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ROMA | MUSEO BARRACCO | Fino al 3 OTTOBRE 2021

di FRANCESCO PAOLO DEL RE

Non solo Commedia. Sono le donne a prendere la parola su Dante e sulla sua Vita Nuova nel settimo centenario della morte del poeta, attraverso una mostra ideata e curata da Alessandra Mammì a Roma, all’interno delle sale del Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco. Una mirabile ed eclettica collezione, che spazia dagli egizi al medioevo passando per l’arte classica ed è stata donata alla città nel 1902, offre originali spunti di dialogo con gli interventi site-specific di Micol Assaël, Letizia Battaglia, Elisabetta Benassi, Marta dell’Angelo, Rä di Martino, Giosetta Fioroni, Marzia Migliora, Sabina Mirri, Elisa Montessori e Patrizia Cavalli, personalità diverse per generazioni, linguaggi e sguardi, raccolti in mostra con il titolo La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste. Un dialogo intenso e a tratti sorprendente viene intrattenuto tra i reperti antichi e le opere contemporanee, in una fitta trama di somiglianze, rimandi ed echi che sono propri dello spirito del museo, ospitato in un palazzo progettato da Antonio da Sangallo a due passi da piazza Navona.

Letizia Battaglia, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d'Exéa

Letizia Battaglia, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d’Exéa

La collezione di antichità di Giovanni Barracco, nella molteplicità di frammenti, spunti e suggestioni che raccoglie, è lo scenario perfetto per congegnare il meccanismo non di una mostra collettiva, ma di una costellazione poetica di personali, di lavori individuali attentamente calibrati che derivano dal rapporto intrattenuto dalle artiste con le pagine della Vita Nuova e nascono dentro “l’emozione e la sorpresa che scorre tra le righe e le rime di quel piccolo volume in continua oscillazione fra scansione narrativa e musicalità dei versi”, come scrive Alessandra Mammì nel suo testo nel catalogo che documenta il progetto espositivo. Nell’ipotesi curatoriale, lo scritto dantesco dedicato all’amata Beatrice non viene proposto come un tema ma si offre proprio come un testo vivo, parlante e da interrogare, la cui rilettura contemporanea produce una reazione peculiare, imprevedibile, a volte depistante o lontanissimo rispetto al discorso da cui si origina, a seconda della storia, delle pratiche e del carattere di ciascuna artista che la Mammì ha invitato.

Marzia Migliora, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d'Exéa

Marzia Migliora, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d’Exéa

Parole, immagini, corpi, desideri, citazioni, visioni, dispositivi comunicanti, tradimenti, riappropriazioni, epifanie, transiti: le artiste attraversano Dante per cercare Beatrice e in lei specchiarsi o seminare altre storie, memorie personali o collettive, tracce poetiche, discorsi politici e sociali, mettendo in comunicazione la letteratura e la vita, il passato e il presente attraverso le vie molteplici dell’arte. E così il visitatore non si trova di fronte a una qualche forma di illustrazione del libro medievale, ma a una molteplicità di modi possibili, divergenti, illuminanti di leggere la Vita Nuova, che mostrano appieno e in forme inedite la vitalità del testo giovanile di Alighieri, per mezzo delle appropriazioni e metabolizzazioni operate da donne consapevoli che mettono in discussione una visione dell’amore per ipotizzarne altre cento. Le loro sono letture oblique, filtrate dalla sensibilità contemporanea, e senza timore di anacronismi e senza tradire filologie fanno del testo un punto di partenza per andare altrove, con sguardi sempre accesi, e approdare a esiti diversissimi, che il pubblico scopre con stupore muovendosi tra le sculture antiche. La parola di Dante viene sminuzzata e amalgamata e sembra sparire dove i linguaggi del contemporaneo hanno cadenze proprie, eppure l’amante e l’amata e lo spazio del loro desiderio che è letterario, immaginifico ma anche carnale, sono qui, vivi e presenti oltre i secoli.

Micol Assaël, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d'Exéa

Micol Assaël, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d’Exéa

Per rispondere alle domande che la mostra pone sul ruolo e sull’attualità della musa, sulle trappole della cultura maschile e su come la sensibilità creativa delle donne di oggi si pone di fronte a un amore totalizzante che per Dante diventa luogo del pensiero e della teoria, il percorso espositivo parte da opere più legate alla dimensione testuale e poi trova nell’andamento ascensionale che conduce al piano superiore del museo una progressiva immersione nelle forse diverse della ricerca contemporanea.

Elisa Montessori, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d'Exéa

Elisa Montessori, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d’Exéa

Accoglie i visitatori la poesia visiva di Patrizia Cavalli, che spettina ed espande i suoi versi disseminandoli su cartigli che fanno vibrare parole e colore con grande libertà. Sabrina Mirri ingloba la musa in Dante, fino a produrre una figura ermafrodita che sta al centro di una scena simbolica dipinta, tra segno medievale e leggerezza di veline sovrapposte.

Patrizia Cavalli e Sabina Mirri, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d'Exéa

Patrizia Cavalli e Sabina Mirri, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d’Exéa

Di fronte all’assenza della voce di Beatrice negli scritti del Sommo Poeta, Elisa Montessori la insegue fino al Paradiso, lì dove Alighieri le dà una voce depistante, con cui lei lo invita a rivolgere il suo sguardo alla natura: Montessori trova quindi la sua voce di Beatrice nelle rose e nei gigli che come in un giardino fa fiorire nei suoi quaderni. È dedicato invece all’ossessione amorosa il lavoro di Giosetta Fioroni, uno stencil che si ripete mostrando Dante che non abbraccia la sua amata ma cerca di penetrarle la mente e rubarle i pensieri, mentre Marta Dell’Angelo incentra la sua pittura sul corpo e sulla sua fenomenologia.

Giosetta Fioroni, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d'Exéa

Giosetta Fioroni, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d’Exéa

Gioca intorno al numero nove, così caro al poeta, il trittico di Marzia Migliora che, traslando la numerologia dantesca alla conta dei semi fondamentali per la specie umana, tocca un punto cardinale della sua ricerca, ovvero l’ecologia, il rapporto con la terra, le dinamiche di produzione, il lavoro e lo sfruttamento delle risorse naturali. La sua donna non è angelicata, ma operosa, nutriens, protagonista di un destino di parità e rispetto. Tra passato e presente, Letizia Battaglia dispone figure di un teatro di evocazioni, facendo impersonare la scena dell’incontro tra Dante e Beatrice a personaggi disparati catturati dal suo obiettivo fotografico nel corso degli anni: la vedova di uno degli agenti della scorta di Giovanni Falcone vittima dell’attentato mafioso contro il magistrato, una bambina di Palermo, la scultura di Laurana che ritrae Eleonora d’Aragona. Il tempo scandito nel racconto dantesco si rispecchia e si scompagina nella cronologia imperfetta misurata da Micol Assaël in un diario di scontrini e biglietti raccolti con minuziosa ossessione quotidiana che ritrova nella forma testuale la possibilità di un’autobiografia per accumulazione.

Rä di Martino, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d'Exéa

Rä di Martino, La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, Roma, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, installation view, ph. Simon d’Exéa

In un allestimento di forte impatto emotivo, Rä di Martino ritaglia due profili da un film di Bertolucci, sagome in foglia d’oro stagliate su paesaggi lunari, mescolando un racconto di formazione contemporaneo con un’allegoria d’amore universale. “Se ti chiami Beatrice questo libro è tuo” scrive infine Elisabetta Benassi con un pennarello sulla copertina di una copia del testo dantesco e, per tendere la mano al pubblico e fare uscire nuovamente il libro dal museo, regala copie della Vita Nuova da lei firmate a bambine e ragazze che visitano la mostra, compiendo un’operazione interattiva e partecipativa.

 

La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste
a cura di Alessandra Mammì

Fino al 3 ottobre 2021

Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco
Corso Vittorio Emanuele 166/A, Roma

Info: call center 060608
info.museobarracco@comune.roma.it
www.museobarracco.it

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