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Lamberto Teotino da Roma

Com’è cambiato il tuo modo di lavorare?
Non è cambiato minimamente perché il luogo in cui vivo è esattamente il mio studio. Ho un loft in cui ho integrato studio e abitazione. In questo momento sento fortemente il tempo bloccato, questa condizione di isolamento non mi disturba affatto, anzi mi calza a pennello, sto dedicando molte ore a guardare film e serie tv facendo maratone incredibili. Il cinema è sempre stata una fonte di riferimento per la mia ricerca.

Musei e gallerie hanno reagito al momento con la digitalizzazione e la virtualità. Quali sono le tue “strategie” per instaurare nuove relazioni?
Mi fa piacere vedere nuovi approcci e voglia di reagire, ma in questo momento sono concentrato su ciò che succede tra le mie mura, non mi interessa molto instaurare nuove relazioni, vivo questo momento in totale serenità e probabilmente in futuro trarrò da questa esperienza la possibilità di ripetere questa condizione. In Giappone esiste dalla fine degli Anni ’80 il fenomeno dello hikikomori, una sorta di auto isolamento per fuggire dai rapporti sociali.

Come immagini il mondo, quando tutto ripartirà?
Non lo so; ho pensato due o tre volte alla cosa ma non so bene che succederà, credo che il problema sarà dato dal ritorno uguale identico a ciò che è stato, il tempo di isolamento sarà troppo breve per far sì che le persone attuino quest’esperienza come un nuovo modo di essere. Spero che in futuro le persone utilizzeranno più spesso la mascherina, qui in Italia siamo indietro anni luce a sensibilizzare questo tipo di “comportamento”.

Ad oggi quali sono state per te le conseguenze immediate della diffusione del Covid-19 sul tuo lavoro e quali pensi possano essere le conseguenze a lungo termine?
Nessun tipo di conseguenza, questa situazione mi crea dispiacere perché al centro di tutto c’è l’errore umano. La condizione sarebbe potuta non esserci, o almeno contenuta, se solo chi l’ha causata ne avesse fatto luce in tempi corretti invece di nasconderla. Il mio lavoro non verrà spostato di una virgola da tutta questa faccenda, tra l’altro non mi è mai interessato realizzare opere che affrontino tematiche legate all’attualità, utilizzare l’opera come forma di propaganda in tal senso non fa al caso mio, cerco di pensare l’opera senza tempo, che possa funzionare anche fra quattrocento anni.

Lamberto Teotino (Italia, 1974) vive a Roma. Si occupa di arti visive, la sua indagine si sviluppa principalmente sull’analisi e natura dell’immagine esaminandone i meccanismi percettivi. L’utilizzo della fotografia, gli interventi tecnico concettuali su immagini d’archivio, gli approcci filosofici dell’immagine in forma di comunicazione visivo-installativa sono le caratteristiche principali dell’opera, all’artista ciò che interessa è la disseminazione del senso, del paradosso, le condizioni di alterazione percettiva e di un nuovo disegno concettuale, come una sorta di spostamento metafisico, una deviazione.
www.lambertoteotino.com

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