GENOVA | Spazio46 | Fino al 6 marzo 2020
Intervista ad ANNALISA PISONI CIMELLI di Francesca Di Giorgio
Una mostra dal “taglio pulito, semplice e lineare” che sottolinea le diverse sfumature del percorso dell’artista genovese Annalisa Pisoni Cimelli (1981). Textura, a cura di Virginia Monteverde, da Spazio46 di Palazzo Ducale a Genova, si può considerare come una cronostoria, un racconto che dà una visione completa sull’approccio multi sfaccettato del lavoro dell’artista che attraversa media differenti: fotografia, video, pittura…
Il corpo, la pelle, da sempre al centro della sua ricerca, non sono né punto di partenza né di arrivo sono il “primo campo” della nostra visione che per natura si estende e non basta a se stessa…
Proviamo ad entrare nel processo che ti porta a realizzare i tuoi lavori.
Prima di tutto ho bisogno di silenzio e di solitudine e di quella concentrazione un po’ nervosa da cui dopo un po’ di tempo nasce un’idea. Anche se il mio lavoro sembra nascere da un approccio molto fisico in realtà è frutto di astrazione. Chiudo gli occhi e penso a ciò che mi ferisce, mi indispone, mi infastidisce, mi ossessiona… È come pensare a qualcosa di non hai parole. Dal pensiero consolidato passo all’azione, senza troppi tentativi intermedi. Per esempio quando uso la fotografia scatto moltissimo e conservo tutto il materiale…
Nelle tue più recenti occasioni espositive l’attenzione sembra molto concentrata sulla superficie. Che rapporto intrattieni con la dimensione interna e superficiale?
La superficie mi attrae ma in qualche modo viene abbattuta. I titoli delle mie ultime due mostre personali, Skin Maps e Textura, raccontano la storia di un lavoro che è un trama che va diramandosi e disegnandosi sul corpo che è una superficie disegnata (anche da se stessa, naturalmente) e raccontata o ulteriormente accentuata dalla mia visione. La stessa superficie oltre che ad essere separazione ed involucro che ti protegge è un percorso che, come mappa, rimanda ad altro, ad altre suggestioni o almeno spero che ciò accada. Un racconto con corpo e pelle ma non per il corpo fine a se stesso.
Da quanto tempo porti avanti questa indagine sul corpo in senso lato?
Da molti molti anni, dai tempi dell’Accademia… È una ricerca lontana. In un’epoca come questa, piena di immagini di corpi, di “standard”, è importante riportare l’attenzione su un tema così abusato…
Quale pensi sia il centro reale del tuo lavoro?
Forse il mio io, sia nell’esecuzione sia, poi, nel risultato. Banalmente i miei tormenti, ciò che mi è mancato e ancora mi manca. L’irrisolto, che forse vuole rimanere tale. Nel mio lavoro ci sono le mie incertezze, le mie domande, i miei pensieri al confine… I miei ricordi.
Il mio lavoro è fondato sulla forza delle sensazioni e dei sentimenti. Il mio esserne fortemente esposta, aperta, “ferita” – è un manifesto celato della mia fragilità. E come se dicessi: “Hey sono così fate attenzione!”, una ricerca verso una protezione, una tutela.
Dove ti sta portando la tua ricerca? A cosa ti piacerebbe lavorare?
Sicuramente mi piacerebbe esplorare altri corpi, altre texture. Poi continuare il mio viaggio esplorativo in profondità verso i corpi che conosco, ritornando anche al mio… Messo in relazione con il mio passato e con il mio inconscio.
Annalisa Pisoni Cimelli – Textura
a cura di Virginia Monteverde
allestimento e organizzazione Art Commission
22 febbraio – 6 marzo 2020
SPAZIO46
Piazza Giacomo Matteotti 9, Genova
Orari: da martedì a domenica ore 16.00 -19.00