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MILANO | TRIENNALE MILANO | IL REPORT

di MARIKA MARCHESE

Nel contesto della crescente consapevolezza sulla necessità di unire le forze per affrontare le sfide sociali ed urbane, Associazione Arte Continua emerge come un faro nell’incanalare energie verso la rigenerazione urbana e la responsabilità sociale d’impresa.

Con una tavola rotonda di alto profilo creata insieme a Doppiozero, ha riunito il 18 gennaio negli spazi della Triennale di Milano, Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano; Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici e Direttore delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo; Michele Crisostomo, avvocato già Presidente Enel; Giovanna Forlanelli, Presidente della Fondazione Rovati; Francesca Lavazza, Board Member Lavazza Group e Presidente Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e Mario Cristiani, Presidente di Associazione Arte Continua. Moderati da Marco Belpoliti hanno discusso circa l’incontro su Responsabilità sociale e culturale d’impresa.

L’importanza della pratica attraverso la quale le aziende integrano considerazioni sociali, ambientali ed etiche nelle loro attività quotidiane e nei loro rapporti con tutte le parti interessate. In altre parole le imprese, che adottano la Responsabilità Sociale d’Impresa, cercano di bilanciare gli obiettivi finanziari con l’impatto sociale e ambientale delle loro operazioni.

L’arte contemporanea si fa collante e centro propulsore con il quale portare benessere alla comunità e coinvolgere gli stakeholder, ossia dipendenti, clienti, fornitori e tutte quelle comunità locali, importanti per le decisioni aziendali, come fanno emergere Giovanna Forlanelli e Francesca Lavazza, che portano al centro dei loro interventi, la forte interazione che esiste tra pubblico e privato che genera grandi potenzialità.

Fondazione Rovati, nasce nel 2014, qualche anno più tardi, nel 2016 acquista lo storico palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro che ne diventa sede. Viene intitolata a Luigi Rovati, medico, ricercatore e imprenditore farmaceutico che nel 1961 fonda a Monza, Rotta Research Laboratorium, una biotech anticipatrice, punto di eccellenza internazionale nella ricerca e nello sviluppo di nuovi farmaci e una tra le principali multinazionali farmaceutiche italiane.
La sensibilità per la storia e la ricerca sono stati motivo per la Fondazione per la creazione di un ponte tra arte e scienza. Produrre cultura per avere cura, produrre cura per avere cultura. Partendo dall’interesse per l’archeologia sino all’arte contemporanea, la Fondazione si è posta l’obiettivo di essere un nodo importante per il tessuto milanese, collocandosi nel cuore della città meneghina, in Corso Venezia 52.
Le parole chiave della Fondazione sono inclusione, conoscenza, relazione, utilità sociale ed estetica. Pensata come un progetto di ricerca, una Start Up culturale, cercando il cortocircuito tra archeologia e arte contemporanea, attraverso una piccola collezione di famiglia, la Fondazione, per volontà di Giovanna, si arricchisce della casa editrice Johan&Levi.

Francesca Lavazza racconta degli elementi utili per l’azienda per essere veramente sostenibili, a partire dalla comunicazione, utilizzando quegli strumenti che permettono una condivisione che va dall’interno verso l’esterno, per comprendere “cosa serve” veramente. Gli elementi della responsabilità sociale d’impresa importanti per Lavazza, sono il Bilancio di sostenibilità, il Codice Etico e il Codice di Condotta del Fornitori.
Il coffee belt, ossia la cintura dei territori abitati dalle famiglie da cui parte la coltivazione del caffè, è il luogo primo da cui parte questa narrazione e diventa volontà primaria dell’azienda, di portarle al centro.  Lo scopo, far conoscere le loro storie agli stakeholder, ma anche ai consumatori. Parte rilevante dei contributi sinora esposti, è che abbiamo bisogno di storie, di portatori di storie. L’arte coadiuva questo percorso di storytelling, anche attraverso la realizzazione del famoso calendario Lavazza, che vede l’alternarsi dei grandi maestri della fotografia contemporanea e  internazionale.

Stefano Boeri fa emergere il tema cruciale degli investimenti e delle garanzie che il settore privato apporta al settore pubblico, una partnership che attraverso la reciprocità delle risorse è in grado di dare benefici. Una regia pubblica che coinvolge i soggetti privati in una strategia, è in grado di dare ampie garanzie sul terzo settore.

L’obiettivo della responsabilità sociale d’impresa (CSR, acronimo di Corporate Social Responsibility) è quello di contribuire al benessere generale, oltre al semplice profitto finanziario. Le aziende che integrano la responsabilità sociale nei loro modelli di business spesso beneficiano di una migliore reputazione, di relazioni più solide con i clienti e di una maggiore sostenibilità a lungo termine, come sostiene Michele Coppola.
Il modo migliore per affrontare il rapporto tra un’impresa e la responsabilità sociale che si avverte, in particolare oggi, in riferimento all’impresa privata è la storia di Intesa San Paolo a Milano. Partendo dal Progetto  Cultura programma pluriennale, Intesa Sanpaolo esprime il proprio impegno per la promozione di arte e cultura attraverso un polo museale e culturale articolato in quattro sedi espositive a Milano, Napoli, Torino e Vicenza, ideato per valorizzare e condividere con il pubblico il suo ingente patrimonio artistico.
Abbiamo bisogno di coraggio, per trasformare, per crescere, non per vendere. Così racconta Michele Coppola il progetto culturale delle Gallerie D’Italia, una sede centrale, quella di Piazza della Scala, di grande valore a beneficio della comunità, mostrando che non c’è distanza tra pubblico e privato, ma solo la volontà di una responsabilità condivisa.

L’ascolto delle esigenze e delle preoccupazioni degli stakeholder è essenziale per un’efficace gestione della CSR,  appare chiaro dunque, che “l’impresa deve avere una sua cultura per investire in cultura”.

Michele Crisostomo conclude l’incontro parlando di un passaggio fondamentale introdotto nella Costituzione circa la Sostenibilità, come disciplina delle imprese, sia per la tutela del paesaggio, sia nell’interesse delle future generazioni.
La Carta Costituzionale consacra e impone di prestare attenzione a quelle che sono le responsabilità sociali delle imprese come afferma Crisostomo, che introduce al concetto di disclosure non finanziaria, facendo notare  come un’impresa possa essere sostenibile, virtuosa, per le comunità.
Recepita in Italia con il Dlgs 254/16 che ha introdotto l’obbligo di una informativa non finanziaria (DNF) di carattere ambientale, sociale (relazioni con i consumatori e con la collettività di riferimento), di gestione del personale, di tutela dei diritti umani e di lotta alla corruzione per un target di grandi imprese quotate e banche ed assicurazioni quotate e non quotate.

Sono stati allineati quei temi ambientali ai principi di Corporate Social Responsability, ossia le linee guida dell’OCSE sulle imprese e i diritti umani, con l’intento di rendere consapevoli i soggetti economici sui rischi potenziali e di prevenirne gli impatti rilevanti sulla gestione economica operativa.

Mario Cristiani con Associazione Arte Continua e Galleria Continua con gli altri soci galleristi, Maurizio Rigillo e Lorenzo Fiaschi, fa emergere il grande lavoro realizzato in 34 anni di attività, sia per il territorio italiano con le opere installate inizialmente a Poggibonsi, nei pressi della sede principale di Galleria Continua e in altre città del mondo, per portare l’arte nelle piazze, per permettere a tutta la cittadinanza di goderne e interagire. Operazioni che hanno realizzato e reiterato anche nei territori delle altre sedi. La voglia, sostiene Cristiani, è di ricalcare quanto fatto da Adriano Olivetti.

In un’ottica di lungo periodo, sarebbe auspicabile che sempre più aziende, minori o maggiori, sostengano uno sviluppo sostenibile e investano in cultura per esaltare e far crescere le potenzialità del territorio italiano, per il benessere di tutti.

Associazione Arte Continua
www.artecontinua.org/triennale-milano-talk

Triennale | Milano
https://triennale.org/eventi/responsabilita-sociale-culturale-impresa 

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