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LUGANO (SVIZZERA) | MASI Lugano | Fino al 22 gennaio 2017

di MATTEO GALBIATI

Sembrano esserci logica conseguenza, quasi uno spontaneo passaggio di consegne o una naturale evoluzione, a saldare e legare, in uno stretto rapporto di rimandi, affinità e corrispondenze, le due mostre con cui il Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano (Svizzera) ha scelto di chiudere l’anno in corso e di aprire il nuovo.

Antonio Calderara. Una luce senza ombre, veduta dell'allestimento, LAC Lugano Arte e Cultura, MASI Lugano, Lugano (Svizzera) © LAC Foto Studio Pagi

Antonio Calderara. Una luce senza ombre, veduta dell’allestimento, LAC Lugano Arte e Cultura, MASI Lugano, Lugano (Svizzera) © LAC Foto Studio Pagi

Tra la mostra dedicata a Paul Signac (1863-1935), al primo piano, e quella di Antonio Calderara (1903-1978), al secondo, non si rivela solo il tema di una pittura come linguaggio in sé a connotarne l’esperienza, ma anche l’uso fondante del colore, vera anima ed essenza del loro dipingere, che si pone come atto di esclusiva lettura intellettuale del mondo, da una parte con una razionalizzazione del visibile, dall’altra con una progressiva semplificazione e materializzazione astratta.
Le due esposizioni, poi, rimettono al centro dell’attenzione la fondamentale esperienza di due indiscussi maestri la cui riflessione e il cui lavoro, forse per la prossimità con altri artisti coevi che hanno “giganteggiato” in maniera incombente, non sempre sono stati oggetto di quella lettura che avrebbe meritato approfondimenti maggiori regalandone pari fama e considerazione.

Antonio Calderara, Milano. Il Naviglio, 1928, olio su tavola, 35x50 cm, Fondazione Calderara, Vacciago di Ameno © Fondazione Calderara, Vacciago di Ameno

Antonio Calderara, Milano. Il Naviglio, 1928, olio su tavola, 35×50 cm, Fondazione Calderara, Vacciago di Ameno © Fondazione Calderara, Vacciago di Ameno

Questa grande retrospettiva dedicata all’opera di Antonio Calderara, proposta dal museo ticinese in stretta collaborazione con la Fondazione Antonio e Carmela Calderara (per chi apprezza il suo lavoro ricordiamo di far visita alla stupenda casa-museo di Vacciago d’Ameno in provincia di Novara dove, oltre alle opere del maestro, si possono ammirare 271 opere di 133 artisti diversi) accoglie lo spettatore mettendolo a contatto con tutto l’itinerario artistico da lui compiuto nel corso della sua ricerca artistica, partendo dalle prime ricerche figurative legate al clima di “ritorno all’ordine” tipiche degli anni Venti e Trenta italiani, fino alla più radicale conquista di quell’aniconicità cromatica che ne ha illuminato il percorso, rendendolo uno degli artisti la cui testimonianza resta tra le maggiori eredità della pittura del secolo scorso.
Calderara inizia la sua poesia pittorica interpretando una “accademica” riflessione sui costituenti dell’immagine pittorica e si sposta poi progressivamente verso la radicalità di un’espressione che, pur connessa alle coeve esperienze europee ed internazionali, ci consegna lo spirito di un’originale e autonoma consapevolezza estetica. Artista autodidatta, nella progressiva riduzione intimista del binomio luce-colore conquista quella sua personale e caratteristica semplificazione che concede, con un pronunciato grafismo geometrizzante, la piena maturità espressiva della sua opera.

Antonio Calderara. Una luce senza ombre, veduta dell'allestimento, LAC Lugano Arte e Cultura, MASI Lugano, Lugano (Svizzera) © LAC Foto Studio Pagi

Antonio Calderara. Una luce senza ombre, veduta dell’allestimento, LAC Lugano Arte e Cultura, MASI Lugano, Lugano (Svizzera) © LAC Foto Studio Pagi

Nelle scelte espositive – ricche di quasi 200 opere – riviviamo tutta la forza della bellezza che unisce luce e colore alla forma sintetica delle immagini impresse nelle sue tele (ma che ritroviamo anche nelle sue carte), il cui progressivo radicalismo denuncia proprio il senso del valore della sua riflessione sulla non oggettività rappresentativa delle delicate velature di colore con cui costruisce lo spazio assoluto dell’opera.
Questa pittura, intellettuale e meditativa, coglie e sorprende lo sguardo per la generosa armonia dell’insieme che lascia presto superare l’esigenza di sedimentate ricorrenze della descrizione del visibile, per rimettere al centro il desideroso anelito del pensiero, quell’acuta esigenza di intima meditazione introspettiva che, spiazzando con un’apparente logica formale, esaudisce e scandisce la libertà insita nel ritmo e nell’animo delle stesure pittoriche di Calderara, espresse dalla forma, intagliate nel colore e tornite dalla luce.
Seguendo uno sviluppo cronologico lungo tre sezioni principali in cui si raccolgono due decenni per volta (dagli anni Venti e Trenta si passa ai Quaranta e Cinquanta per finire ai Sessanta e Settanta), questa mostra non attesta solo un significativo momento di scientifico studio e revisione critica, la cui qualità è inscritta nel percorso espositivo, ma offre al pubblico anche i termini di una poetica artistica che, connessa al panorama internazionale di allora, restituisce a Calderara il proprio ruolo fondante avuto nella sua epoca; la sua testimonianza non smette di conservare una forza connotante che rende ancora attualissime le stupefacenti poesie cromatiche scritte sulla superficie dei suoi dipinti.

Antonio Calderara, Spazio Luce, 1960-61, olio su tavola, 60x73 cm, Galerie Rupert Walser, München Foto Rupert Walser

Antonio Calderara, Spazio Luce, 1960-61, olio su tavola, 60×73 cm, Galerie Rupert Walser, München Foto Rupert Walser

Dal maestro, esaudendone con capolavori di notevole importanza e bellezza, si evince in modo diretto la sincera voglia d’infinito, il suo desiderio era di “dipingere il nulla, il vuoto, che è il tutto, il silenzio, la luce, l’ordine, l’armonia. L’infinito”. Questa predisposizione ha stimolato quelle ideali condizioni che, arricchite e nutrite la mente e l’anima, spingono ancora la nostra ammirazione a quel grado zero della pittura con cui si accede ai confini di una tensione spirituale che aspira alla trascendenza.

Antonio Calderara. Una luce senza ombre
a cura di Elio Schenini
LAC Lugano Arte e Cultura in collaborazione con la Fondazione Antonio e Carmela Calderara
catalogo Skira con testi critici di Elio Schenini, Hans Rudolf Reust, Paola Bacuzzi, Eraldo Misserini e prefazione di Marco Franciolli 

2 ottobre 2016 – 22 gennaio 2017

LAC Lugano Arte e Cultura
MASI Lugano
Piazza Bernardino Luini 6, Lugano (Svizzera) 

Orari: da martedì a domenica 10.00-18.00; giovedì 10.00-20.00; chiuso il lunedì
Ingresso intero CHFr15.00; ridotto AVS/AI, over 65 anni, gruppi, studenti 17-25 anni CHFr.10.00; ingresso gratuito under 16 anni, la prima domenica del mese; biglietto combinato con Palazzo Reali intero CHFr18.00; ridotto AVS/AI, over 65 anni, gruppi, studenti 17-25 anni CHFr12.00 

Info: +41 (0)58 866 4230
info@masilugano.ch
www.masilugano.ch

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