantine seguito, l’anno successivo, da Daniel Buren con Sulle vigne: punti di vista questa volta pensata per “incorniciare” la straordinaria natura degli spazi esterni.
Tanti i nomi e le opere a susseguirsi negli anni…

Lee Ufan, Topos (Exavated), 2016. Foto: Alessandro Moggi

Lee Ufan, Topos (Exavated), 2016. Foto: Alessandro Moggi

Topos (Excavated), dell’artista coreano Lee Ufan, è l’ultima installazione nata ad Ama e la prima realizzata sotto la curatela di Philip Larratt-Smith… Un “passaggio di testimone” dalla Galleria Continua di San Gimignano al curatore americano…
Il progetto “Castello di Ama per l’Arte Contemporanea” è nato nel 1999: dopo quindici anni, abbiamo deciso di ingaggiare un curatore. L’amicizia e la stima che ci legava già da tempo a Philip Larratt-Smith – curatore di importanti mostre internazionali che vanno da Louise Bourgeois ad Andy Warhol fino a Hiroshi Sugimoto – è così sfociata in una collaborazione che, per iniziare, ci ha portati nel 2016 alla scelta di Lee Ufan. Il rapporto con Galleria Continua non si è esaurito ovviamente, non è più la sola galleria di riferimento ma nulla vieta che si possa riproporre una collaborazione in futuro.

Kendell Geers, Revolution, 2003. Foto: Alessandro Moggi

Kendell Geers, Revolution, 2003. Foto: Alessandro Moggi

Le opere in permanenza al Castello di Ama vivono letteralmente “nel” e “per” lo spazio in cui sono nate. Un rapporto esclusivo con un luogo di vita e lavoro ma che si apre al pubblico…
L’esperienza artistica ha richiesto da parte nostra una maggiore disponibilità ad aprirsi ad un pubblico più vasto. Lo scorso anno abbiamo avuto quasi seimila visitatori e quest’anno per il momento siamo in crescita. La collezione, e quindi l’azienda nella sua interezza, sono visitabili ogni giorno dell’anno, previo appuntamento. Una volta prenotata la visita (per telefono, per e-mail oppure tramite il nostro sito), gli ospiti vengono accompagnati in piccoli gruppi di 6/8 persone da una guida che spiega il nostro lavoro e la filosofia che abbiamo nell’esprimere al massimo il territorio, mettendolo in relazione con la presenza delle diverse installazioni di arte contemporanea realizzate in situ dagli artisti. Il vino rimane sempre il centro dell’esperienza.
La vostra passione va oltre il semplice collezionismo: incarnate il ruolo un tempo riservato a committenti e mecenati…
Una delle funzioni essenziali della bellezza, già evidenziata da Platone, è quella di risvegliare gli animi e di aprire gli occhi di coloro che la osservano. Come ha detto Papa Benedetto XVI: la bellezza ha il compito di rimetterci in marcia.
Da agronomo (qui a parlare è Marco Pallanti, ndr), so bene che tutti i territori – per quanto belli e rigogliosi – se vengono sfruttati senza nessuna fertilizzazione, finiscono per sterilizzarsi. Il rischio che noi corriamo è proprio questo: viviamo in un luogo bellissimo ancora in grado di fornire grandi ispirazioni, ma come tutti i territori ha bisogno di nuovi apporti e, a mio avviso, l’Arte può rappresentare quel “fertilizzante” indispensabile e, allo stesso tempo, l’unica barriera alla stupidità imperante del nostro tempo.

Cosa pensate invece della “dimensione temporale”, componente essenziale per la produzione di vino così come per la nascita e la creazione di un’opera d’arte?
Credo che ci siano pochi lavori che abbiano il rispetto del tempo come possiamo avere noi che produciamo Vini da invecchiamento. Il tempo è il nostro grande giudice. Solo dopo un certo numero di anni si può dimostrare che quello è un Grande Vino. In questo siamo simili all’Arte perché pochi sono gli Artisti e le Opere che riescono a vincere la battaglia per l’eternità. Alla nascita di qualunque essere umano, così come di un vino o di un’Opera d’Arte, è impossibile riconoscere il Genio: è necessario che trascorrano alcuni anni per apprezzarne la differenza, tra gli uomini così come tra i vini o le Opere d’Arte.

Pensate alla vostra collezione come ad un corpus unitario? A distanza di tanti anni dalla prima installazione riconoscete un “carattere” che unisce le opere di artisti così diversi?
Gli artisti invitati ad Ama sono liberi di creare “in” e “per” questo luogo lasciandosi fecondare dal genius loci. Sono tutte installazioni che si integrano con il paesaggio stesso oppure con le architetture che le hanno generate. Senza dubbio l’Arte sta creando un corpus unico e l’insieme delle varie opere ha trasformato Castello di Ama in una grande installazione che comprende anche il vino, il borgo ed il paesaggio.

Daniel Buren, Sulle vigne:punti di vista, 2001

Daniel Buren, Sulle vigne: punti di vista, 2001

Quanto investite, non solo in termini economici, nel vostro progetto culturale? Come conciliate lavoro e “ricerca” nell’arte contemporanea? Attraverso quali canali seguite e poi scegliete gli artisti da supportare?
Per Lee Ufan, così come per gli artisti precedenti, abbiamo disposto la nostra consueta “fee” che è sempre stata uguale per tutte le installazioni realizzate finora a Castello di Ama. La “fee” totale stanziata è interamente a nostro carico, senza alcuna forma di sponsorizzazione o di finanziamento. Tutto deriva dal nostro lavoro di produttori di vino. Per quanto riguarda i canali di scelta, sono la partecipazione a fiere, esposizioni, incontri con gli artisti che possiamo realizzare da soli o grazie a Philip Larratt-Smith. Tutto ciò richiede tempo ma la grande passione riesce sempre a far conciliare tutto.

Pistoletto e Paolini unici italiani, ad oggi, all’interno di una collezione dal respiro decisamente internazionale (curatore compreso). È frutto di scelte precise?
Niente di premeditato, cerchiamo di avere un occhio per tutti gli artisti, sia italiani sia stranieri così come su artisti giovani oppure su quelli già affermati. Per esempio ultimamente siamo stati attratti dai lavori di Francesco Arena e di Giorgio Andreotta Calò. Non dobbiamo dimenticare che il nostro progetto richiede non solo di essere un bravo artista ma anche di avere la capacità di confrontarsi con il luogo e non tutti hanno questa abitudine lavorando spesso prevalentemente in studio.

Chi sarà il prossimo artista ad entrare al Castello?
In questo momento, insieme al nostro curatore Philip Larratt-Smith, stiamo lavorando ad un programma pluriennale. Abbiamo diversi nomi nel nostro “carnet dei desideri” e con alcuni abbiamo già preso contatti al fine di valutare le disponibilità reciproche: da Hans Op de Beeck a Jenny Holzer, da Marlene Dumas a Roni Horn e Anselm Kiefer.

[da Espoarte #96]

Opere in collezione:
2000 Michelangelo Pistoletto L’albero di Ama. Divisione e moltiplicazione dello specchio
2001 Daniel Buren Sulle vigne: punti di vista
2002 Giulio Paolini Paradigma
2003 Kendell Geers Revolution Love
2004 Anish Kapoor Aima
2005 Chen Zhen La lumière intérieur du corps humain
2006 Carlos Garaicoa Yo no quiero ver mas a mis vecinos
2007 Nedko Solakov Amadoodles
2008 Cristina Iglesias Towards the ground
2009 Louise Bourgeois Topiary
2010 Ilya & Emilia Kabakov The observer
2012 Pascale Marthine Tayou Le Chemin du bonheur
2014 Hiroshi Sugimoto Confession of Zero
2016 Lee Ufan Topos (Excavated)

Castello di Ama
Località Ama, Gaiole in Chianti (SI)
www.castellodiama.com

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