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MILANO | Fondazione Marconi | 18 ottobre – 21 dicembre 2019

di MATTEO GALBIATI

Dopo la mostra, che ha chiuso la precedente stagione espositiva, dedicata a Emilio Tadini (1927-2002), la Fondazione Marconi di Milano propone un nuovo grande progetto dedicato ad un maestro del Novecento: Giuseppe Uncini (1929-2008).
Anche in questo caso si tratta di un ritorno che, dopo l’ampia esposizione del 2015, allora interamente dedicata all’opera grafica e al disegno del maestro umbro, ora riporta all’attenzione del pubblico la peculiare interpretazione agita e mossa da Uncini attorno alle forme e ai volumi della sua scultura che tende sempre ad uno stretto rapporto con l’entità delle ombre.

Giuseppe Uncini. La conquista dell’ombra, veduta della mostra, Fondazione Marconi, Milano 2019 Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano fotografia di Fabio Mantegna, Milano

La solidità della sua scultura, fatta di forme pure, geometriche e concrete, in cemento, talvolta in mattoni, dove il metallo spesso si estende come naturale prolungamento di quanto si cela al suo interno, focalizza l’essenza dell’interpretazione estetica di materiali che, derivati da una dimensione antropica del vivere, si proiettano nel mondo dell’arte a rivendicare nuove significazioni e che, in un momento di forte sperimentazione, con l’ombra ancora cercano di definire il valore ambientale tra concretezza e progettualità, tra idea ed esito finale.

Giuseppe Uncini. La conquista dell’ombra, veduta della mostra, Fondazione Marconi, Milano 2019 Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano fotografia di Fabio Mantegna, Milano

Gli spazi milanesi della Fondazione, grazie anche alla collaborazione con l’Archivio Opera Giuseppe Uncini, si arricchiscono di un complesso dialogo tra lavori che, scelti con cura e allestiti con la giusta misura, rendono la mostra La conquista dell’ombra un efficace momento di riflessione sulla produzione dell’artista che, tra il 1968 e il 1977, proprio con l’ombra cerca il puntale contrappunto dell’opera scultorea. L’ombra per Uncini si propone, quindi, come mezzo necessario e fondante per i suoi lavori; non è mai un elemento immateriale e fuggevole, inoltre, grazie alla sua straordinaria duttilità determinata dalle condizioni ambientali, agisce come tramite e naturale estensione-emanazione delle sculture stesse.

Giuseppe Uncini. La conquista dell’ombra, veduta della mostra, Fondazione Marconi, Milano 2019 Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano fotografia di Fabio Mantegna, Milano

Il predicato mutevole dell’ombra rinnova, allora, la ri-determinazione del volume concreto e definito dello statuto “monumentale” dei suoi lavori tridimensionali, rendendo plastica la dialettica tra la scultura e la pittura e rivoluzionando l’estensione significante delle loro immagini. Luce e ombra, pieno e vuoto, presenza e assenza sono quegli elementi che fanno da referenti all’intenzione espressiva dell’artista di agire e operare suoi volumi delle forme e di riflettere sulla loro virtuale proiezione “disegnata”, agita questa proprio dalle loro ombre. La loro entità e la loro funzionalità sono, pertanto, la chiave di accesso per Uncini ad una migliore e dettagliata comprensione della sua azione che, in questi anni cruciali, trova e sperimenta la validità dei propri principi che avrà come esito l’affermazione coerente e poetica degli anni successivi.

Giuseppe Uncini. La conquista dell’ombra
in collaborazione con Archivio Opera Giuseppe Uncini

18 ottobre – 21 dicembre 2019

Fondazione Marconi
Via Tadino 15, Milano

Orari: da martedì a sabato 11.00-19.00
Ingresso libero

Info: +39 02 29419232
info@fondazionemarconi.org
www.fondazionemarconi.org

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