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VERONA | La Giarina Arte Contemporanea | 11 maggio – 20 luglio 2013

Intervista ad ANDREA BIANCONI di Alice Zannoni

Cogliamo l’opportunità di incontrare Andrea Bianconi (1974, vive e lavora tra Vicenza e New York) in occasione del suo ritorno in Italia per la mostra Love Me Tender, fino al 20 luglio, alla galleria La Giarina di Verona.
L’appuntamento è nel suo studio dove nell’incanto (mio) inizia la chiacchierata poliedrica e ipertestuale come lo spazio che ci accoglie e come l’artista.
La mostra è una sorta di retrospettiva che presenta i lavori degli ultimi quattro anni: dalle “cascate di oggetti” (2009), alle “gabbie” (2011) fino alla produzione recente del ciclo Love story.

Ci racconti la scelta e il percorso?
Con questa mostra ho voluto ripercorrere alcune fasi, tracciando una linea che unisce, fonde, separa ed evidenzia i lavori di alcuni anni. Sempre presente l’idea di imprigionarmi e di cercare una via di fuga, di intrappolarmi e cercare la via d’uscita, di costruirmi e di decostruirmi per cercare una nuova costruzione, di trovare un’apertura e, allo stesso tempo, la sua chiusura per una nuova apertura… è un processo senza sosta che vive d’ossessione.
I fiori di Love Story, le gabbie di Traps for Clouds, le cascate di oggetti di A Charmed Life e i disegni di Romance sintetizzano, e allo stesso tempo sviluppano, questa linea che considero un flusso di coscienza o “catena parentale”.

Non hai un mezzo specifico per “fare arte”: disegni, fai performance, lavori con il video, passi alle sculture e alle installazioni eppure in ognuno di essi si riconosce un filo poetico comune che traccia e identifica il tuo percorso. Quale sono le parole chiave del tuo processo creativo?
Cerco sempre di utilizzare dei mezzi che mi consentono di sviluppare in più modi possibili un’idea, i diversi mezzi mi permettono di affrontare e vivere l’inaspettato, ciò che mi rende felice. Non so se “l’inaspettato” sia la parola chiave, ma penso sia il motore del mio processo. Cerco di viverlo e di coltivarlo il più possibile durante la vita di ogni giorno.

Luigi Meneghelli, che ha curato la mostra, ha colto perfettamente il concetto di “azione-reazione” del tuo pensiero, ovvero la concatenazione concettuale che per addizione, sottrazione o similitudine ti porta a fare dell’analogia lo strumento del tuo sentire. Presenti, infatti, quattro video indipendenti e allo stesso tempo legati tra loro e tra i cicli di lavori in esposizione. Ci racconti i passaggi e le omologie?
Sì, Luigi Meneghelli parla di “demone dell’analogia”. La concatenazione, secondo me è molto evidente nei quattro video, nel primo, Sound of a Charmed Life, suono come un’arpa una cascata di tantissimi oggetti, legati a corde annodate, quasi se volessi cercare un legame tra tutti gli oggetti; nel secondo, The Chinese Umbrella Hat Project, la public performance fatta a Shanghai con 88 cinesi vestiti con sete e cappelli ad ombrello, ho cercato il legame tra i giovani cinesi e l’imponenza della cultura e tradizione cinese; nel terzo, Trap for the Minds in cui indosso di fronte ad uno specchio una ventina di maschere sovrapponendole, cerco il legame tra io e me stesso, tra come mi vedo e come mi vedono gli altri; infine nel quarto, Romance, proietto sulla maschera della mia faccia il libro Romance, composto da 5000 disegni e parole che ho realizzato nell’arco di 6 mesi, come un segmento del mio flusso di coscienza in cui vi è una continua relazione tra ogni parola, così come ogni immagine è collegata alla successiva. Parlando di questa performance c’è una frase di Italo Calvino in Lezioni Americane che mi piace moltissimo: «Il cinema mentale è sempre al lavoro in ognuno di noi e lo è sempre stato, anche prima dell’invenzione del cinema. Non smette mai di proiettare immagini davanti agli occhi della mente».

La nostra conversazione è iniziata parlando con entusiasmo dei progetti futuri, vogliamo raccontarli ai lettori di Espoarte?
Un nuovo libro che è la sintesi e sviluppo di Romance, poi un film che ho iniziato a girare in Patagonia poche settimane fa; una nuova performance che farò a settembre a Mosca e una wall installation molto grande sempre a Mosca, poi sempre a settembre una performance a New York con l’Istituto Italiano di Cultura.
Il 6 giugno e il 28 luglio farò la performance Postcard People all’HVCCA Hudson Valley Center For Contemporary Art a Peekskill, NY, e il 3 giugno farò la performance Romance con un video screening a Roma da Furini Arte Contemporanea.

Andrea Bianconi. Love Me Tender
a cura di Luigi Meneghelli

11 maggio – 20 luglio 2013

La Giarina Arte Contemporanea
via interrato acqua morta 82, Verona

Orari: dal martedì al sabato 15.30 – 19.30 e su appuntamento

Info: +39 045 8032316
info@lagiarina.it
www.lagiarina.it

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