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ROMA | Museo Hendrik Christian Andersen | 20 febbraio – 17 maggio 2015

Prende spunto dall’epitaffio della tomba di famiglia degli Andersen la mostra che l’artista Andrea Mastrovito (1978) presenta a Roma nelle sale del primo piano del Museo Hendrik Christian Andersen: con Here the dreamers sleep l’artista bergamasco si ispira proprio alla storia di questa famiglia per arriva a toccare poi grandi temi utopici, universali e di attualità.

Andrea Mastrovito, Here the dreamers sleep, 2015, matita su sculture in cemento, dimensioni ambientali (dettaglio) Foto Maria Zanchi Courtesy Boxart, Verona

Distribuite nelle cinque stanze della casa-museo romana, le opere di Mastrovito ripercorrono le vicende dello scultore Hendrik, del fratello pittore Andreas, della moglie e mecenate Olivia Cushing, della madre Helene, vicissitudini che le sue visioni riportano attraverso evocazioni desunte dalle presenze scultoree che accompagnano allegoricamente il percorso espositivo.
Ogni stanza presenta un gruppo di quattro statue che si fa superficie per ricavare l’immagine a matita del disegno di Mastrovito, la quale, oltre ai fatti di storie private, riporta anche le grandi tematiche collettive quali, ad esempio, il riscatto femminile, l’omosessualità, …
Sull’uso peculiare del disegno annota nel testo critico Eugenio Viola:

“Il disegno, per sua natura bidimensionale, assume [qui], come spesso nel lavoro di Mastrovito, una dimensione installativa e un’ambizione ambientale.”

Andrea Mastrovito, Dreamer, 2014, acrilico e collage su tela foderata con carta, 30x40 cm Foto Maria Zanchi Courtesy Boxart, Verona

Citando l’epitaffio che sottolinea come gli Andersen furono dei grandi sognatori, Mastrovito cerca uno slittamento di esperienze che, dal contesto circoscritto di una famiglia, vuole toccare spunti per parlare di questioni di interesse generale dove il tempo segna la storia dell’umanità. L’artista propone una ciclicità che, dalle opere, porta ad un flusso ininterrotto e perdurante di “creazione-distruzione-creazione”: qui statue e collage dialogano citando le utopie de-cadute del nostro tempo.
Attraversando il percorso espositivo osserviamo la lenta caduta delle statue – seguendo la cronologia delle morti di Andreas, Olivia, Melene e, infine, dello stesso Hendrik – e giungiamo, poi, nel salone centrale dove vediamo solo macerie. Su questi residui il disegno di Mastrovito riprende la pianta dell’immaginario World Centre of Communication di Hendrik Christian Andersen, che avrebbe ospitato alcuni dei suoi grandi gruppi scultorei, presenti al piano inferiore del museo romano.

Andrea Mastrovito, La linea analitica dell'età moderna, 2014, acrilico e collage su tavola, 31x41 cm Foto Maria Zanchi Courtesy Boxart, Verona

Sul contenuto di queste riflessioni commenta Marco Bazzini:

“L’abbattimento delle statue o la loro distruzione è sempre stato l’atto d’inizio di una rivoluzione, di ideali utopici che poi a loro volta si sono sgretolati.”

Andrea Mastrovito ci consegna un’interpretazione del ruolo della scultura e del suo valore rappresentativo, agendo sui soggetti da lui individuati e lo slancio forte della loro retorica.

Andrea Mastrovito. Here the dreamers sleep
testi critici di Marco Bazzini ed Eugenio Viola
con il supporto di Boxart, Verona 

20 febbraio – 17 maggio 2015
Inaugurazione giovedì 19 febbraio ore 18.00 

Museo Hendrik Christian Andersen
Via Pasquale Stanislao Mancini 20, Roma 

Orari: da martedì a domenica 9.30-19.30 (ultimo ingresso ore 19.00); chiuso il lunedì
Ingresso libero 

Info: +39 06 3219089
gnam.museoandersen@beniculturali.it
www.museoandersen.beniculturali.it
www.gnam.beniculturali.it

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