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PIETRASANTA | Galleria Giovanni Bonelli | Fino al 22 maggio 2022

di ALICE BARONTINI

La delicatezza poetica mai fuori misura. La potenza stimolante di una narrazione a più voci, che si interroga sullo smarrimento intimo e collettivo in cui – oggi più che mai – è facile specchiarsi.
Sono queste alcune delle suggestioni che più colpiscono di ANÀSTASI. Turbamenti, immersioni, attese e rinascite, la collettiva in scena fino al 22 maggio alla Galleria Giovanni Bonelli di Pietrasanta, nello Spazio Nazario Sauro 56.

L’esposizione nasce come mostra premio di quattro artiste – Armida Gandini, Silvia Inselvini, Camilla Marinoni e Miriam Montani – individuate dalla giuria come menzioni speciali del premio Arteam Cup 2020. Affronta temi attuali come i confini, la solitudine, il vuoto, la cura nella condivisione… e mantiene come filo rosso una forte componente corale, dichiarata sin dal progetto a cura di Marina Dacci, Matteo Galbiati, Leonardo Regano, Livia Savorelli, Nadia Stefanel e Raffaele Quattrone.

Anàstasi. Turbamenti, immersioni, attese, rinascite, installation view, Galleria Giovanni Bonelli, Pietrasanta, 2022. Ph. Armida Gandini. In primo piano: Silvia Inselvini, Notturni, 2021, versione rilegata, libro numero 11, penna a sfera su carta, cm 21x16x1,5; sullo fondo, Notturni, 2021, penna a sfera su carta, cm 180×255

Fiume carsico che attraversa l’intero percorso è il termine Anàstasi, dal greco ἀνάστασις, il cui significato è “far sorgere”, “innalzare”, “alzarsi”; un rimando suggestivo all’antica iconografia bizantina, in cui l’immagine della resurrezione di Cristo è accostata al tema della sua precedente discesa agli inferi.
Nel progetto curatoriale le tematiche del ritorno e dell’ascesa, del sacrificio e del superamento sono reinterpretate in chiave laica e aconfessionale, per essere poi calate nella dimensione terrena e fragile dell’umanità contemporanea, in continua tensione tra un oscillare precario di smarrimenti e illuminazioni, cadute e aspirazioni, solitudini e condivisioni, fiducia e diffidenza.

Attraverso la ricerca delle artiste, il concetto di Anàstasi viene scandito in quattro stadi/passaggi simili a monologhi, capaci di lasciar immergere il visitatore nelle peculiarità della poetica di ciascuna delle quattro artiste: Turbamenti – Silvia Inselvini; Immersioni – Camilla Marinoni; Attese – Miriam Montani e Rinascite – Armida Gandini.

Anàstasi. Turbamenti, immersioni, attese, rinascite, installation view, Galleria Giovanni Bonelli, Pietrasanta, 2022. Ph. Armida Gandini. In primo piano: Armida Gandini, Geografie umane – Il buon Samaritano (da Delacroix), 2019, tappeto tagliato, dimensione d’ambiente, 150 cm di base per 230 cm di altezza

La mostra prende idealmente il via con l’installazione raffinata e potente Notturni, di Silvia Inselvini.
Una serie di pagine blu sono disposte una a fianco all’altra sulla parete, quasi a scandire un ritmo regolare e preciso del tempo. Il risultato è uno spazio unico di profondità. Un abisso di colore, una presenza fisica e psichica, una finestra ipnotica che si affaccia su un mondo interiore fatto di segni di penna a sfera reiterati, tracciati, pensati, ricominciati e stratificati tenacemente come in una sorta di rituale… Destinati a sfuggire allo sguardo disattento e a rivelarsi invece come un ventaglio cangiante di infinite possibilità a chi si sofferma lentamente ad osservare. Restituendo tempo al tempo, trovando l’infinito nel finito. Cercando l’illuminazione nell’oscurità.

Anàstasi. Turbamenti, immersioni, attese, rinascite, installation view, Galleria Giovanni Bonelli, Pietrasanta, 2022. Ph. Armida Gandini. In primo piano: Camilla Marinoni, Voce del corpo. Fame d’amore, 2021, ceramica, ingobbi e smalti, misure variabili da cm 12x7x8 a cm 24x14x12. Sullo sfondo: Miriam Montani, Dalla serie Habitat, Dentro come Fuori, 2020/2021, tre pezzi cm 100×70 cad, Polveri sottili di Milano (PM10, PM2,5, NO2, NH3, BaP, 03, So2, O3, NOX, C02, IPA, VOCs. Cov: CH4, C6H6) su carta cotone, spolvero a doppia battitura

È una toccante ricerca sui vuoti spirituali Voce del corpo. Fame d’amore di Camilla Marinoni (Bergamo, 1979), artista da sempre attenta ai temi legati alla fragilità umana e in particolare a quella femminile. Con lei le voragini profonde del corpo e dell’anima prendono le forme arcaiche e primordiali dello stomaco di un bovino, da cui ha ricavato i calchi dei suoi piccoli vasi/sculture in terracotta. In un alternarsi di delicatezza e forza, bianco e rosso, sacro e profano, angoscia e dedizione, le piccole sculture in ceramica e smalto raccontano la necessità di mostrare e colmare un vuoto doloroso e profondo, che viene in qualche modo stemperato e circoscritto nelle opere bidimensionali tempera su carta, dove al bruciore della ferita pare contrapporsi – anche a livello cromatico e formale – l’effetto lenente del prendersi cura, della consapevolezza, della condivisione.

Anàstasi. Turbamenti, immersioni, attese, rinascite, installation view, Galleria Giovanni Bonelli, Pietrasanta, 2022. Ph. Armida Gandini. Nella foto: Miriam Montani, Habitat, Proliferazioni, 2022, 17 dischetti Ø 8 cm, Polveri sottili di Milano (PM10, PM2,5, NO2, NH3, BaP, 03, So2, O3, NOX, C02, IPA, VOCs. Cov: CH4, C6H6) su carta pesta e imprimitura classica per la pittura. Spolvero a doppia battitura.

Poco più in là, Miriam Montani (Cascia, Perugia, 1986) presenta Habitat, Proliferazioni, una ricerca sulla materia che rievoca i mesi più cupi del lockdown. Con una serie di lavori tondeggianti e di piccole dimensioni, l’artista riflette sul rapporto tra ambiente domestico interno e ambiente urbano esterno. Dopo aver pazientemente raccolto e recuperato con un setaccio le polveri sottili ricavate raschiando le superfici della città di Milano, Miriam Montani rende visibile questa materia invasiva eppure invisibile, volatile ed evanescente, lasciandola giacere su supporti di cartapesta, plasmata e indirizzata in modo tale da imprimere immagini di dettagli domestici simili a tracce restituite. Sono particolari di mobilio, rifiniture di piastrelle, pareti di stucco veneziano, soprammobili dal sapore vintage che emergono sfumati come segni della memoria. Impronte precarie, come la nostra presenza sulla terra.

Anàstasi. Turbamenti, immersioni, attese, rinascite, installation view, Galleria Giovanni Bonelli, Pietrasanta, 2022. Ph. Armida Gandini. In primo piano: Armida Gandini, Stati di transizione, 2019, libro con pagina incisa e piegata, cm 28×43; sullo sfondo: Pagine Bagnate, 2021, composizione, collage su pagina di libro, cm 24×17 cad.

Infine, Armida Gandini (Brescia, 1968) esplora con le sue opere il tema dell’identità, della relazione con l’altro, dei confini e dell’eredità culturale. Lo fa usando oggetti prelevati dalla banalità del quotidiano, come un vecchio tappeto nell’installazione Geografie umane o un libro in cui sottrae all’orizzontalità della pagina la figura illustrata di un mendicante, inciso con il bisturi affinché possa alzarsi, per impossessarsi della verticalità dello spazio. In Pagine bagnate, l’artista crea un dialogo empatico con i fogli prelevati da un libro a lei caro, a cui ha sovrapposto i suoi disegni fluidi e in movimento, simili a corpi geometrici che confluiscono nel perimetro della scrittura per cercare un equilibrio rigenerante tra cancellazione e creazione.

Anàstasi. Turbamenti, immersioni, attese, rinascite, installation view, Galleria Giovanni Bonelli, Pietrasanta, 2022. Ph. Armida Gandini. Nella foto: Armida Gandini, Pagine Bagnate, 2021, composizione, collage su pagina di libro, cm 24×17 cad.

Una mostra, già si diceva, che ha il sapore della narrazione. In cui il moto circolare – nel suo sviluppo concettuale, formale e narrativo – accomuna e crea assonanze tra le autonome ricerche artistiche, per raccontarci «come la fragilità del nostro limite faccia parte della nostra esperienza di vita, di quanto quella “discesa” nei nostri personali e collettivi inferi sia necessaria alla successiva “risalita” ad una nuova forma di umanità».
Un abile impasto di suggestioni e corrispondenze che, passo dopo passo, lievita e matura fino a formare una dialettica organica, a cui anche lo spettatore è chiamato a contribuire.

 

ANÀSTASI. Turbamenti, immersioni, attese e rinascite
a cura di Marina Dacci, Matteo Galbiati, Leonardo Regano, Livia Savorelli, Nadia Stefanel e Raffaele Quattrone

Mostra assegnata nell’ambito del premio Arteam Cup
www.arteamcup.it

Galleria Giovanni Bonelli
via Nazario Sauro 56, Pietrasanta (LU)

A Pietrasanta la Galleria Giovanni Bonelli è presente con una ulteriore sede espositiva nella centrale Piazza Duomo

Orari: da giovedì a domenica ore 11.00-13.00 e 16.00-20.00

Info: pietrasanta@galleriagiovannibonelli.it
info@galleriagiovannibonelli.it
www.galleriagiovannibonelli.com

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